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Minerva

Mi sbatto la porta alle spalle e faccio un respiro profondo. Dove sarei potuta andare? La risposta che subito mi si fissa in testa stupisce anche me. Sono ormai già le otto di sera e decido di andare in uno dei bar più in voga di Montecarlo. Scendo per la collina e mi dirigo in centro. Indosso ancora la gonna di questa mattina e con questo venticello di ottobre sento un leggero freddo, ma non me ne preoccupo troppo. Dopo venti minuti buoni di camminata arrivo al centro illuminato della bella Montecarlo. È domenica sera e la città è molto movimentata, non che durante le sere degli altri giorni della settimana sia diverso, ma nel fine settimana la gente si triplica.
Mi dirigo verso il locale con meno gente, inizialmente avevo un'altra idea, lo so, ma vedere tutta quella gente mi aveva nauseato. Il locale è carino e accogliente e appena entro vengo squadrata da praticamente tutti i presenti. Me ne infischio, sono troppo infuriata per pensare ai pregiudizi; mi siedo al bancone e aspetto che qualcuno mi degni della sua attenzione.
«Che ti porto, dolcezza?» il ragazzo che mi si rivolge è alto e moro, ha i ricciolini e mi sorride, sinceramente sembra, non per dovere di lavoro. È bello, molto bello, il fascino del moro insomma. Un pensierino ce lo farei...
Dio non posso credere di averlo pensato davvero. Daniel era già stato superato? Per una cosa che avevo estremizzato io? Sto diventando stupida.
«Uno shot di qualsiasi cosa...» mi guardo intorno. Ora un po' mi sto preoccupando della gente che mi circonda.
«Che è successo?» prende un bicchierino da sotto il bancone e sorride ancora.
«Ho litigato con il mio fidanzato...»
«Oh vodka allora, decisamente...» ride e io gli vado dietro. Perché non potrebbe essere tutto semplicemente semplice anche con Daniel?
Afferro il bicchierino e butto giù la bevanda. Liscia...bleah...mi brucia tutta la gola, ma per alleviare la mia mente va più che bene.
«Come si chiama?» mi riempie nuovamente il bicchiere.
«Daniel.» Butto giù ancora con la stessa insistenza di prima. Il ragazzo mi guardo storto, non può aver capito che Daniel Ricciardo è il mio fidanzato. Da cosa mi avrebbe riconosciuto poi? Non abbiamo foto insieme.
«Brutta storia, eh, i Daniel. Anche la mia ex, Danielle, una palla. Sarà il nome allora!» sono ormai al terzo shot e comincio a sentire gli effetti tanto che rido come un'oca.
Poi quattro.
Cinque.
Sei.
Perdo il conto.
Lascio il conto al ragazzo e mi alzo cercando di non barcollare e sbattere contro chiunque. Ora la mia mente è più che leggera, non pensa a nulla. In testa mi ronza una canzone italiana bellissima che andava qualche anno fa. Non so dove dirigermi, ma non me ne faccio un problema. La mia nuova tappa è il lungo mare, dove ci sono migliaia di altri bar e parecchie discoteche.
Hai veramente intenzione di bere ancora, Minerva? No, ma passando accanto ad una discoteca vengo rapita dalla musica che emette e mi sale una voglia sfrenata di ballare e divertirmi. Non l'ho praticamente mai fatto nella mia adolescenza e tanto meno lo faccio in questi anni, ho una relazione che, ora come ora, non so neanche se si può definire stabile, con un uomo che ha otto anni in più di me e che non mi fa conoscere i suoi amici o non mi fa svagare con lui. Ho decisamente bisogno di ballare.
Mi metto in coda dietro agli altri ragazzi che aspettano di entrare e scopro con mio grande piacere che in realtà la festa è gratuita; faccio del mio meglio per non sembrare del tutto andata, sono leggermente iperattiva, ma se sto zitta nessuno si accorgerà di nulla e potrò entrare.
Appena entro vengo colpita dal rumore assordante della musica. In una situazione normale avrei odiato questo posto, ma sono sbronza e non mi curo di nulla. Mi butto nella pista da ballo e comincio a ballare trasportata dalla musica. Mi sento libera e potentissima. Ho deciso di spegnere il cellulare in modo che nessuno mi possa disturbare e con nessuno intendo proprio Daniel.
In poco tempo un mucchio di ragazzi si sono avvicinati a me, pensando che fossi una preda facile. Ho deciso di svagarmi e lo farò fino in fondo. L'ha fatto anche Daniel quando ci siamo "lasciati" e allora perché non dovrei farlo anche io adesso?
Sento delle mani stringermi i fianchi e mi volto verso il loro proprietario. È alto, moro e con gli occhi azzurri. È bello. Decido di starci. Mi struscio contro di lui quel che basta per fargli capire che ho le sue stesse intenzioni . Sento le sue mani ovunque, perfino che corrono su per la mia coscia alzandomi di un po' la gonna. Percorrono tutto il mio corpo e mi stringono con delicatezza il seno. Dopo un po' che balliamo, mi gira e mi guarda negli occhi. Non sono mai stata guardata da occhi che non fossero quelli di Daniel e questo mi provoca una strana sensazione che mi spinge a prendere il viso del ragazzo e a baciarlo. Le sue labbra sanno di alcol. Pensavo veramente di trovare qualcuno di sobrio in quella discoteca? La mia lingua insiste e finalmente riesce a rompere la barriera delle sue labbra. Essere baciata da labbra diverse da quelle di Daniel mi fa prendere una boccata d'aria fresca.
Sono stronza, lo so.
Mi stacco senza fiato e lo osservo. Anche lui fa lo stesso. Si avvicina per baciarmi nuovamente, ma mi allontano. Ho intenzione di andarmene da quel posto, mi sono semplicemente stancata di stare li.
Da ubriaca sono strana, indecisa e frettolosa.
Esco da quel luogo ballando ancora leggermente. Fa freddo fuori probabilmente, dato che tutti attorno a me sembrano indossare cappotti pesanti, di fatto un velo di sudore mi copre il corpo e non sento per niente l'aria pungente.
Mi dirigo verso quello che inizialmente era il mio piano e mentre mi incammino verso il lungo mare mi torna in mente quella canzone italiana di prima che mi accompagna verso una piazzetta e la canticchio anche. Sembra che tutto attorno a me se ne sia andato.
Una sensazione troppo bella...
«Finalmente ti ho trovato!»
C'è qualcuno che parla, ma sembra troppo lontano per capire chi sia e a chi si sta riferendo.
«Ti ho cercata tutta sera! È possibile sapere perché non rispondi al cellulare?!»
Ora quella voce si fa leggermente più vicina, ma la canzone nella mia testa la sovrasta completamente.
«Minerva!»
Improvvisamente sento quella voce forte e chiara nelle mie orecchie. Mi alzo dalla panchina sulla quale mi ero seduta nel frattempo e vedo un uomo davanti a me. Ho la vista leggermente offuscata dall'alcol, ma questo non mi impedisce di riconoscerlo. Daniel. Alzo gli occhi al cielo.
«Dove sei stata?»
«A divertirmi in un bar, in una discoteca...»
Faccio una giravolta su me stessa al ricordo della musica assordante di poco prima e la gonna mi si alza leggermente; faccio un risolino. Strano come nella mia vita mi sia ubriacata solo due volte e il mio atteggiamento sia completamente diverso da quello dell'ultima volta.
«Quanto hai bevuto?»
«Un paio di shot...forse...»
Daniel alza le sopracciglia e incrocia le braccia al petto indignato.
«Un paio? Ma se sei completamente ubriaca! Tu non sei così Minerva, tu non bevi!»
«Sai Dan, è la seconda volta che mi ubriaco per colpa tua. La prima è stata qualche mese fa e quando sono tornata a casa sono scoppiata in lacrime. Piangere per te, che idiozia!»
Mi muovo in maniera strana...ho ancora voglia di ballare?
«Dan? Sei completamente fuori di te!»
«Dan, Dan, Dan...»
Un'altra giravolta, ma quando torno al mio posto vengo frenata subito. Il mio polso è saldo nella stretta di Daniel e mi sta anche facendo leggermente male.
«Ora tu vieni a casa con me.» Prende a camminare freneticamente tanto che non riesco a stargli dietro. Mi fa salire in auto con prepotenza e quando è salito anche lui partiamo. Il breve tragitto verso casa lo trascorro voltata verso il finestrino con il broncio.
Questo stronzo mi ha rovinato la serata.
Arrivati a casa Daniel mi tiene d'occhio per tutto il tragitto fino alla porta. Entriamo e ancora non toglie lo sguardo da me.
«Siediti.» Ha intenzione di punirmi o qualcosa del genere? Perché di essere punita tramite una scopata sinceramente ora non ne ho voglia, anche se normalmente troverei la cosa eccitante.
Sono abbastanza impaurita dal suo tono di voce. Ho le difese abbassate dalla poca sobrietà e se dovessi resistergli non riuscirei a rispondergli a dovere, così decido di seguire il suo ordine e di sedermi sul divano. Vedo che mi si avvicina con un bicchiere pieno di qualcosa, ma improvvisamente la stanza inizia a girare e le orecchie mi si fanno ovattate.
Vedo a stento Daniel pronunciare delle parole, posare il bicchiere e precipitarsi da me.
Prima che tutto diventasse nero non sono riuscita a capire se lui sia arrivato in tempo per prendermi oppure se sono caduta per terra o distesa sul divano.
So solo che ad un certo punto non ho più capito nulla, né visto nulla.







Ciao! Ecco il nuovo capitolo e spero vi sia piaciuto

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Ciao! Ecco il nuovo capitolo e spero vi sia piaciuto.
Ah...la nostra Minerva e il nostro Daniel...chissà come si risolverà questa cosa...
Ci vediamo al prossimo capitolo!

Ulysses&Diomedes || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora