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Minerva

Ho la valigia davanti a me e sto attendendo che anche solo Daniel legga il mio messaggio.
Ho davvero pensato di andarmene, di fatto sono arrivata fino alla reception, ma poi non ce l'ho fatta, non di nuovo.
Ho avvisato Daniel perché mi sembrava la cosa giusta da fare e perché in cuor mio so che proverà a fermarmi.
Le mie gambe non riescono a stare ferme e ogni tre secondi controllo se il mio messaggio ha acquisito le due spinte blu, ma nulla da fare.
Sto quasi per perdere la speranza, sto quasi per andarmene seriamente questa volta, ma la porta viene aperta con prepotenza e vedo Daniel irrompere nella stanza.
Quando mi vede si arresta all'istante.
Nei suoi occhi leggo la speranza di trovarmi ancora qui.
«Non andartene, ti prego. Non farlo.»
Mi parla con un filo di voce.
È provato da tutto ciò che è successo in questi giorni, probabilmente ha anche corso per arrivare qui in tempo.
In risposta mi alzo da dove sono seduta e inizio a vagare per la stanza.
«Volevo farlo Daniel, ma ho cambiato idea.»
Lo dico sinceramente, principalmente perché è vero.
Mi chino sulla valigia e la apro, estraendo tutto ciò che prima aveva un posto in questa camera.
Mi levo la giacca di pelle, la appoggio sul letto e prendo una asciugamano.
Ho bisogno di farmi una doccia, sotto sotto spero che Daniel si unisca a me.
Voglio fare pace con lui, ma con le parole faccio decisamente pietà.
In tutto ciò Daniel mi osserva, in silenzio.
Contempla semplicemente ogni mio singolo gesto come se fosse l'ultima volta che lo vede, ma non sarà così.
Mi reco in bagno e dando le spalle a Daniel mi spoglio, facendo anche scorrere l'acqua della doccia.
Mi ci butto sotto dopo pochi minuti e prego qualsiasi divinità ci sia in cielo perché Daniel mi raggiunga.
Abbiamo bisogno di chiarire e questo è il nostro modo per farlo.
La porta della doccia scorre e la figura di Daniel viene avvolta dal vapore che l'acqua bollente ha creato.
Sorrido, perché in fondo penso che tra noi sia già tutto sistemato.
Daniel mi si avvicina e mi guarda attentamente, dalla testa ai piedi scrutandomi come se non avesse mai visto la mia pelle nuda; io lo guardo fare tutto ciò e ancora sorrido.
Improvvisamente Daniel mi prende e mi spinge contro il muro freddo della doccia, poggiando le sue mani ai lati delle mie spalle e tenendomi intrappolata con tutto il suo corpo.
«Perché non l'hai fatto?»
Ormai ha i capelli completamente bagnati e i suoi ricci grondano acqua.
È così sexy così.
Cosa vuole sentirsi dire?
«Perché non riesco a stare lontana da te, Daniel. Ho bisogno di te per essere felice. Ho bisogno di sentire il tuo corpo caldo accanto a me per dormire beatamente di notte. Sono stata una stupida ad arrabbiarmi così tanto per quel bambino, ma mi sono sentita in colpa. Poi lui si è messo a piangere e non ci ho più visto. Scusa, faccio schifo a relazionarmi con le persone...»
Le lacrime sono sgorgate dai miei occhi senza che neanche me ne accorgessi e si sono mescolate all'acqua bollente.
Daniel non dice nulla, semplicemente mi guarda.
Poi si avventa sulle mie labbra, mordicchiandole mentre mi bacia e le nostre lingue si cercano; non mi lascia neanche respirare da quanto mi vuole.
Cingo il suo collo con le braccia mentre le sue mani corrono lungo la mia schiena per fermarsi sui miei glutei. Con grande forza, Daniel mi solleva e io stringo le gambe attorno al suo bacino.
Mi piace così tanto essere a stretto contatto con il suo corpo.
Mi stacco piano dalle sue labbra, perché nonostante la mancanza di fiato non voglio allontanarmi da lui.
«Dimmi che è tutto ok ora. Odio stare lontano da te. Mi hai ucciso quando sei entrata con la felpa di Charles.»
Annuisco giocherellando con la sua barba che adoro così tanto.
Vengo rimessa con i piedi a terra e prendo per mano Daniel per uscire dalla doccia.
Senza staccare gli occhi l'uno dall'altra ci sistemiamo, rivestendoci e tornando in camera.
Ci stendiamo sul letto, Daniel con la testa appoggiata al mio seno e che mi tiene stretta tra le sue braccia.
«Come sono andate le qualifiche?»
Domanda sincera, ero troppo presa dall'andarmene anche solo per affacciarmi dal balcone.
«Male...pensavo a te e che mi avresti lasciato probabilmente.»
Mi dispiace davvero tanto. Ora mi sento anche in colpa.
«Non succederà più Daniel, voglio promettertelo. Non voglio commettere lo stesso errore di quest'estate.»
Daniel si alza piano dal mio seno e stando sui gomiti mi guarda innocentemente.
«Neanche io. Ti amo, non te lo dico abbastanza.»
«Anche io ti amo Daniel, ho solo bisogno di tempo per dirtelo.»

Ulysses&Diomedes || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora