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Minerva

Finalmente è arrivato il giorno di Natale. Dico finalmente perché Natale implica stare con la famiglia, lontano da ambienti un po' tossici come l'università, ma anche lontano da Daniel per la seconda volta consecutiva.
Dopo essere partiti da Abu Dhabi, Daniel mi ha confessato di non poter passare neanche un giorno con me per il Natale.
Capisco ovviamente che voglia stare con la sua famiglia, ma dato che in questo momento anche io faccio parte della sua famiglia, un po' mi dispiace.
Perché tutto fosse pronto e sistemato per oggi, io e Elettra ci siamo date da fare ieri.
Siamo andate in cantina e abbiamo riesumato il grande albero finto che ogni anno decoriamo per questa occasione e anche quest'anno non siamo state da meno.
Abbiamo raccolto giusto quelle venti scatole piene di addobbi natalizi e al ritmo di una playlist rigorosamente natalizia, ci siamo messe all'opera.
Inutile dire che siamo finite per farci i dispetti l'un l'altra e abbiamo riso come delle stupide.
In fondo il Natale fa anche tornare bambini e in un certo senso questa pratica dell'addobbare l'albero serve proprio a questo scopo: farci tornare bambine.
Ricordo perfettamente quando da piccola papà mi aiutava ad arrivare fin sopra all'albero per poter posizionare la stella. Da quando papà non c'è più, mi sono sempre rifiutata di essere io ad appendere l'ultima decorazione, ma con il tempo ho capito che più che provare odio per questa tradizione, avrei dovuto tenerla stretta a me per ricordare papà.
Ora che siamo abbastanza grandi, io e Elettra posiamo la stella in cima insieme, nonostante lei non si ricordi di questa tradizione.
Subito dopo la decorazione dell'albero ci è toccato mettere le mani in pasta e aiutare nostra madre con il pranzo di oggi.
Per oggi ha preparato una teglia delle sue famosissime lasagne, nonché le più buone che io abbia mai assaggiato; come dolce, io e mia sorella abbiamo preparato una torta al cioccolato dato che nessuna delle tre ama particolarmente i dolci tipici natalizi.
«Minni vieni ad apparecchiare il tavolo!»
La voce di mia sorella mi richiama dal piano di sotto giusto in tempo: ho appena finito di sistemare il rossetto.
Nonostante rimarremo in famiglia, per tradizione tutte e tre ci prepareremo come si deve, truccate e vestite di tutto punto come se dovessimo presenziare ad un evento importante. È anche questa una nostra tradizione.
Così per questa occasione mi sono messa una gonna a scacchi aderente e un po' più corta del solito, non troppo però, con un body nero a maniche lunghe. Il tutto rifinito con i miei stivali alti fin sopra il ginocchio e un rossetto rosso.
Esco dalla camera per scendere le scale e raggiungere le mie altre due donne in salotto.
So bene che Elettra mi ha chiamata semplicemente perché a lei non va di apparecchiare il tavolo, pazienza farò io.
Mi dirigo in cucina, dove mia madre sta armeggiando con il forno, e dal ripiano sopraelevato estraggo i piatti e i bicchieri che mi saranno utili.
Fortunatamente mia sorella ha già steso la tovaglia, così io posso sistemarci tutto sopra.
Una volta fatto, mi siedo accanto a lei sul divano. Solo in quel momento mi passa per la mente di controllare se per un puro caso Daniel mi abbia scritto, nonostante sia in Australia con dieci ore di fuso orario, magari si è anche degnato di fare gli auguri di Natale alla sua ragazza. Ma nulla di nulla; non importa, alla fine lo perdono sempre e non saranno questi auguri mancati a farmi arrabbiare con lui.
«Ragazze, a tavola!»
La voce di mia madre ci richiama e con uno scatto mi alzo dal divano per accomodarmi rigorosamente al mio posto a capotavola.
Mi viene passato un piatto abbondante di lasagne e in questo momento di certo non mi preoccupo che i vestiti fra qualche giorno mi andranno stretti.
A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai, giusto? Per me significa strafogarmi di lasagne della mamma.
Quando anche mia madre ha il suo piatto davanti a lei, possiamo iniziare a mangiare.
Come nostro solito, mangiamo in religioso silenzio, io principalmente perché mi voglio godere il momento di estasi provocato da questa pietanza, le altre due non ho idea del perché, ma probabilmente hanno il mio stesso motivo.
«Allora tesoro, come va l'università?»
Ingoio il boccone che stavo masticando e poi posso rispondere a mia madre.
«Bene, davvero. Io e René abbiamo fatto un calcolo e prima di laurearci ci mancano solo cinque esami. Quasi non ci credo.»
Davvero non ci credo. Fino a settembre dell'anno scorso non pensavo neanche che sarei riuscita ad entrare nel corso di magistrale da me tanto sognato e ora mi sto per laureare proprio in ciò che amo.
È un sogno che si sta realizzando.
«Sai già quando ti laureerai di preciso?»
È mia sorella a porgermi la domanda, probabilmente è solo preoccupata di andarsi a comprare un vestito carino.
«Non saprei, sicuramente a luglio.»
Continuo a mangiare ciò che ho nel piatto con estrema calma, per fare in modo che la goduria del pasto non termini subito.
«Sai, ci parli tanto di René, ma noi non l'abbiamo mai conosciuto...»
Beh essermi sempre dimenticata di presentare alla mia famiglia il ragazzo che in diverse occasioni mi ha salvato la vita, è una grave pecca. Dovrò rimediare in qualche modo.
«Hai ragione! Sapete che vi dico? Vi va di venire a Modena quando sceglierò il vestito per la laurea? Sicuramente ci sarà anche René e così anche voi potrete cercare qualcosa di carino per l'occasione.»
Gli occhi di entrambe immediatamente si illuminano e sono davvero felice che mi sia venuta in mente un'idea così carina e che soprattutto loro abbiano accettato. In fondo in fondo, a che donna non piace lo shopping?
«Daniel invece? Sai cosa fa per Natale?»
«Penso che sia in Australia dalla sua famiglia, non mi ha detto nulla di specifico, ma molto probabilmente è così.»
Detta così, non sembra neanche che io sia la sua ragazza, ma giuro che non mi ha detto davvero nulla.
«Oh Minerva, in lavanderia ci sono un po' di vestiti che mi hai chiesto di lavare e stirare per la vostra vacanza...a proposito, quando partite?»
Nel frattempo che mia madre mi parla, Elettra porta i piatti vuoti in cucina e fa cambio con il dolce, portando l'alzata al centro del tavolo.
«Il ventotto, teoricamente.»
Sì, è vero, non so neanche quando partiamo di preciso, ma confido nel sentire Daniel tra oggi e domani per accordarci bene.
La conversazione tra me e mia madre viene ovviamente interrotta da quell'ingorda di mia sorella che non vede l'ora di mettere le mani sulla torta, così le diamo il permesso di tagliarne una fetta a testa e quando la addento mi faccio i complimenti da sola.
Probabilmente se non stessi riuscendo a diventare un ingegnere sarei tranquillamente riuscita a sfondare nel mondo della pasticceria.

«Avanti Minni, apri il mio!»
Subito dopo pranzo ci siamo date giusto un'oretta per smaltire il tutto e poi abbiamo deciso di scambiarci i regali; infatti ora mia sorella mi sta porgendo un pacchetto da parte sua.
Lo afferro e prendendolo in mano è discretamente pesante, chissà cosa si è inventata questa volta.
Strappo con pochissima delicatezza la carta e ne esce un libro abbastanza grosso e alto che scopro essere un album fotografico.
Prendo a sfogliarlo e all'interno ci trovo davvero tante foto delle quali neanche ricordo l'esistenza. Alcune ritraggono me sola, altre me ed Elettra ed altre ancora tutta la famiglia al completo, con o senza papà.
Ringrazio mia sorella lasciandole un dolce bacio sulla guancia. Sono curiosa di vedere l'espressione di entrambe le mie donne quando apriranno il mio regalo, che in parte è anche da parte di Daniel.
«Bambine, ora aprite il mio.»
Mia madre passa a entrambe le sue figlie una scatolina minuscola, dalla quale entrambe estraiamo un braccialetto con sopra inciso il nostro nome.
Adoro i braccialetti così semplici e fini e immagino solo quanto la mamma si sia spesa per trovare due braccialetti con i nomi inusuali che io ed Elettra portiamo.
La ringraziamo di cuore e successivamente porgo ad entrambe la scatolina contenente il mio regalo.
«Prima di aprirlo però vorrei chiamare Daniel, sempre se è sveglio, perché è anche da parte sua.»
Estraggo il cellulare e cerco il contatto del mio uomo a suon di non doveva, ma è impazzito e così via da parte di mia madre.
Premo sul contatto di Daniel e mi stupisco molto quando dopo solo due squilli il suo bel faccino mi si presenta sullo schermo.
«Ehi piccola!»
«Ehi, Daniel! Non mi importa se ti sto disturbando, la mamma e Elettra stanno aprendo il nostro regalo.»
Daniel afferra al volo la situazione e immediatamente giro la fotocamera del telefono in modo che anche lui possa vedere la loro reazione.
Inizialmente le due non capiscono bene di cosa si tratti, ma quando afferrano che si tratta di un weekend in una spa in montagna per due sono davvero al settimo cielo.
Mia madre ringrazia Daniel e quasi lo rimprovera di averle fatto un regalo, ma ovviamente lui non la sta ad ascoltare.
«Ciao Minerva!»
Rivolgo lo sguardo al mio cellulare per il semplice fatto che mi sento richiamare.
«Ciao Lando...!»
Sono abbastanza stupita di vedere Lando nella stessa stanza di Daniel. Non era forse in Australia?
«Oh ehm...ciao anche a...»
Lando sta cercando di salutare anche qualcun altro che riconosco subito essere mia sorella, così gli vado in soccorso.
«Oh lei è Elettra, mia sorella!»
«Ciao Elettra!»
Elettra ricambia il saluto con la mano, ma immediatamente Daniel fulmina il compagno di squadra.
«Giù gli occhi dalla piccola Elettra!»
A questa affermazione segue un ehi non sono piccola! di Elettra e io rido come una matta. Daniel si è proprio affezionato alla mia famiglia e non potrei chiedere nulla di meglio.
Dopo che anche Elettra ha ringraziato Daniel, posso finalmente ritirarmi in camera per parlare in pace e in privato con il mio ragazzo.
Così mi stendo sul letto, il telefono ben alto sul mio viso.
«Ma Daniel, scusa la domanda, non dovresti essere in Australia? Che ci fa lì Lando?»
«Beh Lando è qui perché io non sono in Australia! Parecchi piloti quest'anno non sono riusciti a tornare dalle loro famiglie, così ci siamo riuniti tutti qui a Montecarlo. Così sarà anche più agevole per noi partire. A proposito...sei pronta?»
Certo che allora il Natale poteva anche passarlo con me! Non mi sarei di certo offesa se all'ultimo momento avessimo dovuto aggiungere un posto in più a tavola.
«Certo! Non vedo l'ora!»
È proprio vero che non vedo l'ora. Nonostante io e Daniel quando ci vediamo sembra che stiamo in vacanza, questa sarà una vera vacanza per entrambi e non sto nella pelle.
Dovrò solo pensare a cosa portare, il che sarà un bel dramma.







Ciao! Ecco il nuovo capitolo e ho solo una domanda da farvi: pronte per la vacanza?

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Ciao! Ecco il nuovo capitolo e ho solo una domanda da farvi: pronte per la vacanza?

Ulysses&Diomedes || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora