Capitolo 39

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Sapete quando una cosa vi prende talmente tanto di sorpresa che non riuscite a reagire subito?
Ecco ora penso di avere una faccia da idiota, incapace di articolare anche solo due parole di fila... l'unica cosa di cui riesco a rendermi conto è di come mi stia guardando con due occhi carichi di odio

"Sei un bastardo!"

Me lo ripete con un tono ancora più gelido di prima, mi sembra di aver ricevuto uno schiaffo ma almeno mi aiuta a reagire

"Roberto cosa ci fai qui?"
"Sono venuto a vedere che razza di bastardo sei"
"No aspetta..."
"Cos'è... ora mi dirai anche che non è come sembra?"
"No..."

Fa due passi verso di noi, ora è nella stanza anche lui ma rimane distante
Non so come gestire questa situazione, non voglio mettere in mezzo Alice dicendogli che non ha voluto che glielo dicessi... ho paura che reagisca in maniera spropositata e che se la prenda con lei

"Bella mossa complimenti. Hai fatto l'amicone preoccupato per me quando il tuo scopo era solo quello di allontanarmi da lei per prendertela tu"
"Roberto no ti assicuro che..."

Qualsiasi cosa io provi a dire mi interrompe, non sembra minimamente intenzionato ad ascoltarmi

"Cosa mi assicuri? Addirittura mi stavi spingendo di nuovo tra le braccia di Olivia"
"No io non..."
"Mi fai schifo" - ha due occhi spiritati che fanno paura - "Sei uno stronzo"
"Roberto adesso basta!" - con voce alta e decisa

Ci voltiamo entrambi verso di lei, se dovessi dirvi la sua espressione di adesso non riuscirei a farlo, è una maschera di sensazioni diverse

"Sono stata io a obbligarlo a non dirti niente"

È rimasto gelato da questa cosa, tutta l'ira che si poteva leggere fino ad un attimo fa nei suoi occhi è sparita, lasciando spazio ad una confusione totale

"Lui avrebbe voluto dirtelo subito" - prosegue
"Subito? Da... da quanto..."
"È lui... è sempre stato lui. La persona che mi aveva fatto arrabbiare quando siamo usciti insieme era lui" - sta provando ad addolcire un po' il tono ma si vede che non è tranquilla
"Io... io non capisco... perché mi avete dovuto prendere in giro in questo modo?"
"Non ti abbiamo preso in giro" - prende fiato un secondo - "Ma io avevo paura di te"
"Paura di me?" - ok ora è proprio sconvolto direi - "Alice stai... stai scherzando?"
"No! All'inizio pensavo di poter gestire la cosa ma quando ho visto cosa hai fatto ad Alfonso avevo il terrore di avvicinarmi a te. Fuori dal Senato quel giorno ho fatto quella forte ma dentro di me stavo tremando"
"Alice io..."
"Ho addirittura pensato che fossi tu quello che mi stava seguendo e che mi ha spinto dal marciapiede"
"Ma..."
"Quando Giuseppe ti ha convocato per parlarti l'ha fatto di sua iniziativa, perché non ce la faceva più a vedermi così ma gli ho chiesto di non dirti della nostra storia, che avrei voluto farlo io"

Lui non sa più cosa fare o cosa dire, riesce solo ad abbassare la testa

"Ti chiedo scusa" - senza riuscire ad alzare lo sguardo - "Non pensavo di averti fatto così male con il mio comportamento"
"Non preoccuparti"

Forse tranquillizzato dal suo tono di voce, tornato dolce come al solito, ora si rivolge a me

"Giuseppe chiedo scusa anche a te. Non avrei dovuto aggredirti in quel modo"
"Tranquillo... non è successo niente"

Annuisce, sembra leggermente più sereno...

"Però trattala bene mi raccomando"
"Puoi starne certo di questo" - e al mio sorriso ora unisce anche il suo

Ok l'emergenza sembra rientrata definitivamente.
Rimane ancora qualche minuto, il tempo di togliere le ultime scorie rimaste e poi ci saluta.

"Stai bene?" - le domando appena rimaniamo soli
"Sì tutto a posto... e tu?"

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