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Minerva

«Sei sicura di dover andare per forza?»
Elettra mi stringe tra le sue braccia a fa quella sua espressione da cucciolo abbandonato.
«Sapete che non posso sottrarmi alle lezioni e poi tra qualche settimana sarò di nuovo da voi.»
Anche mia madre mi stringe a se, consapevole che in realtà non ci vedremo per molto altro tempo.
Ebbene sì, sto partendo da Torino per tornare alla mia umile dimora a Modena e come sempre mi dispiace davvero tanto lasciare la mia famiglia, soprattutto perché sono sicura non potremo vederci prima di un bel po di tempo causa esami e tutto il resto.
«Tanto lo sappiamo che non è vero...»
Mia sorella mi guarda storto e con disappunto.
«Senti Elettra, comportati bene e prenditi cura della mamma...»
Poso le mani sulle spalle di Elettra e le faccio le raccomandazioni del caso.
So che entrambe, mia madre e Elettra, hanno imparato a prendersi cura l'una dell'altra, ma è sempre meglio ricordare le priorità.
«Tu Minni stai attenta...»
«Come sempre mamma.»
Sorrido debolmente a mia madre e guardo le mie due donne per un'ultima volta.
«Stai attenta anche con Daniel.»
È mia madre a rivolgermi queste parole. Alla fine con il tempo le è passata, diciamo che ha preso abbastanza bene il fatto che io mi sia invaghita di un uomo più grande di me. Credo che lo abbia accettato per la pura convinzione che io sia felice.
«O divertiti con lui, come ti pare.»
Ovviamente mia sorella deve sempre parlare a sproposito.
Io e Daniel neanche stiamo insieme e già crede che siamo arrivati al passo successivo. Incredibile.
Stringo per l'ultima volta mia madre e mia sorella tra le braccia e con qualche lacrima che scende, mi dirigo verso le partenze.
Ormai gli aeroporti sono la mia seconda casa con i continui spostamenti tra Torino e Modena.
In realtà sono molto contenta di tornare a Modena, è un po' che non vedo René e devo aggiornarlo su un po' di cose.
Passo i controlli velocemente e mi appresto a dirigermi verso il gate del mio volo; così mi siedo e nonostante voglia già essere atterrata a Modena attendo che il mio volo venga chiamato.

Da quando la hostess ha annunciato che saremmo atterrato di li a poco, non ho fatto altro che agitarmi sul sedile.
Voglio scendere ora e poter tornare in quella che ormai definisco casa.
Non so neanche io perché sia così esaltata di tornare a Modena. Quella città implica solo università ed esami per me, ma ultimamente sta diventando molto di più. Lì c'è un pezzetto della mia famiglia, René, e quindi sì sono decisamente su di giri al pensiero di potermi ricongiungere con lui.
Per altro lui neanche è già arrivato a Modena, toccherà alla sottoscritta andarlo a recuperare questo pomeriggio tardi, dato che mi ha semplicemente chiesto un favore.
Direi che sono più che felice di farlo, almeno avrò del tempo per rilassarmi un momento prima dell'arrivo di quell'uragano di nome René Grimaldi.
Rido dei miei stessi pensieri mentre percorro la mia strada verso la macchina di René, che gentilmente mi ha lasciato in dotazione una volta partito per tornare a Montecarlo.
Infondo gli voglio bene e credo che glielo dimostrerò preparando qualcosa di sfizioso per il suo ritorno. Infondo, non sono poi una così cattiva cuoca e ancora meno una cattiva pasticcerà, quindi perché no? Una bella torta fatta con tanto amore non si nega mai a nessuno e soprattutto non si rifiuta mai.
Così quando metto in moto l'auto mi dirigo immediatamente verso il supermercato, per comprare gli ingredienti necessari alla realizzazione di una torta, ma anche per rifornire la dispensa visto che siamo stati via per parecchio tempo.

Arrivata a casa sistemo le buste ricolme di alimenti sul ripiano della cucina e mi fermo un momento per riprendere fiato. Nonostante il nostro palazzo abbia l'ascensore, portare le buste anche solo per un breve tratto è stata durissima.
Nel frattempo che cerco di riprendermi spulcio internet nel tentativo di cercare una ricetta semplice ma gustosa e trovo proprio quella che fa al caso mio.
Prendo l'occorrente e inizio a seguire tutto passo passo, il che implica unire tutti gli ingredienti e amalgamarli per bene.
Più facile di così direi che si muore!
Una volta pronto anche il forno posso sistemarci dentro il composto e attendere.
Avvio il timer sul cellulare e nel frattempo corro in camera per sistemare un po' di vestiti che mi sono portata a Torino e che dovrei anche buttare subito in lavatrice, ma credo che per quello aspetterò di vedere se anche René ne ha bisogno.
Quando le mie orecchie sentono il trillo del cellulare che comunica che la torta dovrebbe essere pronta, faccio un salto sul posto. Sono proprio curiosa di vedere cosa è saltato fuori.
Scendo veloce in cucina e subito sento un profumo inebriante di cioccolato, dal quale deduco che la torta sia uscita quantomeno decente.
Con i guanti appositi estraggo la teglia bollente e la sistemo sul ripiano in marmo. Guardo l'orologio e noto che è anche arrivato il momento di andare a recuperare René in aeroporto. Giusto in tempo!
Afferro il cappotto, le chiavi di casa, le chiavi della macchina e sono pronta a partire.

Ulysses&Diomedes || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora