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A mary2211
Grazie per esserci sempre
Grazie soprattutto per sclerare con me su tutto ciò che riguarda Daniel, questo è l'importante
Ti voglio bene
Queste è per te😽



Minerva

Controllo il mio aspetto un'ultima volta allo specchio e sì, direi che ci siamo.
Questa mattina René mi ha buttata giù dal letto ad un orario improponibile solo perché dobbiamo andare a vedere il gran premio a Imola.
Non capisco tutta questa sua fretta e impazienza dato che da Modena ci metteremo forse un'ora dato che andiamo in macchina.
Ma ormai...vallo a capire René e cosa gli passa per la testa...
Scendo al piano di sotto, dal quale percepisco l'anima in pena di René e sofferente perché non siamo ancora partiti.
«Possiamo andare.»
Gli passo accanto dirigendomi verso la porta, ma la sua voce mi fa gelare sul posto.
«Ferma. Fammi vedere come ti sei vestita.»
Lo guardo con le sopracciglia inarcate e davvero non capisco perché tutta questa sua mania di controllare tutto e tutti.
Siamo a novembre, mi sembra anche il minimo indossare qualcosa di pesante anche perché da quello che ho capito rimarremo ore e ore seduti al freddo e al gelo. E poi non mi sono vestita così male, pantaloni a palazzo e maglietta aderente mi sembra un buon outfit e ho anche optato per il mio cappotto nero lungo fino alle ginocchia.
Tanto so che qualunque cosa io mi metta a lui non andrà bene.
«Mmmh...diciamo che puoi andare vestita così...avresti potuto truccarti un po' di più, ma hai ragione: siamo in ritardo.»
Rido leggermente isterica alla sua affermazione. Truccarmi di più? Già tanto se ho messo mascara e rossetto nude. E poi se non la finisce con quella frase siamo in ritardo giuro che do fuori di matto e a Imola ci va da solo.
Vuoi davvero rinunciare ad un'occasione simile? Ovvio che no e pensandoci bene in questi tre giorni che ho avuto per metabolizzare il tutto, non mi dispiace affatto avere la possibilità di vedere Daniel. Anzi, non vedo l'ora anche se cerco il più possibile di nascondere la cosa a René perché so che non me la farebbe passare liscia.
Riusciamo finalmente ad uscire dal nostro appartamento e raggiungere la modesta auto di René.
«Guidi tu?»
Spero vivamente che dica si, soprattutto perché ho intenzione di dormire tutto il viaggio.
«Ovvio, non oserei mai darti in mano la mia bambina...solo se non ti addormenti dopo due minuti che siamo partiti.»
Rido alle sue parole. Ha voluto trascinarmi in questa follia? Beh e allora io dormirò tutto il viaggio...non prima di aver fatto colazione però.
Ci decidiamo finalmente a salire in auto e a dirigerci verso il nostro bar preferito. Non si trova esattamente in centro, è più in periferia, e fa i croissant più buoni che io abbia mai assaggiato in tutta la mia vita.
Arriviamo in pochi minuti, come ho già detto è abbastanza nella periferia di Modena, e ci accomodiamo ad un tavolo. Siamo talmente di famiglia che ormai non c'è neanche bisogno per la cameriera di venirci a chiedere cosa vogliamo: semplicemente il solito.
«Allora...sei pronta?»
Faccio per addentare il mio croissant ripieno di cioccolato, ma volgo lo sguardo a René prima di farlo.
«In realtà no...non so ancora come hai fatto a convincermi...»
Finalmente lo addento e mi sembra di essere in paradiso. Sì, il cibo mi fa questo effetto.
«Beh...ci ha pensato l'idea di incontrare Daniel a convincerti.»
René mi guarda alzando le sopracciglia un paio di volte. Ok come lo ha capito? Me lo dovrà dire prima o poi; io alzo gli occhi al cielo.
«Ma si allora...non devi aver paura di niente. Finita la gara gli scriverai che sei in zona e boom è fatta.»
Passo a bere il mio cappuccino fumante e distolgo lo sguardo dal mio amico.
Spero proprio che sia come dice lui.

Finalmente parcheggiamo in quello che ho capito essere il luogo in cui gli spettatori della gara possono sistemare le proprie auto.
Scendo dal veicolo e compulsivamente mi guardo attorno sistemandomi il cappotto e i pantaloni.
«Se non la finisci di sistemarti inizio a urlare per tutto il circuito che cerchi Daniel.»
Faccio il verso a René e capisco che forse è anche il caso di darsi una calmata.
Sono qui ormai, non posso farci nulla. Cercherò di divertirmi il più possibile nella mia ignoranza e non pensare troppo al mio secondo fine.
René mi affianca e, appoggiandomi sul suo braccio, ci dirigiamo verso l'ingresso del circuito.
Accanto a me posso vedere altre persone percorrere la nostra stessa via e posso sentire dei rombi di motori provenienti ovviamente dal circuito.
Non vorrei espormi troppo, ma qualcosa dentro di me sta scoppiettando, felice di essere in questo posto.
Dopo alcuni minuti di camminata arriviamo al punto in cui ci chiedono i nostri biglietti e ci fanno tutti i controlli del caso per farci finalmente accedere al circuito vero e proprio.
A dire la verità, nonostante non sia un luogo che frequento con assiduità, emana un'aria molto gioiosa e calda e accogliente.
Seguo René verso i nostri posti, dato che sembra proprio sapere quello che sta facendo e quando arriviamo devo dire che la visuale è mozzafiato.
Abbiamo il privilegio di assistere alla gara dal rettilineo principale e da qui mi rendo davvero conto di quanta gente in realtà lavori in questo settore dello sport.
«Guarda attentamente...la vedi quella monoposto nera e gialla pronta a scattare dalla quinta posizione?»
René punta il dito nella calca di gente e io annuisco.
«Ecco...quello è Daniel...»
Al solo pensiero di trovarmi così vicina a lui, ma così lontana allo stesso tempo, il cuore mi batte fortissimo e sento le guance accaldarsi immediatamente.
Spero solo che questa mia improvvisata non gli dispiaccia. Non vorrei essere presa come una stalker malata e impicciona.
«Charles invece parte settimo...non male per il trattore che guida.»
Scoppio a ridere. Non me lo sarei mai aspettata un paragone del genere da parte di René.
«E il primo? Chi è?»
Faccio anche io una domanda, sono davvero interessata ora.
«Oh beh il primo è Lewis Hamilton, praticamente ha già vinto il settimo titolo mondiale...ed è anche un gran figo...»
Ecco che René fantastica su uomini probabilmente molto più grandi di lui.

Saranno ormai cinque minuti che mi tartasso le unghie strappandomi ogni pellicina possibile e le mie gambe tremano, eccome se tremano, e non riesco a mantenerle ferme.
Da quando René mi ha spiegato che dallo schermo gigante che abbiamo davanti posso vedere in che posizione è Daniel, non ho fatto altro che mantenere lo sguardo fisso su di esso.
Daniel ora è terzo e mancano solo cinque giri alla fine. Non so neanche io perché sono così presa da tutto ciò, penso solo che forse, per un caso fortuito, potrei avergli portato un po' di fortuna ad essere qui oggi.
«Ce la farà, non temere.»
René prende le mie mani tra le sue e insieme aspettiamo la fine della gara, che non sembra arrivare più.
Poi così, come se neanche me ne fossi resa conto, vedo la bandiera a scacchi sventolare, la prima monoposto a tagliare il traguardo è una nera, seguita da un'altra altrettanto nera e la terza...la terza ci mette un momento ad arrivare, ma è nera e gialla. È la sua. È Daniel. Non mi sarei mai aspettata che venendo qui a vederlo gli avrei procurato un podio.
René mi stringe tra le sue braccia, ma io non connetto. Sono sempre stata molto emotiva e questo ora mi porta ad avere il cervello completamente in pappa.
«Minni! Gli hai portato fortuna, hai visto? Ora ci saranno le premiazioni e poi gli scrivi.»
Certo...tra poco arriverà anche il momento in cui dovrò rivelare a Daniel che mi trovo nella sua stessa città.

I festeggiamenti sono stati davvero pazzeschi. Nonostante non mi sia stato possibile fiondarmi sotto il podio, ho potuto afferrare la gioia di Daniel anche da lontano.
Ha anche fatto delle cose molto imbarazzanti, come bere da una sua scarpa e proporre la stessa cosa anche ai suoi colleghi...ma su questo posso chiudere un occhio o anche entrambi.
«Ok allora...io vado a farmi un giro mentre tu e Daniel...beh fate quello che volete...ma ora scrivigli.»
Ok...ok...respira Minerva, respira.
Prendo il cellulare con le mani tremanti e sudate e vado sulla chat con Daniel.
Attendo qualche secondo l'ispirazione, ma non arriva.
«No ok René, non posso farlo.»
Ripongo il cellulare in tasca e incrocio le braccia al petto.
«Mi hai proprio rotto ora! Scrivigli sono a Imola. E vedi che ti risponde, è facile dai.»
Ok....ok...respiro un altro po' e prendo nuovamente il cellulare.
Sono pronta.
So cosa scrivergli.
Ciao Daniel, sono a Imola.







Ciao!! Ecco a voi l'undicesimo capitolo e spero tanto vi sia piaciuto

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Ciao!! Ecco a voi l'undicesimo capitolo e spero tanto vi sia piaciuto. Ma ora, come reagirà Daniel? Lo scoprirete settimana prossima. A presto

Ulysses&Diomedes || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora