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Minerva

Indosso il cappotto, afferro le chiavi della macchina ed esco di casa. Come è mio solito fare, cammino velocemente attraverso il vialetto ed esco in strada per recuperare l'auto. Direzione: supermercato. Non è per niente una gita che mi piace fare o che faccio spesso, ma per una volta posso aiutare mia madre che in questi giorni è sommersa di lavoro tra verifiche, scrutinii e recuperi.
Quando ero al liceo avrei voluto avere, tra i tanti, un'insegnante come mia madre. Si vede e di fatto so che è una professoressa molto comprensiva e farebbe di tutto per aiutare i suoi alunni, non solo scolasticamente parlando, ma anche sul piano psicologico. Infatti è la referente per lo sportello che aiuta chiunque attraverso l'ascolto. Sinceramente, non ho idea di come faccia; non sarei proprio capace ad ascoltare gli altri senza fare anche miei i loro problemi. Probabilmente ha imparato ad ascoltare e aiutare da quando papà è morto.
Nel frattempo arrivo al supermercato, che comunque non è troppo distante da casa, ed entro.
Estraggo immediatamente la lista dettagliata che mia madre mia ha fornito per non dimenticare nulla. Appena vedo il foglietto mi sento male. Ci saranno scritti almeno trenta prodotti che, data la mia scarsa frequenza, non so neanche dove sono collocati e ci metterò un'eternità.
Mentre mi dirigo verso lo scaffale dove si trova collocato il succo gusto ACE, preferito di mia sorella, mi trovo a pensare proprio alla domanda di Daniel.
Andare a convivere. Sarebbe fantastico, con lui vorrei veramente passare la mia intera vita. Ma ora, in questo momento? Non credo sia il momento giusto anche se ho intenzione di accontentarlo. Alle mie condizioni però: andremo a convivere solo e soltanto quando mi laureerò. Più di una volta gli ho ricordato che per me gli studi che sto affrontando sono molto importanti e cambiare città in questo momento sarebbe un controsenso, anche impossibile in realtà dato che ho l'obbligo di frequenza e quindi dovrei sempre stare a Modena.
Passo al banco degli affettati.
Quindi sì, accetterò la sua proposta, anche perché è già passata una settimana da quando mi è stato chiesto e non voglio farlo penare troppo.
Credo proprio che glielo dirò...questa sera, sì.
Daniel oggi dovrebbe arrivare nel pomeriggio e successivamente andremo in un ristorante abbastanza rinomato qui a Torino per festeggiare il nostro anniversario.
Wow, è già passato un anno! Tra litigi e bei momenti passati insieme mi sembra passata un'eternità!
Finalmente spunto anche gli ultimi alimenti della lista e mi dirigo alla cassa.
Come se non bastasse, la cassiera sembra appena essere stata assunta e passa tutto ciò che ho comprato con estrema lentezza.
Finalmente pago e posso tornare alla mia auto.
Il supermercato in questione si trova all'interno di una specie di centro commerciale e mentre cammino sulla via dell'uscita mi soffermo davanti ad un negozietto molto carino, ma estremamente vuoto. Mi avvicino ad un gadget che attira molto la mia attenzione. È un portachiavi semplicissimo: su un lato è raffigurato il palazzo reale di Torino, mentre sull'altro si trova una scritta. È una scritta a led che rimane fissa e cita la parola yes! Non ho bene idea del perché le due immagini siano state affiancate, ma mi viene in mente una cosa e compro subito il portachiavi.
Salgo in macchina impostando la mia canzone preferita e totalmente entusiasta del piccolo gadget che ho comprato. Sembra strano, ma non vedo l'ora che arrivi questa sera proprio perché potrò usufruire di questo portachiavi.
Entro in casa canticchiando e posando la borsa della spesa sul tavolo. Posiziono ogni alimento al suo posto e sono felice. Sono felice perché ho trovato il regalo perfetto da dare a Daniel anche se avevamo detto niente regali.
Quando ho terminato la sistemazione di tutto ciò che ho comprato, mi volto per tornare in camera, ma subito mi blocco.
Mia madre e mia sorella mi stanno letteralmente squadrando, entrambe appoggiate agli stipiti della porta. Chissà a quale stramba domanda vorranno risposta.
«Allora Minni, dicci perché sei così felice in questi giorni.»
La domanda di mia sorella mi stupisce abbastanza. Forse sì, sono stata più allegra del solito, ma nulla di anormale.
«Non capisco cosa intendete, davvero.»
Cerco davvero di dare una risposta a quella domanda, ma non la trovo.
«È per caso successo qualcosa...con Daniel?»
Che ora non pensino che io sia incinta o cose del genere! No, per carità. Mia madre mi guarda di traverso e decido di dire a entrambe la proposta di Daniel. Forse mi ero dimenticata di esporlo.
So perfettamente a chi rivolgermi durante la mia confessione. Mia sorella.
«Non azzardatevi neanche a pensare che io sia incinta perché non ci penso nemmeno.»
Mia sorella mima un peccato.
«Daniel mi ha...chiesto di...»
«Oddio ti sposi!»
Mia sorella si porta le mani alla bocca per esprimere il suo stupore.
«Ma no! Cretina! Mi ha chiesto di andare a vivere con lui.»
Vedo mia madre visibilmente commossa. Non mi sembra una notizia strappa lacrime.
«E cosa gli dirai?»
«Ehm...penso proprio che accetterò...»
«Sono così felice...Daniel è così un bravo ragazzo e state così bene insieme.»
Mia madre scoppia definitivamente in lacrime.
Alzo gli occhi al cielo e mentre passo accanto a mia madre, per tornare in camera, le lascio una carezza sul braccio per rassicurarla.

Rinchiusa in camera mia sento il campanello suonare e subito scatto in piedi. Dovrei studiare, lo so, ma sapere che questo pomeriggio vedrò Daniel non mi fa concentrare per niente.
«Vado io!» scendo correndo le scale, rischiando anche di cadere un paio di volte, ma quando arrivo al piano di sotto noto che mia sorella si è già preoccupata di aprire la porta e parla con il mio uomo.
Dalle scale lo vedo, in tutta la sua bellezza, che parla animatamente con Elettra, ma non mi interessa troppo sapere di cosa. Lo osservo attentamente, in ogni suo movimento, quasi non lo vedessi da chissà quanto tempo, quando in realtà è solo una settimana.
Finalmente si rende conto del mio sguardo posato su di lui e mi degna della sua attenzione. Appena mi vede, mi rivolge un sorriso stupendo e i suoi occhi sembrano brillare.
Non sono acconciata decentemente, né per quanto quanto riguarda i vestiti né i capelli o il trucco, ma non mi importa. Sono troppo contenta di vedere nuovamente il mio fidanzato.
Scendo le scale e mi avvicino a Daniel, che nel frattempo è entrato in casa. Nella mano sinistra impugna il trolley e quando sono abbastanza vicina le nostre labbra si incontrano, producendo la solita magia della quale non mi stancherò mai.
«Buon an...»
«Non dirlo, festeggiamo questa sera.»
Mi rivolge un sorriso strano e da questo capisco che sotto potrebbe esserci qualcosa. Per esempio un regalo, anche se ci eravamo detti espressamente che non sarebbe servito...d'altro canto anche io ho comprato una cosetta per lui e quindi siamo pari.
«La camera sarebbe di sopra...»
Entrambi ci voltiamo al suono della voce di mia sorella, che come suo solito deve avere l'ultima parola. A dire la verità, non stavamo facendo nulla di troppo sconcio o non attuabile davanti agli occhi cresciuti di mia sorella, che di certo è abbastanza grande per vedere due adulti che si scambiano un bacio a stampo.
Alzo gli occhi al cielo e le faccio il verso, per poi prendere la mano di Daniel e condurlo effettivamente in camera mia, chiaramente per sistemare le sue cose.
Mi fermo al centro della mia camera soffermandomi ad ammirare il paesaggio che la finestra mostra, mentre attendo che Daniel si sistemi.
Sussulto alla percezione delle braccia di Daniel che mi stringono a sé.
«Questo abbraccio per cos'è?»
Prendo il suo viso tra le mani e lo guardo negli occhi.
«Perché sei bellissima e non vedo l'ora di uscire con te stasera.»

Mi guardo allo specchio sistemandomi leggermente l'abito che indosso. È un tubino nero con le maniche a tre quarti, interamente di pizzo e con uno scollo molto profondo sulla schiena. Fascia completamente ed elegantemente le mie curve ed è molto corto, forse troppo. Sotto di esso ho deciso di non indossare alcun tipo di calzamaglie nonostante siamo a metà gennaio.
Daniel ovviamente è già pronto e mi aspetta al piano di sotto. Non ho idea di come si sia vestito e lui non ha idea di come mi presenterò io, dato che amo l'effetto sorpresa. Afferro la borsetta e dentro ci infilo il "regalo" che questa mattina ho comprato per Daniel; a questo punto posso scendere.
Il rumore dei miei tacchi attira l'attenzione di tutti i presenti nella sala e immediatamente Daniel abbandona la conversazione con mia sorella e mi osserva. Come sempre ho catturato il suo sguardo, che prontamente scruta ogni mio singolo particolare.
«Avanti smettetela di fare...quella cosa!»
Guardo mia sorella con un punto interrogativo stampato in pieno viso. Quale cosa?
«Vi guardate sempre in modo strano.»
Elettra sembra quasi in imbarazzo e io sorrido a ciò. Vorrei che anche lei trovasse, un giorno, una persona da amare tanto quanto io amo Daniel.
«Andiamo?»
Interpello Daniel e lui annuisce.







Ciao!! Ecco il nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto e ci vediamo al prossimo per scoprire cosa succede con Minerva e Daniel

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Ciao!! Ecco il nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto e ci vediamo al prossimo per scoprire cosa succede con Minerva e Daniel

Ulysses&Diomedes || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora