Capitolo 5

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Come volevasi dimostrare.
Altre litigate, altri attacchi, altro consiglio infinito.
Poi non ho mai capito perché le televisioni si inventino l'orario della mia conferenza e poi mi facciano passare per il solito ritardatario.
Conte parla alle sedici... Conte non si vede, è slittato alle diciotto... Conte? Boh lo stiamo aspettando e verrà quando ne avrà voglia.
Ma io dico... ho tanto di addetto stampa che pubblica su ogni mio profilo social quando arrivo... io non capisco. Prima o poi mi deciderò a cambiare Casalino, magari è lui il problema.
Comunque...

"Sei pronto?" - mi chiede con una nota di preoccupazione
"Sì... vado così mi tolgo il dente subito"
"Dai vedrai che andrà bene" - e mi lascia un bacio sulla guancia che ha un effetto calmante

Speravo di non doverlo fare più e invece eccomi qui, sto dicendo alla gente che si ricomincia, che però se facciamo i bravi ce la caveremo presto... anche se, inter nos, le previsioni degli scienziati non sono per niente così rosee.
Me la sono cavata con una ventina di minuti, ora ci saranno reazioni diverse e mi toccherà avere a che fare con quegli idioti dell'opposizione.
Ma per ora non voglio pensarci... mentalmente sono troppo stanco.

"Vieni a cena da me stasera?"
"Sì" - speravo me lo chiedesse - "Però ho ancora un'oretta di lavoro. È un problema?"
"No assolutamente, devo incontrare i presidenti di Camera e Senato per programmare i prossimi incontri quindi finiremo più o meno insieme. Ci vediamo dopo"

Mi metto a lavorare, incredibilmente nessuno mi disturba e poco più di un'ora dopo spengo la luce nel mio ufficio e la raggiungo nel suo per prenderla e andare a cena.
Entro ma non è sola, c'è ancora Fico con lei, seduto sulla sua scrivania e stanno ridendo... e questa cosa mi dà un fastidio enorme

"Ciao Roberto" - lo saluto mentre entro e lui si mette in piedi
"Ciao Giuseppe" - mi viene incontro e mi stringe la mano anche se mi sembra di notare una punta di disagio in lui - "Stavo giusto andando, ci vediamo domani per finire la programmazione del prossimo mese. Ciao ragazzi buona serata e Alice... dai pensaci e fammi sapere"

Lo accompagno alla porta e la richiudo appena esce

"A cosa devi pensare?"
"A niente... ogni volta che mi vede mi chiede se voglio uscire a cena con lui e oggi non ha mancato di richiedermelo"
"Ma ti sta importunando?" - mi sto innervosendo senza capire perché
"Ma no, è sempre molto carino e gentile... però vorrei che capisse che non mi interessa"
"Ok ma se insiste troppo dimmelo"
"Cos'è... sei geloso per caso?"
"Cosa? No no ma che dici è che... noi uomini siamo piuttosto ottusi e non..."
"Giuseppe? Stavo scherzando... perché dovresti essere geloso?"

Già... perché dovrei?
Me la cavo con un sorriso, apro la porta e la invito ad uscire

"Dai andiamo che comincio ad avere fame"

Oggi cucina lei, mi ha detto che ho l'aria troppo stanca e mi ha spedito sul divano a giocare con Clyde e ammetto che questa cosa mi va benissimo... questa palla di pelo su di me ha lo stesso potere calmante della sua padrona.
Durante la cena parliamo di tutto tranne che di lavoro, altra cosa che mi va più che bene perché impazzirei se non staccassi un po' la testa da tutto sto casino... e poi mi fa bene vedere il suo sorriso, mi rimette in pace con il mondo

"Ora vado che è tardi... dov'è finito Clyde che lo saluto?"

Lo trovo sul "mio" letto, che dorme tutto raggomitolato vicino al cuscino.
Mi sdraio di fianco a lui e si sveglia

"Alice vieni qui un attimo"
"Cosa succ..."

E si mette a ridere. Il suo gatto è spaparanzato a zampe all'aria per farsi accarezzare la pancia da me facendo le fusa
Ci raggiunge sul letto e si sdraia sull'altro lato rispetto al mio

Segreti e misteri a PalazzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora