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Daniel

Sbuffando guardo l'orologio da allenamento che tengo al polso. Ma dove cavolo si è cacciato Max? Possibile che sia sempre in ritardo quando decidiamo di andare a correre insieme?
Mi guardo intorno per cercare per l'ennesima volta il mio amico, ma ovviamente non c'è. Certe volte mi domando come faccio a sopportare Max quando fa così. Come fa uno così ad essere il mio migliore amico? Giuro neanche io so rispondere a questa domanda.
Decido di iniziare a scaldarmi nel mentre che Max arriva, qualche andatura di passo, qualche di salto e qualche di corsa...eppure abbiamo deciso di trovarci vicino a dove abita lui! Dovrei anche smettere di lamentarmi, Max è fatto così e non riuscirò di certo io a cambiarlo.
Guardo nuovamente l'ora sul mio orologio una volta che ho finito tutto il mio riscaldamento e sbuffo di nuovo portando le mani ai fianchi: magari lui no, ma io ho altro da fare nella mia vita piuttosto che stare qui ad aspettarlo.
Faccio volare rapidamente i miei occhi per la piazza principale di Montecarlo e finalmente lo vedo arrivare da una stradinina.
Alla buonora direi!
«Ehi Daniel! Scusa ma...»
Subito alzo la mano e lo blocco.
«Evita di scusarti, l'importante è che sei arrivato.»
Max alza le spalle e insieme ci incamminiamo verso la strada pedonale che costeggia il mare.
«Non ti scaldi?»
Guardo Max storto.
«Devo anche dirti che ho già fatto dato che sei arrivato con mezz'ora di ritardo o ci arrivi da solo?»
Max ride e nel frattempo inizia a correre, io lo imito; imbocchiamo una strada in salita, che costeggiando sempre il mare sale sulle montagne e si ricongiungerà poi con la strada panoramica alta.
Insieme ad una un po' più nascosta, questa è la via preferita dagli sportivi per allenarsi qui a Montecarlo, principalmente perché è lontana dalla città e praticamente vuota di turisti, credo.
Fatto sta che a me piace molto, anche se preferisco l'altra, vengo qui volentieri ad allenarmi, ma anche quando ho voglia di fare una passeggiata ricreativa.
Non parliamo molto durante il tragitto io e Max, anche perché sarebbe abbastanza difficile visto il ritmo che stiamo tenendo. Siamo pur sempre degli atleti professionisti e di certo non possiamo andare al passo delle nonne che vanno a comprare il pane.
Abbiamo stabilito una distanza adeguata, circa 15km, né troppi né pochi calcolando che sono quasi tutti in salita, e quando l'orologio ci segnala il raggiungimento del nostro obiettivo, rallentiamo, cercando di non arrestarci di colpo per non far prendere una sbandata al nostro organismo.
Camminiamo velocemente defaticando per altri cinque minuti buoni fino a che arriviamo in un punto della strada nella quale si trova una sporgenza sullo strapiombo e lì decidiamo di sederci.
È un posto davvero bello, calmo, che da sul mare e offre un'ampia vista di Montecarlo essendo sopraelevato.
«Uff...non sono più abituato a correre in salita!»
Max si siede accanto a me e appoggia le mani all'indietro rilassandosi completamente.
«Che c'è, dopo il tuo ritiro a Imola sei diventato un nonnetto?»
Max mi guarda di traverso e mi tira un pugno sul bicipite che quasi cado di sotto annettendoci anche un sonoro idiota nella sua lingua madre; capisco qualche parola di olandese, brutte parole per lo più, e direi che questo è proprio il caso.
«A proposito di Imola...sei uscito con la tua...ehm...Martina...?»
Scoppio a ridere immediatamente quando Max neanche ricorda il nome di Minerva.
«No...ehm...come si chiamava...? Mary...? Dai sono sicuro che iniziava per M...»
Max è davvero un tipo strano e questo fatto di non ricordarsi i nomi lo dimostra. O meglio: dimostra che non ha alcun interesse per tutto ciò che non riguarda lui e devo dire che è un miracolo se si ricorda il mio di nome.
«Si chiama Minerva, idiota! Almeno il nome della tua ragazza te lo ricordi quando scopate oppure la chiami con il nome della tua ex?»
Da Max mi aspetterei anche questo, che chiami la sua ragazza come la sua ex non sarebbe una novità. A questa mia domanda però Max si irrita leggermente. È anche fatto così: il gioco lo diverte se per primo è lui ad iniziarlo e se non lo riguarda.
«Senti invece di pensare a cosa faccio io con la mia ragazza, parlami di come è stata la tua uscita con quella...Minerva.»
Sul mio volto si forma un'espressione sorpresa quando scopro con piacere che Max si è ricordato il nome della mia amica quando è stato pronunciato solo dieci minuti prima. Beh complimenti davvero.
«Non pensavo fossi uno che si interessa delle relazioni altrui, mi stai stupendo Verstappen.»
«Pensavo semplicemente che volessi parlarne, ma se non vuoi...possiamo riprendere a correre...»
Max fa per alzarsi, ma lo blocco.
Non ho davvero pensato ancora alla mia uscita con Minerva nonostante siano passati due giorni. Tra il podio, il tornare a casa e fare tre trenta cose per il team, non ho avuto un momento per fermarmi e riflettere attentamente su ciò che ho condiviso quel pomeriggio con Minerva e forse ora è il momento giusto per farlo.
«È stato bello...»
Max alza gli occhi al cielo facendo uno strano verso.
«Si però se ne vuoi parlare devi anche essere un minimo esaustivo! Bello come quando fai un podio o più una cosa da ho vinto la mia prima gara in Formula Uno
Mi massaggio il mento per un secondo guardando il mare. Ottima domanda Max, ottima domanda.
«Direi più gioia da vittoria di campionato anche se nessuno dei due sa bene come sia, lo possiamo immaginare.»
Si beh uscire con Minerva mi ha fatto davvero stare bene, più di quanto avesse già fatto quel terzo posto.
«Oh beh allora è una cosa seria! Di che avete parlato?»
«Del più e del meno...la sua università e cose così.»
Incrocio le gambe e continuo a fissare l'orizzonte.
«Ah sì? E che università fa? Sempre se riesci a dirmelo e non sei rimasto a fissarla come un coglione.»
Max un po' ha ragione, la maggior parte del tempo l'ho passata a pensare quanto fosse carina e non è che abbia ascoltato bene quello che ha detto in merito alla sua vita, però qualcosa me lo ricordo.
«Qualcosa che ha a che fare con l'ingegneria a Modena...non ho ben capito...»
Confesso a Max ciò che lui già aveva intuito in realtà.
«L'ho detto io che ti sei imbambolato a guardarla! Figo però comunque, te la sei anche trovata intelligente!»
Annuisco. Sì Minerva è una ragazza estremamente intelligente e sveglia. Ho sempre desiderato una ragazza così nella mia vita.
«E il tuo lavoro è saltato fuori in qualche modo o hai scoperto perché era lì a Imola?»
«Sì, mi ha chiesto del mio lavoro ma sono stato vago, non mi va che sappia tutto del mondo tossico che è la Formula Uno e poi no, non mi ha detto perché era lì a Imola...»
Anche io sveglio che non gliel'ho chiesto! Cioè si ok le ho chiesto se abitasse a Imola, ma non ho indagato quando potevo benissimo farlo.
«Bravo ti conviene lasciarla fuori dai riflettori per un po', lo dico per voi.»
Max ha ragione. La cosa più odiosa della mia vita è l'essere sempre al centro dell'attenzione, anche quando sono in bagno quasi e non poter vivere la mia vita in santa pace.
«Quindi mi è sembrato di capire che ti sia piaciuta...»
Eccome!
«Sì, vorrei continuare a vederla, ma sarà quasi impossibile...»
Max sembra perplesso.
«Perché?»
Sospiro portando le braccia all'indietro e stendendo le gambe a penzoloni giù dallo strapiombo.
«Perché abitiamo lontani, perché sono sempre in giro per il mondo, perché quando il campionato sarà finito passerò quasi tutta la pausa in Australia dai miei...»
C'è un momento di silenzio tra noi. È difficile per me credere che potrò costruire qualcosa di sincero con Minerva se non potrò vederla quasi mai.
«...le ho chiesto di venire a Montecarlo qualche volta, ma mi è sembrata molto scettica all'idea...non so perché...»
«Magari non si sente a suo agio.»
Mi volto di scatto verso il mio amico. Come è possibile? Farei di tutto per non farla sentire a disagio e fuori posto.
«Intendo: non tutti sono ricchi sfondati come me e te. Magari non può permettersi di stare qui qualche giorno o semplicemente non si sente a suo agio in generale, come ti ho già detto.»
Max non ha tutti i torti. Questo spiegherebbe perché non mi ha detto sì subito quando gliel'ho proposto e poi pensandoci bene non ci conosciamo neanche da tutto questo tempo, magari ha solo bisogno di entrare un po' più in confidenza con me.
«Grazie Max.»
Gli tiro un pugnetto leggero sulla spalla mentre mi rialzo per poter continuare il nostro allenamento.
«Sono qui apposta Dan, lo sai.»
Annuisco mentre anche Max si alza e insieme ci incamminiamo verso una lunga discesa che ci porterà poi nuovamente nel centro della città.
«Come va invece a te? Con Kelly dico...»
So che Max non è un tipo che parla molto della sua vita privata, ma ehi non è che dobbiamo sempre parlare di me!
«Abbastanza bene direi...»
Come previsto Max rimane molto vago.
«È abbastanza difficile anche con lei, in realtà. Ci vediamo spesso ok però non vuole farmi conoscere sua figlia per ora...e poi aggiungiamoci anche tutta la storia che è la ex di un altro pilota e che il web sta dando i numeri ultimamente.»
Faccio un sorrisetto amaro alle sue parole. Vista da fuori, tutti vorrebbero la nostra vita: macchinoni, tanti soldi, un sacco di ragazze che ti ronzano intorno, ma la verità è che fa schifo. Tutto questo fa schifo se non ho neanche il tempo di godermelo.
«Durante la pausa andremo in Brasile insieme, con Penelope, la sua famiglia e tutti...»
Beh alla faccia del non voglio farti conoscere mia figlia!
«Già mi aspetto tutti quei commenti da quelle pagine odiose di gossip che trovano il pelo nell'uovo per giudicare e fare teorie strane!»
Max ha ragione.
Devo ripromettere a me stesso che terrò Minerva il più lontana e nascosta possibile da tutto ciò. Non si merita di sentirsi oppressa e sempre spiata da persone che non sono in grado di farsi gli affari propri. Basto già io.







Ciao!! Ecco il capitolo promesso come ogni settimana il sabato e nulla spero vi sia piaciuto questo cambio di narrazione e direi che ci vediamo sabato prossimo

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Ciao!! Ecco il capitolo promesso come ogni settimana il sabato e nulla spero vi sia piaciuto questo cambio di narrazione e direi che ci vediamo sabato prossimo.

Ulysses&Diomedes || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora