Capitolo 3

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Vi capita mai di aprire gli occhi alla mattina e sapere già che sarà una giornata storta a prescindere?
Dopo le 13 ore di riunione di ieri, oggi dobbiamo tirare le somme tra comitato e ministri di competenza. Ci saranno urla, accuse, insinuazioni... insomma un passarsi la palla della colpa che andrà avanti ore e ore.
Certo perché voi ci vedete sempre tranquilli quando parliamo gli uni degli altri ma dietro ci sono litigate epocali.
Meno male che normalmente quelli che causano più problemi sono quelli che contano meno e che soprattutto sono quasi sempre lontani dai microfoni.

"Tieni" - lanciandole il sacchetto di carta sulla scrivania
"Cos'è?"
"Visto che non possiamo bere rum alle 8 del mattino, dobbiamo accontentarci di due cornetti"
"Ah non possiamo ubriacarci adesso?"
"Eh no... anche se il pensiero di quello che ci aspetta oggi mi fa venire voglia di farlo ogni minuto di più"

E infatti la riunione è qualcosa di penoso, questa prima parte è un bordello dialettico senza controllo... il CTS si scaglia contro i ministri che non hanno controllato le regioni, i ministri si accusano tra di loro di essere la causa dei problemi che danneggiano il proprio ministero, quello dei trasporti dice che va tutto bene e accusa quella della scuola di essere la causa dei contagi che salgono, quella della scuola dice che lì è tutto sicuro ma è fuori a prendere l'autobus o la metro che i ragazzi si ammalano. Speranza, dopo aver controllato praticamente tutta notte i dati della rete ospedaliera regione per regione e aver visto che dal suo ultimo controllo non hanno combinato più un tubo, ha richiesto una conferenza unificata con tutti i governatori per mandarli a fanculo uno per uno.
L'unico che non fiata ma lancia occhiate incenerirtici, come sempre in queste occasioni del resto, è Domenico che ha già capito che a fine riunione si troverà altro lavoro sulla scrivania.
Ci prendiamo una pausa per pranzo. Cerco Alice e la trovo nel suo ufficio che si sta preparando per uscire

"Vai a casa?"
"Sì, faccio un salto a controllare Clyde. Voi mangiate qui?"
"Sì, se vuoi ti aspettiamo"
"No tranquillo, magari vi raggiungo per il caffè"

L'accompagno fino al portone d'ingresso, la saluto con un bacio sulla guancia e poi rimango qualche secondo a guardarla camminare verso casa.
Ha uno sguardo strano, sembra preoccupata. Vorrei accompagnarla ma sono già d'accordo con gli altri e ora mi sembra brutto dare buca.
Quando mi giro per rientrare c'è Domenico che mi fissa... e sì, ve lo posso confessare tranquillamente che il suo sguardo crea parecchi problemi anche a me nonostante andiamo d'accordissimo.

"Ehm... hai bisogno?" - gli chiedo un po' titubante
"No" - e rimane in silenzio qualche secondo - "Sei pronto che andiamo a mangiare?"
"Sì ci sono... andiamo"

Durante il pranzo lo trovo due o tre volte che mi fissa però in qualche modo riesco a non agitarmi più del dovuto... ma vi assicuro che quando si mette a guardarvi così è difficile rimanere calmi.
Alice riesce a tornare in tempo per il caffè... dispensa sorrisi a tutti, alla fine qui ci sono quasi tutti i suoi amici più stretti, ma io vedo sempre una nota strana nei suoi occhi.

Ricominciamo la riunione ed è soprattutto grazie a lei, a come ha preso in mano la gestione dell'incontro, che riusciamo a mantenere un'atmosfera più tranquilla che ci permette di tracciare una linea coordinata tra comitato e ministeri.
Dovreste vederla! Ha questa capacità di attirare tutti gli sguardi su di lei, quasi in modo magnetico, e far pendere tutti dalle sue labbra. È veramente fantastica... la conosco da due anni ma ogni volta rimango rapito dai suoi modi di fare, dai suoi gesti, dalle sue parole. E non so perché ma oggi me la sto godendo ancora di più, senza riuscire a togliermi un sorriso compiaciuto dal viso... fino a che alzo lo sguardo e vedo ancora Domenico che mi fissa.
Ma che ha da continuare a guardarmi oggi? Di sicuro non gli vado a chiedere niente... sono mica così scemo!

Stavolta la riunione finisce prima, alle 20 c'è il rompete le righe e praticamente si vede un fuggi fuggi quasi generale... così che riesco a mettermi a lavorare tranquillo per un po' senza troppe interruzioni.
Dopo un'oretta bussa alla mia porta

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