Capitolo 11

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Questa giornata sta andando troppo per il verso giusto... nessuna riunione snervante, un pranzo fuori con una donna meravigliosa che mi completa ogni giorno di più e la prospettiva di una bella serata.
Se fossi una persona normale mi sembrerebbe tutto fantastico, invece mi sto aspettando qualcosa di storto da un momento all'altro.
Però intanto, zitti zitti, siamo già arrivati alle 17... incrociamo le dita.
Tra poco ho la conferenza del decreto ristori... almeno oggi non sono solo, ci sono pure Gualtieri e Patuanelli. E sarà che dobbiamo dire che distribuiamo dei soldi e non che richiudiamo tutti in casa ma sembra che scorra più veloce delle ultime che ho fatto, anche se dura di più... ma almeno è finita
Però adesso ho bisogno di sentire il suo profumo, di sfiorare con le dita la sua pelle delicata, di annusare i suoi capelli che profumano del suo shampoo alla frutta

"Posso?"
"Certo entra" - si gira a guardarmi

È in piedi, di fronte alla sua scrivania, dando le spalle alla porta.
Dopo avermi sorriso ritorna a guardare i fogli che ha sparsi davanti a lei.
Mi avvicino alla sua schiena, portando il mio corpo a sfiorare il suo. Inspiro e mi tolgo quelle piccole voglie che vi ho appena descritto, chiudendo gli occhi per godermi meglio il momento.
Appoggio il mento sulla sua spalla mentre con una mano prendo la sua appoggiata alla scrivania, intrecciando le dita.
È una sensazione bellissima nella sua semplicità, vorrei rimanere così per sempre in questo momento.

"E questo slancio di tenerezza a cosa lo dobbiamo?"
"Penso troppo di natura... e ultimamente ci sei quasi sempre tu nei miei pensieri" - le appoggio le labbra sul collo, lasciandole un piccolo bacio
"Quale onore" - sorride arrossendo - "Però è pericoloso, lo sai... potrebbe entrare qualcuno in ogni momento"
"Allora ti bacio ancora una volta il collo e mi stacco da te... anche perché sennò non mi fermerei più"

Con pochissima voglia di farlo, dopo il bacio mi ricompongo e mi siedo sulla sedia
Sentiamo bussare e vediamo la porta che si apre ancora prima di dare il permesso di entrare a chiunque sia fuori

"Ciao Alice come st... ah, ciao Giuseppe"
"Ciao Roberto" - e non sono sicuro di essere riuscito a mascherare bene il fastidio che mi ha procurato vederlo davanti ai miei occhi
"Roberto... cosa ci fai qui?"
"Sono passato a salutarti... e dovrei parlarti un attimo in privato"

Posso dirgli che si sta rendendo sempre più ridicolo a insistere in questo modo quando è chiaro che dall'altra parte non c'è lo stesso interesse?
Guardo Alice, faccio solo quello che vuole lei in questa situazione.
La vedo un po' titubante ma mi fa un cenno di consenso con la testa e mi alzo. Sto pensando di fermarmi ancora ad origliare ma proprio ora mi squilla il cellulare... e dal nome che vedo lampeggiare non posso evitare di rispondere

"Hi Ursula, how are you? Hold on, just a second..." - guardo Alice e faccio segno che esco per parlare, di sicuro ha capito che questa volta non posso fermarmi ad ascoltare e che quindi deve stare attenta visto che non potrei intervenire - "Ok here I am... may I help you?

Cerco di concentrarmi il più possibile su quello che mi sta dicendo ma il pensiero rimane nell'ufficio di Alice.
La telefonata dura una mezz'ora abbondante, dobbiamo organizzare insieme il vertice globale sulla sanità e sta prendendo molto sul serio la nostra collaborazione. Continua a chiamarmi e a mandarmi messaggi, non vi dico tutti i giorni ma poco ci manca.
Metteteci pure che non si fa scrupoli a far trasparire un certo interesse nei miei confronti... e che tutto questo fa scattare qualche piccolo moto di gelosia da parte di Angela
Quindi mettetevi nei miei panni e immaginate come io possa stare ogni volta che vado ai consigli europei.
Controllo il telefono... Alice mi ha mandato un messaggio per dirmi che è andato tutto bene e che mi dirà una cosa quasi sconvolgente che riguarda Fico

"Dimmelo adesso" - la chiamo al telefono interno
"No... penso di aver necessità di berci su prima di dirtela. Ti aspetto a cena? Stavo uscendo per fare la spesa e poi vado diretta a casa"
"Uff non si fa così però... va bene ti raggiungo appena ho finito, non dovrei fare tardi"

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