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Minerva

Il viaggio da Nizza è stato davvero piacevole soprattutto perché viaggiare con René è davvero un'esperienza divina. Abbiamo passato tutto il tempo ad ascoltare musica, Britney Spears e Lady Gaga principalmente, e a parlare del più e del meno. Quasi mi sono anche dimenticata di dove eravamo diretti.
Entriamo a velocità non troppo elevata in quella che dovrebbe essere la cittadina di Montecarlo e appena vedo come tutto qui sembra d'oro (finto chiaramente) mi luccicano gli occhi. Mai nella mia vita avrei pensato di avere la possibilità di visitare una città del genere...o una città in generale che non fosse Torino.
Percorriamo le strade di Montecarlo con calma e dopo dieci minuti buoni René parcheggia la sua auto proprio davanti all'entrata di un palazzo enorme e molto alto. Probabilmente casa sua.
«Beh siamo arrivati.»
Mi guarda sorridendo e nei suoi occhi posso notare come sia felice di essere tornato nella sua città natale.
Scende dalla macchina e io faccio altrettanto imitandolo e andando a prendere il mio piccolo trolley nel bagagliaio. Successivamente entriamo nel palazzo e ci dirigiamo verso l'ascensore.
«Siamo nell'attico all'ultimo piano.»
Mi fa un occhiolino mentre schiaccia il pulsante del piano. Sarà davvero strano condividere la mia vita con René questi tre giorni, non so perché. Forse perché non ho mai vissuto con qualcuno che non fosse la mia famiglia, ma sono sicura che ci sarà da divertirsi e so anche che farà di tutto per mettermi a mio agio perché in fondo René è anche questo.
Di colpo l'ascensore si ferma e deduco di essere arrivata al piano precedentemente selezionato; René fa strada estraendo dalla tasca un mazzo di chiavi ben fornito e una volta davanti alla porta di casa riesce ad aprirla trovando le chiavi giuste al primo colpo.
Entrando René ripone le chiavi su una mensola e si posiziona al centro della stanza principale con le mani suoi fianchi e l'espressione molto fiera e compiaciuta.
«Benvenuta a casa Grimaldi.»
Beh l'unica cosa che riesco a dire è un wow soffocato dalla mia reale sorpresa. Questa casa è enorme nonostante sia un semplice appartamento. La luce del sole entra dalle finestre e schermata dalle tende rischiara tutto il salone. È davvero grande e non oso immaginare il resto delle stanze.
«Sei sicuro che posso stare qui? I tuoi genitori...»
«I miei genitori neanche vivono qui quindi non ti preoccupare. Vieni, ti faccio vedere la tua stanza.»
Prendo tra le dita il manico del trolley e seguo René verso il lato sinistro del salone principale dove si stagliano un paio di gradini che danno su una grande porta scorrevole in legno. René scala i gradini e afferra la maniglia della porta aprendola. Mi viene subito mostrato un grande letto matrimoniale davanti al quale si trova un armadio enorme: nel complesso è tutto semplice ma molto bello.
«Sistemati con calma, poi usciamo.»
Mi volto verso René e lo guardo storto. Usciamo?
«Avevo detto che ci avevo pensato io al tuo abito per domani, no? Allora dopo usciamo.»
Roteo gli occhi sorridendo. René è davvero senza speranza. Farebbe di tutto pur di andare a fare shopping.
Lo congedo dalla soglia della camera e posso iniziare a sistemarmi, non che ci sia molto da fare. Lascerò tutto nel trolley, tanto dobbiamo stare qui solamente due giorni.
Mi guardo un po' intorno e quando i miei occhi si posano sulla finestra vengo rapita dalla vista. Questo edificio si affaccia proprio sulla spiaggia e sul mare di Montecarlo e mi perdo a guardare la quantità di onde che si infrangono sulla battigia.
Ho visto così poche volte nella mia vita il mare che poterlo vedere, anche da lontano e attraverso un vetro, mi crea una gioia immensa.
Perdo davvero la cognizione del tempo attaccata a quella finestra, tanto che mi sembra siano passati pochi minuti quando René mi riprende.
«Andiamo? Altrimenti rischiamo che tutti i negozi siano chiusi...»
Mi costringo a staccarmi dalla vista del mare e prendendo la mia borsetta seguo René verso l'uscita.

«Allora facciamo così: io scelgo i vestiti per te, tu per me.»
«Non sono sicura che possa funzionare.»
Guardo René stranita. Ha sempre voglia di giocare e forse questo potrebbe anche farmi piacere di più lo shopping anche se non credo che lui sappia i miei giusti.
«Oh fidati di me una buona volta.»
Sbuffo e lascio andare le braccia lungo i fianchi. E va bene, gli lascerò fare shopping al posto mio. Spero solo di essere in grado di trovare qualcosa di decente per lui.
Le nostre strade si separano e io mi dirigo verso il reparto maschile di questo negozio immenso che sembra tenere vestiario perlomeno decente.
Non saprei davvero cosa potrebbe piacere a René...
Solitamente indossa dei jeans con una maglietta arruffata dentro...o una felpa...
Potrei puntare sul classico o cambiare completamente stile. Se dovessi pensare a come mi vestirei io se fossi un uomo e dovessi andare ad una festa di certo non mi metterei una semplice felpa e un semplice paio di jeans, ma non sono un uomo e queste cose non le posso sapere.
Mi guardo intorno per un altro po' senza trovare nulla di preciso che mi convinca abbastanza. Ho preso un paio di jeans neri tirando a indovinare la taglia del mio amico e una semplice maglietta bianca a maniche corte.
Quando credo che non ci sia più niente da fare e che io sia completamente negata nel fare shopping, mi imbatto in una camicia a maniche lunghe bordeaux. È davvero bella e ce lo vedo bene René con questo colore, data la sua carnagione chiara e i capelli molto scuri. Ora serve solo il sotto...pantaloni blu, decisamente. Non jeans o che so altro: pantaloni blu e so perfettamente dove cercarli solo perché li ho sorpassati esattamente trenta secondi prima.
Prendo la taglia che credo possa andargli meglio e mi dirigo verso i camerini dove René già mia sta aspettando. Maledico il mondo nel vedere gli abiti che ha sottobraccio. Ma perché è così tutto paillettes e brillantini?
«Ma che hai preso?»
Io e René ci scambiamo i vestiti e ci dirigiamo verso i camerini. Sono sicura che starò male con tutto.
«Avanti, sorridi un po' che starai bene con tutto! Oh e poi ci sono anche queste...»
René raccoglie da terra due paia di scarpe e credo di volermi mettere a piangere. Sono un paio di décolleté nere e vertiginose e un paio di stivali alti fino al ginocchio e con un po' di tacco.
Sbuffo e guardo René di traverso prima di rifugiarmi nel camerino. Doveva essere divertente? No perché io non mi sto divertendo.
Mi siedo sullo sgabello e osservo i vestiti che ho appeso: tutto sommato non sono neanche troppo brutti, se solo non avessero tutte quelle paillettes!
Procedo con il primo outfit che prevede un tubino nero e molto molto aderente che quasi fatico a respirare. Troppo provocante per i miei gusti.
Il secondo outfit è una gonna in pelle rossa molto corta e molto stretta abbinata a un body nero con le spalline. Decisamente no, così sembro una prostituta.
Sto quasi per gettare la spugna quando sedendomi noto che manca ancora un abito: una tutina argento e completamente ricoperta di paillettes. Mi piace, nonostante non sia molto il mio genere. Decido di indossarla e ne rimango stregata, tanto che esco di prepotenza dal camerino per farmi ammirare da René.
Mi guardo al grande specchio davanti ai camerini e mi convinco a prendere quel vestito, anche se a René non dovesse piacere.
«È bellissimo, sei stupenda.»
Tiro un sospiro di sollievo quando anche lui approva. Andare a quella festa mi interessa, improvvisamente.
«Ora le scarpe...quali preferisci?»
Ci rifletto un momento su, immaginando l'insieme.
«Stivali, meno formali delle décolleté.»
«Allora paghiamo!»
Sorrido contenta e tiro la tenda del camerino per cambiarmi, quando mi ricordo che in realtà anche René avrebbe dovuto provare dei vestiti.
«René...tu hai trovato qualcosa?»
Minimo mi dice che gli ha fatto tutto schifo.
«Pantaloni blu e camicia bordeaux. Non so come hai fatto, ma è proprio il mio stile!»

Dopo aver pagato abbiamo deciso di fare un giro per Montecarlo, giusto per farmi visitare un po' la città e non tornare subito in casa e rinchiuderci dentro.
È stato davvero divertente questo giorno, nonostante abbia continuato a dire il contrario. René è un ragazzo stupendo e sono grata al cielo per avermelo fatto incontrare.
«Vieni, ti faccio vedere una cosa.»
René mi prende per mano e devia per una stradina stretta e buia. Non ho idea di dove voglia portarmi, ma quando ci siamo ho quasi le lacrime agli occhi.
Senza neanche farmelo dire, levo le scarpe e le calze e immergo i miei piedi nella sabbia. Adoro il mare, l'ho già detto?
Seguo René fino alla battigia e attendo che le onde che si rinfrangono mi bagnino i piedi. Credo che sia la miglior sensazione di sempre. Mi fa sentire libera e in pace con me stessa, cosa che non molto spesso sento.
«Ho visto come guardavi il mare oggi...questo angolo è quasi sconosciuto ai più, solo chi abita qui da sempre come me sa cosa si nasconde alla fine di quella stradina buia.»
«È bellissimo René, grazie.»
Prendo la sua mano e la stringo nella mia per ringraziarlo più di quanto possano fare le parole.
«Ti divertirai domani, fidati di me...e poi sei uno schianto con quello che abbiamo comprato oggi.»
Abbasso lo sguardo sull'acqua salata che va e viene sui miei piedi e rifletto. Non credo che avrò la forza davvero di provarci con qualcuno domani o di farmi corteggiare, in fondo sono qui solo per René e per nient'altro...poi non ne sarei neanche in grado.







poi non ne sarei neanche in grado

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Ehiii! Eccovi un nuovo capitolo. Spero che vi sia piaciuto e ci vediamo sabato prossimo.
P.S. giuro che Daniel arriva, lo giuro davvero.

Ulysses&Diomedes || Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora