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A the_rocket
Ultimamente abbiamo imparato a conoscerci meglio e a interagire di più grazie anche al mio fantastico sticker di Marcus in costume😌
Ovviamente tu non ti fai mai trovare impreparata e mi rispondi con quelli di Daniel
Ti voglio bene
Questo è per te😽



Minerva

«Non vedo l'ora di fare questa gita!»
Alzo gli occhi all'affermazione di René.
«Non è una gita René, sono cose per l'università. Cerca di fare bella figura perché da qui si decide il tuo futuro.»
In effetti, quella raccomandazione dovrei farla anche a me stessa. Stiamo per visitare il quartier generale della Scuderia Ferrari e per tutta la durata della visita cercheranno di spiegarci cosa fanno, come lo fanno e cosa dovremo fare noi se verremo scelti da loro per apprendere tutti i segreti del mestiere attraverso la filosofia del learning by doing; e in tutto ciò verremo valutati, esaminati a fondo per poter essere i prescelti e ne ho una paura matta. Non solo sono l'unica ragazza del corso, ma dovrò anche passare su tutte le stronzate che diranno i miei compagni, perché, ne sono sicura, diranno qualcosa.
«Oh avanti Minni! Sei sempre così rigida! Lasciati andare un po'...»
«È pur sempre lavoro René...»
«Spero di incontrare qualche bel ragazzo...oh magari becchiamo Charles in giro!»
Un momento...Charles lo stesso Charles della festa di una settimana fa? Cosa diavolo ci fa qui al quartier generale della Ferrari.
«Intendiamo lo stesso Charles?»
Guardo René con la fronte corrugata. Dai è impossibile...anche se capirei da dove vengono tutti quei soldi.
«Si tesoro, quello della festa. Lui è il pilota per eccellenza della Ferrari...sai, in Formula Uno...»
Non può essere vero. Voglio dire...no, non voglio dire niente! È semplicemente impossibile che io mi sia andata a mischiare con questo tipo di gente.
In lontananza vedo già parecchi dei nostri compagni di corso con il professore che si è offerto di accompagnarci e mentre ci avviciniamo verso di loro cerco di non pensare alla reale possibilità che Charles sia davvero qui. Sarebbe alquanto strano se lui mi dovesse riconoscere e magari salutare.
A parlare di Charles e della festa mi tornano involontariamente alla mente dei ricordi stupendi: Daniel principalmente. Quell'uomo mi ha davvero colpito, soprattutto per lo strano feeling che subito si è creato tra di noi. Di tutto ciò René non sa nulla, nonostante mi abbia visto in suo compagnia, era troppo ubriaco per comprendere decentemente la situazione.
Meglio così forse, dato che molto probabilmente quel moro non lo vedrò mai più; inutile insistere su una chiacchierata innocua con René: ne verrebbe fuori solamente caos.
«Allora ci siamo tutti?»
Il professore si guarda intorno, cercando di contarci e capire se possiamo iniziare l'attività di questa mattina.
«Fichetta e bambolina ci sono.»
Alle mie spalle sento una voce con un inconfondibile accento germanico. Incredibile, si faranno mai gli affari propri? No, non credo. Vorrei rispondere a tono, se la meriterebbero una sfuriata davanti a tutti, ma ci pensa René a ricordarmi dove siamo e che devo fare del mio meglio per sembrare una persona quantomeno normale.
«Ricorda: fare bella figura.»
René mi prende per il braccio e mi costringe ad allentarmi da quello stolto e seguire il professore che sta per entrare nella struttura.
A dire la verità, sono elettrizzata all'idea di vedere questo posto. Le auto mi sono sempre piaciute e da competizione o da strada non fa molta differenza per me. Ho davvero bisogno di imparare qui, con questo team, per riscattarmi da tutto ciò che nella mia vita è andato storto.
Cammino insieme a René in silenzio, guardandomi attorno e cercando di immagazzinare tutte le informazioni che ci vengono date, ma una cosa, una frase continua a tartassarmi la mente.

Io e Charles siamo colleghi

Quella frase, uscita da quelle labbra stupende e detta da quella voce tranquilla, non mi da pace. Alla festa Daniel mi aveva confessato di essere un collega di Charles e non sapendo il lavoro di nessuno dei due non ci avevo dato troppo peso, ma ora sapere che Charles è un pilota mi destabilizza e non poco. Che anche Daniel lo sia? Allora perché non ha avanzato subito la questione vantandosi di essere uno dei migliori forse o mentendo spudoratamente, dato che si vedeva lontano un chilometro che non avevo idea del lavoro che facesse?
La voce del mio professore, e complice anche una gomitata per nulla leggera di René, mi catapulta nuovamente alla realtà, facendomi dimenticare per un istante i miei pensieri da paranoica.
Accanto al mio professore si è materializzato un uomo alto, abbastanza giovane e vestito di tutto punto con la divisa rosso Ferrari; prende a parlare, illustrandoci varie cose che si possono fare nella stanza piena di computer nella quale ci troviamo. Poi però usciamo da essa e svoltiamo verso una un po' cupa, ma che mi fa brillare gli occhi.
«Come potete vedere e come forse avrete intuito ragazzi: questo è il simulatore che i nostri piloti ufficiali e gli sviluppatori usano per portare al massimo le prestazioni della nostra monoposto.»
Rimango qualche minuto con gli occhi spalancati e la bocca socchiusa. La Formula Uno può piacerti o no; puoi conoscerla o meno, ma sarai sempre attratto da un simulatore di guida, che sia di auto da strada o da corsa.
Con quel design quasi completamente identico alla realtà e i sensori che ti fanno percepire anche la più piccola vibrazione...è il sogno della mia vita provarne uno.
Vorrei davvero tanto fare un giro di qualsiasi circuito con questo professionale.
L'uomo ci spiega pedissequamente cosa si può fare con il simulatore, i vantaggi e gli svantaggi; poi, una cosa inaspettata.
«Beh direi che, solo per l'occasione speciale, qualcuno di voi può farci un giro.»
Guarda il nostro professore per chiedere conferma e lui annuisce con la testa. È la mia occasione, dovrei farmi avanti per essere la prima ad avere questo onore, ma non sono decisamente il tipo da farmi avanti e avere tutta l'attenzione puntata su di me.
Infatti altri miei compagni di corso si propongono per un giro al simulatore e chiunque altro voglia usufruirne deve solo mettersi in fila.
Peso bene le opzioni, so che essere una ragazza forse avanzerà dei pregiudizi su di me, ma alla fine decido di sistemarmi dietro un ragazzo con il quale non ho mai avuto l'occasione di parlare.
«Non pensavo ti piacesse il simulatore.»
Alzo gli occhi e accanto a me scovo René, che, quasi schifato, osserva il macchinario. Delle volte mi chiedo: ma che problemi ha?
«Sì caro, lo adoro.»
Incrocio le braccia al petto e alzo il naso al cielo.
«Spero che tu abbia almeno la minima nozione su come si usa.»
«Beh contando che non l'ho mai usato prima d'ora...imparerò.»
Il ragazzo prima di me scende e finalmente posso toccare con mano questa bellezza.
Mi sistemo sul sedile, leggermente scomodo per i miei gusti, afferro il volante e do il via al giro.
Siamo a Monza, il tempio della velocità. Ho sempre amato le auto e da quando ho preso la patente ho sempre sognato di fare un giro di questo circuito con una supercar da strada, ma si sa, il denaro nella mia famiglia ha sempre scarseggiato e quindi credo di potermi accontentare anche di questo.
Immagino di essere lì, maneggiare il volante di una supercar, cambiare marcia con le leve dietro al volante, vedere tutto attorno a me sfocato grazie alla alta velocità che sto raggiungendo.
Poi però, sul più bello, appare sullo schermo la scritta che mi fa capire di aver completato il mio giro disponibile. Nonostante questo però scendo tutta felice, con le gambe che mi tremano per l'emozione e mi metto in un angolino ad aspettare che tutti abbiano potuto vivere il loro momento di magia.
«Minerva, vero?»
Alzo lo sguardo dal punto che stavo fissando sul pavimento. Quella voce con l'accento poco italiano mi ricorda qualcuno, che riconosco non appena incrocio i suoi occhi.
«Oh ciao Charles!»
Mi sistemo leggermente più composta per poter parlare con Charles.
Devo ammettere che quando ho sentito quella voce la mia mente è tornata per un istante alla festa...al volto di Daniel, anche se la sua voce era completamente diversa.
«Che ci fai qui?»
Imbarazzata rispondo, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e pregando con tutta me stessa che nessuno si sia accorto di questa situazione.
«Ehm...siamo venuti qui in gita...sai frequento la MUNER qui a Modena e la Ferrari è un partner ufficiale del nostro corso di studi...»
«Beh quindi ti vedrò qui spesso!»
Se prima ero colpita dal fatto che proprio Charles mi avesse riconosciuto, ora lo sono ancora di più dalla sua affermazione.
«Beh...credo di sì.»
Rimaniamo qualche istante in silenzio, a guardarci intorno.
«Beh io devo andare. È stato un piacere rivederti!»
Così anche Charles si congeda, uscendo dalla porta con un altro ragazzo e lasciandomi tornare in pace al mio stato di trance fissando il vuoto.
«Io non ci voglio credere.»
Ecco René che sicuramente avrà visto la scena e commenterà a sproposito.
«Cioè gli hai parlato tre secondi alla festa e viene a salutare te e non me...incedibile! Tu, cara la mia Minerva, fai colpo su tutti!»
Faccio un sorrisetto e scuoto la testa divertita. Che melodrammatico che è!
Faccio per rispondergli, ma veniamo interrotti da un gruppetto di ragazzi che si dirige verso di noi; ancora loro, è impossibile!
«Pensavo che ti saresti fermata ai professori.»
I ragazzi si guardano e ridono; io vorrei solo andarmene di qui.
«E invece anche Charles Leclerc...wow.»
Sono davvero stanca delle loro stupidaggini, non ho colpe se Charles è venuto a salutarmi, ma questo loro non lo capiscono.
«Finito?»
Chiedo, guardandoli schifata e avviandomi verso l'uscita.
«Dovrebbero darti un premio.»
Mi trattengo dal fare qualsiasi cosa e mi chiudo la porta alle spalle.

Sbuffo portandomi una mano alla fronte e facendo ricerche su ricerche su internet.
«Che fai, Minni?»
Alzo lo sguardo dallo schermo del pc e noto che René si è seduto dall'altro lato del tavolino sul quale mi sono sistemata una volta finito di pranzare.
«Cerco un posto dove stare. Il campus vuole aumentare il prezzo della camera.»
Dio mi faccio schifo da sola. Non avere abbastanza soldi per poter vivere in un campus di studenti fa pena, per non parlare del fatto che qui a Modena è impossibile trovare un posto che sia alla mia portata.
Chiudo il pc e mi porto il viso tra le mani; questa ricerca mi ha davvero stancata.
«Si da il caso che io stia cercando qualcuno con cui condividere l'appartamento dato che le spese sono molto alte per una persona sola...»
René mi parla con indifferenza, ma capisco subito dove vuole arrivare. Gli faccio talmente pena che mi sta offrendo di andare a vivere con lui, come se fosse anche solo credibile che un ragazzo venuto dal Principato di Monaco abbia dei problemi nel pagare l'affitto di un appartamento.
«Senti René...so che lo fai con piacere, ma...René! Mi stai ascoltando?!»
Alzo lo sguardo e trovo René fissato a guardare il mio cellulare che si è illuminato un paio di volte, probabilmente per qualche notifica di qualche messaggio.
«Minerva...chi era il ragazzo con cui parlavi in terrazza alla festa?»
E adesso che c'entra?!
«Un certo Daniel Ricciardo, perché?!»
La bocca di René forma una "o" di stupore mista a divertimento.
«Beh...ti ha appena chiesto di rivedervi...»







Ciao! Ecco anche l'ottavo capitolo! Spero vi sia piaciuto e ci vediamo presto con quello nuovo!

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Ciao! Ecco anche l'ottavo capitolo! Spero vi sia piaciuto e ci vediamo presto con quello nuovo!

Ulysses&Diomedes || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora