Capitolo 14

1.3K 69 37
                                    

Kageyama

"La incontrerai domani" disse mio padre non appena scesi per fare colazione.
"Di già?" sbuffai annoiato, era inutile arrabbiarsi e lottare per cambiare le cose, quella era l'unica opportunità e di certo non potevo lamentarmi troppo, c'erano persone messe peggio di me. In realtà anche io ero messo male per quanto riguarda la mia salute, ma mio padre ignorava il problema, sperando che guarissi.
A volte non mi capivo nemmeno io, c'erano momenti in cui ero terribilmente egoista e altri in cui sembravo gentile e apprensivo, per fortuna che il lato egoista prevaleva quasi sempre.
"Sì, la passerai a prendere al Chong Palace."
Abitava lì? Quell'enorme edificio aveva circa 130 piani, doveva essere davvero ricca.
"Per favore cerca di non essere freddo" concluse mio padre. Già era troppo avergli permesso di comandarmi, però dirmi come comportarmi erano cose mie.
Mi vestii mettendo infine uno dei miei tanti profumi, non feci troppo caso all'abbigliamento e probabilmente sbagliai perché di sicuro doveva essere una chic riccona che ti squadrava dall'alto verso il basso, era quella la mia visione generale delle ragazze ricche.
Scesi dalla macchina e la aspettai proprio davanti al luogo indicato ma capii immediatamente che era una ragazza che amava farsi "desiderare" poiché dopo 20 minuti non c'era ancora nessuna sua traccia.
"T-tu sei T-tobio?" mi chiese una ragazzina più bassa di almeno 40 cm, gli occhi verdi e i capelli rossi. Non era originaria della Cina o del Giappone, aveva lineamenti delicati, sembrava inglese.
Odiavo quando gli sconosciuti mi chiamavano per nome.
"Sì e tu chi sei?" magari era una fan della karasuno? Possibile mai?
"S-sono Jenny, l-la cugina di Kith" disse imbarazzata.
"Jenny Kamuchan?"
"S-sì"
Quasi non volevo crederci, una nanetta che sembrava una bambina avrebbe dovuto essere la mia ragazza? Non sapevo se ridere o piangere.
Quando la guardai meglio mi accorsi che un po' si somigliavano, e per un istante rividi lei.
"Senti ho poco tempo, dove vuoi andare?" non mi dispiaceva affatto trattarla così, tanto si capiva che era una debole e si sarebbe presto stancata di me, cosa che andava a mio favore anche se avessi dovuto rinunciare al mio piano per salvare la famiglia e me. Quelle fottute cure costavano.
"Ma dove te le hanno insegnate le buone maniere? Kith aveva proprio ragione!"
La nanetta rossa alzò la testa e mi guardò, dov'era finita la bambina indifesa con un tono ingenuo di pochi attimi fa?
"Ma che?"
"Davvero credi che mi presenti ai ragazzi in un modo così penoso? Allora avevo ragione, sei proprio stupido." Cos'era? Una finta?
"Non voglio litigare con le bambine quindi cara principessa mi dica dove posso portarla." dissi ironicamente, era fastidiosa.
"Prima mi chiedi scusa e poi forse andiamo da qualche parte." Però, la nanetta aveva pepe e non poco.
"Mi scusi, va bene così?" "Non sei sincero." Era proprio una bambina.
"Parliamoci chiaramente, io qua non volevo manco venirci ma quando ti ho vista mi è salita ancora di più la voglia di andarmene. Sei già insopportabile e non ho idea di come possiamo fidanzarci o andare d'accordo, quindi evita di farmi perdere tempo perché a quest'ora mi sarei allenato. Ok?" dissi chiaro e brusco. Rompeva proprio le palle.
"Uuu quindi hai carattere, comunque tranquillo che anche tu sei antipatico, avrei dovuto studiare ma mi ritrovo con un ritardato come te, quindi che ci possiamo fare? Niente e allora evita di rendere le cose più difficili."
"E allora perché lo fai?" le chiesi, certo mio padre mi aveva spiegato tutto ma perché lei aveva accettato? Sembrava costretta anche lei però avrebbe potuto benissimo rifiutare.
"Per una promessa che ho fatto a Kith, non posso credere che gli piacessero i tipi come te, che gusti strani che aveva."
Non sapevo se essere scioccato o prendere a pugni qualcosa. Tutta la mia adolescenza passata a rimpiangere il fatto che non mi fossi dichiarato per paura di un rifiuto e ora arrivava questa nanetta scorbutica dopo anni a dirmi che le piacevo?
"Come scusa?"
"Certo come se non lo sapessi, ti aveva già preparato la sorpresa per il tuo compleanno"
"Non ho mai saputo niente"
"E come potevi? La sua unica cugina e amica femmina ero io, e la stessa cosa valeva per me, quindi sappi che ti odierò a vita per ciò che è successo."
Era normale attribuire la colpa a me, non era di certo la prima volta e ormai ero abituato.
"Non hai risposto completamente alla domanda, se mi odi perché stai facendo tutto questo?"
"Te l'ho detto, per una promessa. Mi disse che avrei dovuto starti vicino se fosse partita per l'anno all'estero, quindi dopo ciò che mi ha lasciato non posso fare altro che mantenere il patto."
"Ma non è partita"
"Sì invece, solo che ha intrapreso un viaggio senza ritorno. Tienilo bene a mente, ti bacerò solo quando confermeremo la nostra relazione alle famiglie, per il resto io e te siamo perfetti sconosciuti."
"Mi sta benissimo"
"Perfetto, siamo arrivati al centro commerciale, siccome non voglio passare un altro secondo con te, ci vediamo qui tra un'ora." concluse tutta infastidita, era davvero schietta.
Aveva i capelli di un rosso vivace con qualche ciocchettina più corta rispetto alle altre, gli occhi di un verde molto chiaro, alcune lentiggini sparse buffamente sul naso che era piccolo e un viso minuto. Indossava delle calze rosse, un vestito grazioso con pezzi di pizzo rossi e delle ballerine del medesimo colore, cos'era la figlia del diavolo?
"Ma ti sei vestita al buio?" chiesi ridendo prima che sparisse tra la folla del centro commerciale.
"Questo è puro stile! E poi parli tu che sei un sempliciotto, jeans nero e felpa bianca in inverno? Penoso."
Aveva un po' ragione, non avevo mai guardato il mio modo di vestirmi, mi bastava qualcosa di comodo, a maggior ragione se era una tuta, tanto ogni giorno mi allenavo e non ero il tipo che usciva quindi non facevo caso al mio abbigliamento.

***
Dopo aver raccontato tutto a mio padre mi cambiai velocemente e andai all'allenamento, all'entrata trovai Hinata che sembrava un po' ansioso, guardava il telefono e sembrava non far a caso a niente, aveva lo sguardo fisso sullo schermo.
"Hina-" Disse Suga affacciandosi fuori dalla palestra per chiamarlo. Hinata cliccò sullo schermo del telefono e gridò per la felicità iniziando a saltellare di qua e di là, abbracciò Suga dicendo:
"Si si sii mi hanno preso! Mi hanno presoo!!!" ma a cosa era riferito?
"Sono felice per te Shoyo! Ma ora dobbiamo allenarci"
Shoyo? Da quando Suga lo chiamava per nome?
"Non essere geloso Kageyama, vedrai che ti passerà" disse all'improvviso Tsukishima alle mie spalle, da dov'era sbucato?
"Eh?"
"Hinata è stato accettato all'Inarizaki dopo che aveva fatto domanda l'anno scorso, tu dove hai fatto domanda?"
Hinata che? Cosa? Aveva fatto domanda all'Inarizaki? La squadra odiosa di quei fratelli ritardati e quel capitano mezzo muto? Perché?
"Se non mi sbaglio l'anno scorso hanno vinto loro proprio perché all'ultimo hai perso la concentrazione e Hinata non è riuscito a schiacciare, avete litigato e hai giurato che non gli avresti mai più alzato la palla quindi è normale che ora sia felice.
Inoltre Suga, Daichi e Asahi hanno ottenuto il pass per proseguire un altro anno grazie al loro punteggio come ci hanno detto, ma se Hinata lascia la squadra allora sarà tutto inutile, non credi?"
Tsukishima era davvero stronzo.
Avevo completamente rimosso il fatto che l'anno scorso litigammo pesantemente, mi sembrava che avessimo chiarito però, o forse no? In quel momento rimuginai un attimo e ricordai di avergli urlato cose davvero brutte, ma era un momento di rabbia e non le pensavo davvero, magari Hinata aveva fatto domanda là per la semplice motivazione che non gli avevo chiesto scusa?
Era da egoisti pensare una cosa simile ma proprio non mi capacitavo del fatto che avesse scelto l'Inarizaki.
"Ragazzi fermatevi un attimo, ascoltate: oggi sono arrivate le mail di chi è stato accettato dalle scuole che avete scelto per il periodo di prova. Complimenti a Hinata, Kageyama e Tsukishima! Hinata sei stato scelto dall'Inarizaki, Kageyama dalla Shiratorizawa e Tsukishima dal Nekoma. Come sapete questo periodo durerà circa un mese e mezzo, farete parte di queste squadre solo temporaneamente e giocherete con loro al torneo di fine primavera, se deciderete di restare in questa squadra dopo che avrete finito il periodo di prova allora potremo partecipare alle nazionali. Tornate pure ad allenarvi."
Mi ero completamente dimenticato di aver fatto domanda alla Shiratorizawa, e poi ero sicuro che mi avrebbero scartato poiché già una volta fallii il test d'ammissione e quindi pensavo di non avere chance, magari il loro coach vedendomi giocare contro di loro si era ricreduto? Non era questo l'importante però.
Ero incazzato. Furioso. Perché? Perché? Perché tra tutte le squadre proprio l'Inarizaki? Sarei rimasto solo, senza lui che mi schiacciava le alzate cosa avrei fatto? E poi lui non era nessuno senza di me, lui dipendeva da me.
O forse non più? Aveva imparato a combattere da solo?
Impossibile, sapeva solo saltare, l'avrebbe dimostrato durante gli allenamenti.
Quel ritardato di Atsumu sarebbe stato in grado di capire i suoi movimenti? Poteva essere capace di capire in che istante mirare e lanciare la palla per fargliela schiacciare precisamente in modo che l'avversario non avesse tempo per riceverla? 'Ma non scherziamo proprio' Conoscevo Hinata e tutti i suoi movimenti, i suoi gesti, tutto, tutto.
Era facile leggerlo e quindi collaborare in campo veniva davvero bene, ma senza di lui cosa sarebbe accaduto?
Mi venne quasi il mal di testa e il sangue mi ribolliva nelle vene, non riuscivo a non pensarci. L'allenamento finì e furioso aspettai che tutti uscissero dallo spogliatoio, tanto l'ultimo era sempre lui visto che aveva il compito di chiudere a chiave.
Lo incenerivo letteralmente con lo sguardo, non mi guardò mai.
Dovevo saperlo. Dovevo sapere il perché della sua scelta. Non mi andava giù che Atsumu diventasse il suo alzatore. Era fuori discussione.
"Volevo chiederti una cosa." Dissi più glaciale che mai, non ci parlavamo se non in campo, e il suo cambiamento di comportamento mi portò a pensare di averlo davvero ferito ma dovetti ricredermi quando mi rispose.
"Dimmi" era come, freddo? Non riuscivo a leggere nessuna emozione in lui e ciò mi dava fastidio, solitamente era un libro aperto e quello misterioso ero io, ma allora che stava succedendo?
"Perché proprio l'Inarizaki? Il Dateko non avrebbe esitato nell'accettarti." Misi in ballo quella squadra per nascondere la mia vera domanda.
"Il Dateko è forte nella difesa, certo diventerebbe davvero più forte con me in attacco, ma non mi interessava-" modesto, ma per essere così sicuro di sé vuol dire che qualcosa era cambiato, sapeva perfettamente che senza di me valeva poco e niente.
"-L'inarizaki è una squadra bellissima, inoltre sono diventato un amico di Atsumu e l'anno scorso mi promise che sarebbe stato il mio alzatore personale se mi avessero accettato, però in verità credevo che mi scartassero, e invece"
Quindi si era dimenticato della promessa che mi fece? -Schiaccerò tutte le tue alzate Kageyama, fino allo sfinimento, senza abbandonarti mai- sì certo, stavo per essere nuovamente abbandonato, e ancora una volta era da egoisti pensare ciò ma da lui non me lo sarei mai aspettato anche se era comprensibile dopo quello che gli avevo fatto.
"Capisco" risposi, e feci per andarmene ma disse un'altra cosa.
"Guarda che non ho dimenticato la promessa che ti ho fatto, ma durante lo scorso torneo, nella partita contro di loro mi hai detto cose terribili e fatto soffrire parecchio, per non contare il fatto che mi sottovaluti costantemente, io non le voglio persone così al mio fianco, quindi sarò più che felice di entrare nella loro squadra e se mi troverò bene deciderò di restarci perché qua con te è tutto inutile, tutto. Non importa quante volte ci provi, se non cambi non andremo mai da nessuna parte." E dopo quelle parole, non potei fare a meno di ignorarlo, avevo bisogno di schiarirmi le idee.
"Ok" uscii da quel maledetto spogliatoio e iniziai a pensare, io lo sottovalutavo? Forse, ma credevo nelle sue capacità.
Non lo motivavo abbastanza? Probabile ma di certo le mie parole non gli sarebbero servite a niente. O forse sì? Troppo stanco per pensarci, ero stanco di tutto.
Quindi era così che sarebbe finita, lui sarebbe rimasto ovviamente all'inarizaki e io?
Ero ancora insicuro se restare alla Shiratorizawa dopo il periodo di prova, non lo ammetterei mai ad anima viva, ma senza di lui col cazzo che tornavo.
Voleva lasciarmi indietro? Prego, ma ero sicuro che sarebbe tornato perché era incapace di fare qualsiasi cosa.
La maggior parte delle volte ero davvero crudele con lui, forse era un modo per dirgli indirettamente che gli volevo bene?
Che modo masochista per me e distruttivo per lui allora, non mi capivo nemmeno io.

𝐈𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐢 𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞🕊 |𝐤𝐚𝐠𝐞𝐡𝐢𝐧𝐚|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora