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Minerva

«Io e Loki non vediamo l'ora di vederti gironzolare per casa con noi.»
Siamo seduti su un muretto del piccolo patio dell'università mentre coloro che ho invitato alla mia laurea chiacchierano tra di loro. Sono stata proclamata da solamente una decina di minuti e già Daniel pensa alla nostra convivenza.
Intreccio le dita con quelle di Daniel e lo guardo intensamente negli occhi, sorridendo.
«Beh, per questo dovrai aspettare ancora qualche settimana.»
Daniel fa una smorfia di disappunto.
Lo amo troppo quando fa così.
Prendo il suo mento, lo sollevo fino a guardarmi e lo bacio. Credo che non mi stancherò delle sue labbra, così morbide e calde, si incastrano perfettamente con le mie.
«Ehi, sorella ingrata! Staccati dal tuo principe azzurro e vieni qui!»
Ovviamente a rovinare tutto ci si mette mia sorella Elettra. Nonostante sia un peso colossale, certe volte, le voglio un bene dell'anima e so che anche Daniel prova lo stesso sentimento per lei; dal canto sue Elettra è molto contenta di avere un cognato come Daniel che la aiuta molto spesso con i compiti di inglese, facendo lei il liceo linguistico.
Elettra si avvicina a me e mi strattona per portarmi al centro del prato dove già si trova mia madre. Mi posiziono al centro del trio che noi tre donne componiamo e mi volto verso la macchina fotografica sorretta da René. Accanto a lui vedo che si posiziona Daniel; mi soffermo un attimo a contemplarlo nel suo bel completo con camicia bianca e pantaloni neri. Credo che non smetterò mai di guardarlo con occhi sognanti.
«Tesoro, la fotocamera è da questa parte» René mi riprende e io leggermente imbarazzata obbedisco.
«Tuo padre sarebbe fiero della donna che sei diventata.» Sorrido a mia madre, normalmente, quando si tratta di mio papà, rimango senza parole; mia madre lo sa e per lei va bene così.
Finita la foto di famiglia, trascino Daniel dove mi trovo io per suggellare il momento felice. Si posiziona accanto a me prendendomi per la vita e guardandomi con un sorriso; io gli appoggio la mano sul petto e alzo la testa per incrociare i nostri sguardi. In quel preciso istante René scatta la foto. Siamo usciti fantastici, io nel mio completo rosa con giacca nera e camicetta bianca, lui possente e protettivo. Una volta stampata sarà sicuramente la prima cosa che porterò nella mia nuova casa a Montecarlo.

«Quindi appena tutto questo finisce ti trasferisci da Dan e mi lasci?»
Io e René ci troviamo all'esterno del locale che ho affittato per la mia festa; a sentire quelle parole mi volto verso Daniel che parla con mia madre.
«Sì, non esattamente domani perché devo avere il tempo di raccattare le mie cose qui a Modena e poi quelle a Torino.»
«Che hai Minni?» René cerca il contatto visivo con me che ho abbassato gli occhi sullo sterrato.
«Non lo so René. Sono un po' impaurita, non ho mai convissuto con un uomo.» Un uomo che per altro mi ha rivelato di volere una famiglia con me, ma questo nessuno lo sa.
Per quello che può servire, René mi accarezza un braccio cercando di farmi capire che vivere con un uomo non è poi la cosa più difficile che affronto.
«Magari fra qualche anno mi farai conoscere dei piccoli Daniel o delle piccole Minerva.» René mi fa un occhiolino. Li voglio dei figli, con tutto il mio cuore, con Daniel soprattutto, ma la cosa mi fa un po' paura.
«Non so quanto potrò essere una brava madre. D'altro canto ho solo 25 anni.»
René mi abbraccia. Il secondo posto che amo di più dopo le braccia di Daniel sono proprio le braccia di René.
«Ti aspetto René, a Montecarlo intendo»
«Verrò.»

«Ok ok ora tocca al mio regalo!» René fa lo slalom tra gli invitati e quando arriva al mio cospetto mi passa una borsetta di carta rosa con la scritta gigante Victoria's Secrets. Mi batto il palmo della mano sulla fronte e guardo Daniel seduto accanto a me che se la ride. Avere un amico gay non da mai una certezza. Stacco con delicatezza il nastro adesivo che tiene chiusa la borsetta per non mostrare il contenuto. Do un'occhiata all'interno e trovo un pacchetto di preservativi. Ironico come qualche minuto prima mi avesse detto di voler vedere qualche piccolo Ricciardo e poi mi facesse regali simili; guardando meglio però noto anche un completino molto carino e anche molto sexy, quello mi piace. Porgo la borsetta a Daniel per mostrargli il contenuto. Lui ride battendo il cinque a René: incredibile quanto sembra un bambino in queste situazioni nonostante abbia la bellezza di 33 anni.
René si posiziona dietro me e Daniel appoggiando le mani su entrambe le nostre spalle.
«Beh, visto che vivrete insieme credo che vi servano. Anche se spero in qualche piccolo pargolo.»
«Grazie mille René. Amo quel completino.» Gli scocco un bacio sulla guancia e lo lascio tornare al suo posto.
La cerimonia di apertura dei regali continua con i regali di mia madre, che mi ha regalato oggetti riguardanti la casa, primo tra tutti una mokka per il caffè; Elettra invece mi ha regalato un ciondolo stupendo in oro bianco con la maglia della collanina molto sottile e fine alla quale è attaccato un brillante blu intenso.
Daniel si avvicina al mio orecchio.
«Il mio regalo lo vedrai una volta a Montecarlo.»
Lo guardo negli occhi sorpresa e lo bacio istintivamente. Ho una mezza idea di cosa voglia intendere, ma non si può mai sapere.

Ulysses&Diomedes || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora