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Minerva

Fisso lo schermo del cellulare da almeno venti minuti e non mi importa se dall'altra parte Daniel ha il visualizzato da altrettanto tempo.
Sono davvero senza parole.
Primo: come ha fatto a trovarmi?
Secondo: ho davvero fatto colpo su di lui?
Non che mi dispiaccia, ovviamente, ma è abbastanza inusuale che un ragazzo mi scriva di sua spontanea volontà. Soprattutto se quel ragazzo è Daniel, così bello e così adulto.
«Cioè tu mi stai dicendo davvero che Daniel Ricciardo ti ha scritto...e ti vuole vedere...»
Per non parlare del fatto che René sembra completamente uscito di senno. Ma che problemi ha?!
Annuisco con ovvietà alla sua presa di coscienza. Davvero non capisco.
«Sai che Daniel Ricciardo è uno dei piloti più belli e più forti che corrono in Formula Uno?»
Oh ecco perché si è messo ad urlare. Daniel è un pilota di Formula Uno, certo, un collega di Charles. Che stupida, me ne ero anche dimenticata per un secondo.
«Sapevo io di aver fatto centro a portarti con me alla festa!»
Prendo la mia testa tra le mani per cercare di riflettere senza che René mi urli nelle orecchie.
In fondo, aspettavo con tutta me stessa un atto divino che potesse aiutarmi a capire se davvero avevo fatto colpo su Daniel, ma forse questo è addirittura troppo esplicito e diretto.
«Hai già deciso cosa indosserai per il vostro appuntamento
Scosto le mani dal mio viso e guardo René chiedendomi se delle volte c'è o ci fa.
«Sai vero che non gli ho ancora risposto?»
Raccatto i miei libri, li ripongo nello zaino e mi affretto ad alzarmi di lì. Ho bisogno di riflettere in pace.
«Ma è abbastanza ovvio che gli dirai di si, vero?»
René mi segue correndo e tentando di schivare ogni persona che incontra sul suo cammino.
«Non lo René, ok?! È tutto così strano e affrettato.»
Mi volto di scatto tanto che quasi il mio amico mi cade addosso.
Non sono abituata a gestire cose del genere, forse è la prima volta che esco seriamente con un ragazzo.
«Fatti aiutare da me allora...dove stai andando ora?»
Sospiro, mettendo le mani nelle tasche del giubbino e affiancando René; ora camminiamo decisamente a passo normale.
«Voglio tornare a casa per riflettere...»
René si ferma improvvisamente, voltandosi verso di me e prendendo le mie mani facendo voltare anche me.
«Ascolta piccola Minni - mi guarda negli occhi e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio - non c'è nulla su cui riflettere. Sei perfetta, Daniel ti ha scritto perché vuole conoscerti per quella che sei e tu dovresti acconsentire ad uscire con lui.»
So che René ha ragione, ma è oggettivamente difficile per me lasciarmi andare. Ho costantemente paura di essere ferita.
«Lo so René, ma...»
«Ma niente. Ora vieni da me, facciamo merenda e ne parliamo con calma.»
Annuisco timidamente a René, il quale mi fa un sorriso felice e mi prende per mano conducendomi verso il suo appartamento.

Non avevo mai visto l'appartamento di René prima di questo momento. So perfettamente che non dovrei stupirmi eccessivamente, lui è pieno di soldi, e questo appartamento è decisamente sopra le righe, ma sì, sono stupita.
Nonostante sia abbastanza nella periferia di Modena, è un bel posticino, moderno e a metà strada tra l'aeroporto e l'università.
«Accomodati dove più ti piace.»
René mi da le spalle, dirigendosi verso la cucina; così decido di fare un giretto in salotto, tra i divani e la televisione.
Tutto sommato non mi dispiacerebbe per niente vivere qui con René, sarebbe un'esperienza stupenda da condividere con lui.
«Caffè? Té?»
Mi volto verso il mio amico senza avere la minima idea di cosa rispondere; alzo le spalle indifferente.
«Ci sono...cioccolata calda!»
Alzo di scatto lo sguardo verso René e i miei occhi si illuminano immediatamente. Mi farebbe una grandissima coccola, oltre che ad un grandissimo regalo.
René prepara le nostre cioccolate in davvero poco tempo e quando la mia mi viene presentata sul tavolo non posso fare a meno di chiudere gli occhi e godermi lo stupendo profumo di cioccolato.
«Vieni, ti faccio vedere una cosa...»
René mi forza a riaprire gli occhi e lo trovo ai piedi delle scale con la sua tazza tra le mani che attende un mio movimento.
Non ho ben in mente cosa abbia intenzione di fare, ma non esisto e mi accodo a lui mentre saliamo le scale fino al piano superiore.
Percorriamo un lungo corridoio fino ad arrestarci davanti ad una porta chiusa.
Probabilmente dietro di essa si nasconde una stanza, ma perché René me la voglia far vedere non ne ho idea; infatti quando la porta viene aperta, mi viene mostrata una stanza molto spoglia, con un semplice letto nel mezzo, un armadio e qualche mensola.
«Vieni, sediamoci sul letto.»
Faccio ancora una volta quello che mi dice e mi sistemo con le gambe incrociate sul materasso.
«Hai voglia di raccontarmi bene cosa è successo tra te e Daniel alla festa settimana scorsa?»
Annuisco sorseggiando quella prelibatezza calda.
«È stato dopo che ti ho avvertito di dover andare in bagno. Quando sono uscita non ti ho più trovato, così mi sono appartata e lui si è avvicinato. È stato davvero carino con me, nonostante forse mi abbia avvicinato principalmente per provarci. Io l'ho apprezzato, non l'ho neanche respinto. A me piace Daniel, fisicamente e dal quel poco che ho potuto capire anche caratterialmente, ma non lo so...»
Fisso costantemente la mia tazza, con gli occhi bassi; René mi stringe la mano.
«Credo che se già ora dici che ti piace, dovresti provare ad uscire con lui. Non dovete andare chissà dove, anche solo un caffè decente basterà.»
«E poi lui vive a Montecarlo, non si può fare...»
René mi toglie la tazza dalle mani e la ripone sul comodino. Ora avrà di che rimproverarmi, ne sono certa.
«Ascolta, questa stanza diventerà la tua camera non appena ci saremo messi d'accordo per bene e questo sarà il letto sul quale tu e Daniel consumerete la maggior parte delle volte...sempre senza fare troppo rumore perché sto esattamente qui sotto. Quindi, rispondi che anche tu lo vorresti rivedere e il resto arriverà da solo.»
Non posso fare a meno di sorridere alle parole del mio amico, anche se già mi vede sposata con quel pilota. Vorrei davvero rispondere positivamente a Daniel, ma c'è sempre qualcosa che mi interrompe.
«Se non lo fai tu, lo faccio.»
Istintivamente mi tocco la tasca dei jeans per controllare che il mio cellulare sia ancora lì. René sarebbe più che in grado di rubare le mie password e fare tutto per conto proprio.
«E se aspettassi ancora qualche giorno?»
La prima regola della seduzione è farsi desiderare, no?
«Per carità Minni! Già quel povero cristo l'abbiamo lasciato con il visualizzato da almeno due ore! Scrivigli e punto. Sono qui con te.»
Rido ancora. René ha proprio ragione, dovrei almeno farmi viva con Daniel.
Così sblocco il cellulare e vado per l'ennesima volta sulla chat con lui.
Ehi, certo mi ricordo di te. Anche a me farebbe piacere rivederti.
Mostro a René il messaggio ed è proprio lui a premere invio.
Dire che controllerò il telefono ogni trenta secondi è un eufemismo. Ora sono davvero un ansia per la risposta.
«Ora questo benedetto cellulare lo spengo così non ti fai del male da sola.»
Ok probabilmente è la soluzione migliore per preservare la mia sanità mentale, ma quando René tenta anche solo di avvicinarsi al mio apparecchio elettronico quasi lo picchio.
Ho bisogno di averlo a portata di mano per quando Daniel mi risponderà, se mi risponderà.
Io e René ci guardiamo negli occhi per qualche istante, il mio cellulare posizionato sul materasso tra me e lui. Non accenna ad illuminarsi o a fare qualche suono.
Che ingenua! Davvero pensavo che un uomo come lui fosse in attesa perenne di un mio messaggio? Con tutto quello che avrà da fare?
Sbuffo e picchietto le unghie sulla tazza. Sto iniziando a deprimermi.
«Ecco, non mi risponderà...»
René rotea gli occhi.
«A parte il fatto che gli hai scritto neanche tre minuti fa e poi lo capirei se volesse aspettare a risponderti...un po' come hai fatto tu.»
René mi accusa velatamente e sospiro sonoramente. Perché flirtare con qualcuno è così difficile?
Rimaniamo in attesa ancora per qualche istante, ma tanto mi sono già messa il cuore in pace: lui non mi risponderà in un tempo decente.
«Che giorno è oggi?»
Improvvisamente René rompe il silenzio con questa domanda strana. Perché ora vuole sapere che giorno è?!
«Giovedì perché?»
«Sì, ma che numero?»
Ci penso su un momento e poi rispondo al mio amico. Oggi è giovedì 23 ottobre.
«Oh cara, sarà impegnato una qualche intervista in Portogallo. Non credo ti risponderà in un tempo ragionevole.»
Ecco che René rigira il dito nella piaga. Così ora vivrò le prossime ore nel tormento.
E invece con nostra grande sorpresa lo schermo del mio cellulare si illumina e sento il suono tipico dei messaggi in arrivò da Instagram.
È lui. Deve essere lui. Ti prego.
Mi scaravento sul cellulare e aspetto qualche istante a proferire parola. È proprio Daniel che mi ha scritto.
«È lui? Che ti ha scritto?»
Ignoro completamente la voce di René e con la bocca socchiusa leggo il messaggio.
Oh che bello, quasi non ci speravo più che mi rispondessi. Va bene se ci vediamo tra qualche settimana? Sai il lavoro è una palla certe volte...
«Tra qualche settimana...»
Ripeto quelle tre parole. Perché dobbiamo aspettare così tanto? Perché non domani?
Ah già, René dice che ora è in Portogallo.
«Come tra qualche settimana?!»
Poso il mio sguardo su René e semplicemente alzo le spalle.
Dovrò vivere nel tormento fino a che non arriverà quel fatidico giorno.







Ulysses&Diomedes || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora