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Minerva

Sono chiusa in bagno da qualche ora ormai, ma per una buona causa direi: stasera io e Daniel usciamo.
La gara di ieri è stata tutto sommato carina di vedere e anche molto utile al team, a detta di Daniel ovviamente.
Il che il suo compagno di team ha concluso la gara nei primi dieci, mentre purtroppo per Daniel è arrivato solamente un dodicesimo posto, ma poco importa: l'ho visto molto felice e spensierato comunque, probabilmente perché si sono assicurati il quarto posto nel campionato costruttori.
Come non menzionare la vittoria di campionato strabiliante di Max, anche se un po' per Lewis mi è dispiaciuto.
La festa che ne è seguita è stata a dir poco sopra le righe. Daniel mi ha trascinato nei festeggiamenti e sono finita ricoperta di champagne puzzolente.
Nonostante questo però, non ho fatto troppe storie e il tutto si è sistemato con una doccia calda e profumata.
Dopo i festeggiamenti, Daniel ha insistito tanto per uscire questa sera ed eccomi qui, a farmi bella.
Ammetto di aver monopolizzato il bagno, ma diciamocelo, Daniel non ne ha davvero bisogno o almeno ne ha meno bisogno di me in questo momento.
Per la serata ho deciso di indossare un abito bianco satinato, con le spalline molto sottili e che scende sul mio corpo accarezzando le mie curve, senza metterle troppo in risalto o lasciarle troppo scoperte; mi arriva a metà coscia e ai piedi indosso un paio di sandali estivi senza neanche un filo di tacco.
Si sa che odio essere troppo alta, ma piuttosto preferisco rimanere ben piantata a terra.
Poi per essere più carina ho deciso di mettere un rossetto rosso mattone e un filo di mascara sulle ciglia.
Mi spazzolo per l'ultima volta la mia chioma di capelli e ci sono. Sono pronta.
«Daniel, ci sono...»
Esco dal bagno e quando Daniel mi vede rimane decisamente a bocca spalancata.
Mi fa così piacere quando faccio questo effetto a Daniel. Significa che ho centrato in pieno l'abbigliamento per essere carina allo stesso tempo per me, ma anche per lui.
«Sei bellissima...»
Ha un filo di voce nel dirlo e io gli sorrido; mi avvicino a lui e gli lascio un bacetto sulla guancia ringraziandolo.
«Andiamo?»
Daniel annuisce e prima di uscire prende quelle che sembrano proprio delle grandi coperte. Ammetto che non ho proprio idea di cosa voglia fare.
Non indago oltre, avrà i suoi motivi per fare ciò.
Usciti dalla camera, scendiamo con l'ascensore e una volta arrivati all'uscita dell'hotel, ci dirigiamo verso l'auto che Daniel ha noleggiato per questa sera.
Chissà dove ha intenzione di portarmi.
«Dove mi porti?»
Daniel esce dal parcheggio dell'hotel e poggiando la mano sulla mia coscia si immette in strada.
«Vedrai...»
Sospiro un po' sonoramente. Mi piacciono le sorprese, certo, ma voglio comunque sapere dove andremo.
So bene che ceneremo in qualche ristorante qui vicino, ma vorrei avere qualche informazione in più. Non chiedo molto.
Il tragitto dura un po', devo ammettere, e quando parcheggiano il luogo mi è abbastanza familiare.
Certo! È la strada pedonale che ho percorso qualche giorno fa quando avevo bisogno di spazio e di stare sola.
A dire la verità, avevo notato quel giorno che c'erano parecchi ristoranti intriganti e ammetto ora di essere proprio curiosa di vedere in quale entreremo.
Camminiamo per un po' di metri, mano nella mano oppure abbracciati, fino a che ci arrestiamo all'entrata di un ristorante che porta un nome italiano.
«Eccoci arrivati! Spero sia buono come dicono su internet.»
Beh...onesto direi.
Daniel mi apre la porta, da grande gentiluomo quale è, e una volta all'interno del locale attendo anche il suo arrivo.
Il posto è bello, ampio e soprattutto da sul mare.
Mi piace moltissimo e spero che nel menù sia presente il mio piatto preferito.
Immediatamente ci si avvicina un ragazzo, il quale ha un accento spiccatamente italiano e devo ammettere che non parla neanche benissimo inglese.
Si rivolge a noi molto cordialmente e Daniel gli spiega di aver prenotato un tavolo a nome suo proprio il giorno precedente. Il ragazzo controlla su un quadernetto e subito dopo ci fa strada verso il tavolo che ci è stato riservato.
Ovviamente Daniel non ha il coraggio di tenere la bocca chiusa e spiffera al cameriere che se ha qualche difficoltà nel parlare inglese può sempre rivolgersi a me in italiano.
Il ragazzo sembra sinceramente sollevato da questa sua scoperta e dal momento in cui ci porge i menù non fa altro che rivolgersi a me.
Questa Daniel me la paga, lo sa bene che piuttosto di parlare "in pubblico" mi sotterro.
Analizziamo per bene il menù e quando finisco sullo sguardo sul mio piatto preferito, so benissimo cosa ordinare.
Informiamo il ragazzo delle nostre ordinazioni e senza troppa agitazione ci mettiamo in attesa.
Prima che arrivino i piatti però, ci viene portata la bottiglia di vino che Daniel ha ordinato e fa per riempire il mio bicchiere, ma io lo sposto.
«Ti spiace se non bevo stasera?»
Daniel aggrotta le sopracciglia.
«Ovvio che no. Ma va tutto bene?»
Sorrido al mio ragazzo per tranquillizzarlo.
«Certo, per me solo acqua stasera.»
Così prendo la bottiglia di vetro contenente acqua quasi gelata e riempio il mio bicchiere fino all'orlo.
Finalmente i nostri piatti arrivano e quando mi viene presentata davanti la mia pasta allo scoglio credo di stare per avere un orgasmo.
Esattamente, quello è il mio piatto preferito. Per ovvie ragioni quando vivo a Torino non ho mai la possibilità di mangiare una pasta allo scoglio fatta decentemente, ma questa sembra deliziosa. Non vedo l'ora di assaggiarla e di giudicarla.
Daniel invece ha preso una pizza. Incredibile come abbia sempre e soltanto voglia di pizza.
«Alla fine è andato bene il campionato. Mi ricordo quello che mi hai detto qualche mese fa al gala...»
Eccome se mi ricordo ciò che Daniel ha detto. Si sentiva inappagato da quello che faceva e da quel momento ne sono cambiate di cose. Se fossi in lui ora mi sentirei più che in pace con me stesso.
«Sì, diciamo...non sono ancora dove vorrei essere, ma ci arriverò un giorno.»
E io sarò lì accanto a lui, quel giorno.
Sono consapevole del fatto che lui abbia fame di vittorie e voglia vincere tutto e subito, ma le cose migliori arrivano a chi sa attendere.

Ulysses&Diomedes || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora