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Minerva

Ok Minerva, non è nulla di che. Solo un semplice esame. Uno come tutti gli altri.
Faccio avanti e indietro per la stanza in cui mi trovo insieme a René ripetendomi di stare calma, ma inevitabilmente mi agito ancora di più.
Con tutte le cose che sono successe non ho avuto tempo di studiare bene per questo esame e sento che se mi dovessi far prendere dal panico dimenticherei anche quelle poche cose che so bene.
Dio che disastro! Sto davvero sprecando questa occasione di studiare qui a Modena perché non riesco a conciliare la mia vita privata con lo studio?!
Sono un'incapace, altroché.
«Minerva ti vuoi sedere e stare tranquilla per l'amor del cielo!»
Anche René è stressato ultimamente. Questa università è tosta e ci mette sotto pressione costantemente, capisco che sia agitato, ma è un gran bravo a non darlo a vedere.
«Scusa, non ci riesco. Mechanical vibrations è stato difficile da studiare. Non mi sento pronta per niente.»
Alla fine mi sono accasciata su una sedia, disperata.
Non ho più neanche la forza di lamentarmi o preoccuparmi.
Se Daniel fosse qui mi direbbe che posso fare qualunque cosa, ma la verità non è questa. Per colpa sua ho studiato male questa materia e se non dovessi passare l'esame mi sentirà.
Per colpa sua si fa per dire, ovviamente, non ho niente contro di lui, che mi ha aperto il suo cuore con il risultato di diventare il mio ragazzo, ma forse avrei dovuto fare meno la sdolcinata e più la studiosa.
Giuro che aspettare di sentire il proprio nome per poter sostenere l'esame è una crudeltà, non fa altro che mettere ancora più ansia.
«Senti Minerva, non ce la faccio più a vederti nevrotica. Andrai bene e questo lo sai anche tu.»
Nel panico generale prendo anche a mangiarmi le unghie.
Non so davvero a che altro pensare, la mia mente sembra piena di...esattamente un bel niente.
Dio ma perché sono fatta così?! Perché i miei genitori mi hanno fatta così?!
«Colombo Minerva.»
Allarmata guardo René e sembro pazza. Sto sudando, le mani sudano e sicuramente sto pezzando la maglietta.
René mi fa un cenno con la testa per rassicurarmi e così mi alzo da quella sedia per seguire l'insegnante nella stanza adiacente per poter sostenere l'esame.
Mi fa firmare un foglio e il momento della verità arriva.
Vorrei solo scappare in questo momento.

Esco dalla stanza che sono letteralmente traumatizzata.
«Minerva...sei con noi?»
René mi fa accomodare su una sedia vedendomi in seria difficoltà.
Non so neanche io perché sto così, l'esame è andato bene. Forse sono solo in shock post esame.
«Ho preso 30 e lode...»
C'è un momento di silenzio, poi la voce di René mi risuona chiara nelle orecchie.
«Ma vaffanculo! Pensavo ti avessero bocciato!»
Lentamente mi riprendo e sorrido alle parole di René.
Tra poco dovrebbe toccare a lui e vedo benissimo che sta iniziando a farsela sotto.
«Dai non è così difficile...»
René mi fulmina con lo sguardo probabilmente per l'incoerenza che sto mostrando.
Dopo aver saputo il voto mi sono calmata un momento e dopo quello shock iniziale mi sono ripresa completamente. Ora riesco a vedere bene la preoccupazione di René e posso anche capire cosa significhi per lui avermi sopportata nei minuti precedenti.
«Se l'ho passato io, lo passi anche tu che hai studiato più di me.»
È un dato di fatto, niente di più e niente di meno.
«Grimaldi René.»
Io e René ci scambiamo una rapida occhiata e con passo pesante e per niente allegro lo vedo sparire nella stanza dalla quale poco prima sono uscita io.

«Dopo questa servirebbe un'ubriaca epica.»
Ridacchio alzando gli occhi al cielo mentre io e René usciamo dall'edificio che ha simulato una prigione per noi per le ore precedenti.
È sempre il solito: vuole sempre divertirsi.
«Pensa che dopo questa io ho capito che forse dovrei concentrarmi un po' di più sullo studio...»
«Finiscila che Daniel ti fa solo bene!»
Già, Daniel...chissà come sta, oggi non ci siamo proprio sentiti. Sono la sua ragazza, ma faccio veramente pena nel mio ruolo.
Usciamo definitivamente dall'Università e decidiamo di sistemarci su una panchina non molto distante. Quest'aria mi sembra trenta volte meglio di quella pesante che c'era in quella dannata stanza.
«A proposito di Daniel...quando vi vedrete ancora?»
Bellissima domanda René, davvero. Dovrebbero darti un premio per le domande a sproposito.
«Non so, ultimamente non ci siamo sentiti molto...principalmente perché dovevo studiare per l'esame di oggi...»
«Beh si da il caso che l'esame sia finito e Daniel non aspetta altro che fare cose non adatte ai minori con te. Su! Su!»
René è veramente un tipo strano, non so neanche io come faccio ad essere sua amica.
Comunque sia, ha più che ragione, come sempre del resto. Così mi appresto ad estrarre il cellulare per scrivere al mio ragazzo, ma quando sto per digitare qualcosa la mia attenzione viene catturata da rumori provenienti da poco lontano da noi.
Sia io che René ci voltiamo incuriositi e quello che ne troviamo è una massa di gente accalcata che chiede foto e autografi ad una persona.
Sono un po' lontano, non riesco bene a vedere di chi si tratti, ma un nome mi arriva chiaro alle orecchie.
Così mi alzo e confusa mi dirigo verso quelle persone.
«Daniel? Cosa ci fai qui?»
Non appena mi pronuncio la calca di gente si apre in due stile Mosé con le acque del Mar Rosso.
Ora c'è silenzio. Daniel sembra imbarazzato, ma anche molto allarmato. Quasi dimenticavo che io non dovrei sapere che lavoro fa, ma a quanto pare tutti i miei compagni di corso lo conoscono bene.
«Ehi, Minerva!»
Daniel fa qualche passo verso di me e quando mi è abbastanza vicino prende i miei fianchi attirandomi a sé e baciandomi delicatamente le labbra.
Subito mi allontano, coprendo il mio viso con le mani per l'imbarazzo.
È impazzito o che so altro, sicuramente.
Le persone intorno a noi ci guardano sbalorditi, così trovo il coraggio di prenderlo per mano e portarlo il più lontano possibile da quella calca.
Decidiamo di sistemarci dove prima eravamo solamente io e René; mentre ci avviciniamo, guardo René non so se più al settimo cielo per la sorpresa di Daniel o più imbarazzata per avermi baciata davanti a tutti.
«Ehm...Daniel, lui è René, il mio migliore amico.»
«Oh, ehm...è a lui che ho scritto per sapere se oggi pomeriggio eri libera. Piacere amico!»
Daniel allunga un pugno, che prontamente René batte contro il suo ricambiando il saluto.
Non ho ben capito questa storia: quindi René sapeva che Daniel sarebbe venuto qui? Dovrò rivalutare le sue abilità da mentitore.
«Sono un po' spiazzata, Daniel...non saprei che fare...vuoi andare a fare una passeggiata?»
Guardo Daniel con le mani in tasca, decisamente imbarazza e sorpresa. Dove lo porto ora?
«Casa è libera, se volete...»
René fa finta di nulla mentre sgancia la sua bomba. So che non aspettava altro che dire quella frase.
La situazione rasenta la comicità, decisamente. Io, che vorrei essere il più lontano possibile da qui; René, che non si fa gli affari suoi; Daniel, che probabilmente non sa neanche cosa sta succedendo.
«Senti...iniziamo ad andare, poi decidiamo che fare.»
Daniel acconsente e insieme ci dirigiamo verso l'uscita del parco dell'Università.
«Scusami per René, fa sempre così quando è felice per qualcosa...»
Non so neanche se si possa definire felicità la sua, più che altro la definirei stupidaggine.
«Non ti preoccupare, lo posso capire...piuttosto, spero di non disturbarti ad essere qui senza preavviso...»
Prendo la mano di Daniel nella mia per rassicurarlo. Anche se avessi il mondo da fare accantonerei tutto per stare con lui.
«Non ti preoccupare, davvero. Ho appena finito un esame e direi che prima di studiare per il prossimo passerà un bel po'.»
Camminando alla fine ci siamo fermati proprio fuori dal parco dell'Università; ci siamo sistemati contro una ringhiera, Daniel che mi tiene per i fianchi e io con le mani appoggiate al suo petto.
«Comunque sia, non posso stare qui molto. Devo andare in Inghilterra per fare delle cose, ma avevo troppa voglia di vederti.»
Sorrido istintivamente. Anche a me fa molto piacere vederlo, non mi sarei mai aspettata che lui potesse essere uno che parla così apertamente dei suoi sentimenti.
Posa le labbra sulle mie, ancora una volta, e il sapore delle sue labbra è davvero stupendo. Vorrei che non finisse mai questo momento.
«Mi chiedevo anche se...ti andasse di venire a Montecarlo da me qualche volta...magari anche questo weekend dato che dovrei essere a casa...»
Questa decisamente non me l'aspettavo. Così diretta e così schietta, ancora meno.
Sono un po' impaurita da questa situazione. Capisco che sia il mio ragazzo, ma ho paura di andare da lui a Montecarlo e stare da lui per non so forse due o tre giorni, sì.
Capisco di dovergli una risposta quando poso i miei occhi nei suoi e lo vedo un po' nervoso.
«Sì, va bene...»
Precisamente cosa mi è passato per il cervello in quel momento non lo so neanche io. Ho risposto impulsivamente e ne è uscita una risposta affermativa. Bene, credo che René sarà fiero di me. Io di me stessa lo sono un po' meno.
«Davvero? Fantastico! Non vedo già l'ora.»
Che anche Daniel non si aspettasse questa mia risposta la dice lunga. So di non essere una ragazza che proprio si butta quando c'è da fare qualcosa e Daniel sembra averlo capito meglio di me.
Mi sono infilata in un casino? Può darsi, ho solo detto di sì al mio ragazzo per poter passare il weekend da lui e a casa sua.







Ciao!! Ecco il nuovo capitolo e spero vi sia piaciuto

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Ciao!! Ecco il nuovo capitolo e spero vi sia piaciuto. Allora allora la nostra Minerva andrà a Montecarlo per la seconda volta, ma ora trascorrerà il weekend da Daniel...chissà che succederà. Ci vediamo settimana prossima.

Ulysses&Diomedes || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora