Capitolo 24

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🔞

Kageyama

Trattenni il fiato con tutto me stesso, sperai fino all'ultimo.
"Il karasuno" Un sorriso spuntò sul mio viso, come facevo a non essere felice? Sembravo un bambino.
"Sei contento?"
"Sì, ma sono sicuro che abbia scelto per lui stesso, quindi lo sono ancora di più" era importante non permettere a nessuno dei due di influenzare la nostra vita sportiva in nessun modo.
Potevo quasi tornare a respirare, tutti gli incubi, i dubbi, le paure, sparirono via quasi come se non fossero mai esistiti, anche se restava un ultimo problema, Kiruzumi.
Quella sera uscii. Non che volessi festeggiare, volevo solo svagarmi e pensare tranquillamente, senza preoccuparmi o avere ripensamenti su niente.
I vicoli delle strade umidicci, le erbette piene di rugiada che sbucavano dal cemento, le insegne led dei negozi ormai rovinate dal tempo, la sensazione di svagata freschezza quando camminavo, notavo tutto.
Ogni minimo particolare in ogni piccolo dettaglio.

Shoyo: Suga te l'ha detto, vero?
Chiese lui mandandomi questo messaggio mentre mi sedetti a guardare la spiaggia, il mare di notte mi aveva sempre affascinato come la luna, erano un'accoppiata perfetta.

Io: Dove sei?
Shoyo: A casa mia, ma cosa c'entra?

Spensi il telefono e lo raggiunsi. Non m'importava se magari era arrabbiato con Suga, volevo solo vederlo. Ero felice e nessuno mi avrebbe mai tolto quella strana sensazione che continuavo a provare quando ero con Shoyo.
"Ma t-tu che ci fai qui?" sembrava che avesse visto un fantasma.
"C'è qualcuno in casa? È un problema se entro?" sì, era proprio sbalordito, mi ero presentato con una tranquillità tale da incutere inquietudine.
"N-no mia madre e mia sorella sono a un matrimonio-" Non gli chiesi perché lui non fosse andato. Lo interruppi io quella volta.
"Perfetto, quindi non è un problema se faccio questo." dissi stampandogli velocemente un bacio su quelle labbra dannatamente morbide. Ricambiò il mio bacio imbarazzato, poi chiese:
"Tutto bene? Sembri...felice?" Più propriamente ero esaltato.
"È una cosa brutta esserlo?"
"Nono c-certo ma perché sei venuto?"
Le sue domande stavano un po' iniziando a infastidirmi, magari mi ero esposto un po' troppo. Aveva ragione, non mi ero mai comportato in quel modo in fondo.
"Volevo vederti, hai scelto il Karasuno quindi dalla settimana prossima torniamo ad allenarci" Abbassò lo sguardo all'istante.
"Volevo parlarti di questo"
"C'è qualcosa che non va?" Chiesi subito.
"Sai benissimo cosa c'è che non va"
Ed eccolo che ricominciava, alcune volte mi faceva passare la voglia di fare tutto.
"No, vai dritto al punto"
"Siamo tornati nella stessa squadra però non voglio ricominciare a stare male"
Credeva che lo trattassi allo stesso modo? Mi stava chiaramente sottovalutando.
"Quindi credi che inizierei di nuovo a trattarti male?"
"Sono consapevole che siamo cambiati, ma rimane il tuo altro aspetto che non puoi ignorare, in campo sei un'altra persona."
"Non mi credi?"
"Non dico questo, dico anche che dimostrarmi-" ma certo, voleva delle dimostrazioni che fossi cambiato, gliele avrei date.
Gli spostai qualche ciocca ribelle che penzolava coprendo i suoi fantastici occhi, poi lo guardai e senza esitare gli stampai un bacio, morbido come quello di prima, parve confuso e sapevo che non sarebbe bastato a convincerlo.
Delicatamente iniziai a leccargli il labbro inferiore, poi le nostre lingue si scontrarono. Ci mettemmo passione, ardore, desiderio, di tutto e di più. Continuando a farlo indietreggiare senza mai smettere di baciarlo ci ritrovammo sul suo letto, era imbarazzato e confuso allo stesso tempo, fottutamente carino.
Gli tolsi immediatamente la maglia, che lanciai e finì sul pavimento.
"Questo non ti basta come dimostrazione vero?"
Chiesi iniziando a leccargli circolarmente il capezzolo destro mentre cercava di non ansimare, ma ero stanco di contenermi e farlo contenere.
"Voglio sentire la tua voce" dissi con determinazione, eravamo già bollenti.
"Non là s-sono sensibile" rispose cercando di nascondere la sua evidente eccitazione.
Per ripicca stuzzicai il suo capezzolo fino a farlo diventare rosso e turgido come l'altro.
"Ti prego s-se continui..."
Oh no, col cavolo che veniva solo perché gli avevo leccato il capezzolo.
Toccai, mordicchiai dolcemente e leccai continuamente la sua pelle liscia cercando di lasciare quanti più succhiotti possibili, volevo far sapere che fosse soltanto mio.
"Hai un lubrificante?" Vidi letteralmente il suo viso diventare rossissimo per l'imbarazzo, era normale che ne fosse sprovvisto.
"Sì, a-aspetta" beh, mi sorprendeva sempre alla fine no?
Il tubetto era già aperto, e le ipotesi non tardarono ad arrivare.
"Con chi l'hai usato?" chiesi rigido mentre iniziai a spalmarlo senza fargli accorgere di niente.
"E-eh?" rispose girando la faccia, non voleva rispondermi? E allora lo avrei fatto parlare con la forza. Non ero molto tranquillo a letto, piuttosto insaziabile e spietato.
"Mi hai sentito, con chi l'hai usato prima di me?"
Dissi inserendo due dita dentro di lui che ansimò come se fosse la prima volta.
Un attimo, era la sua prima volta? Sarebbe stato un onore e il pensarci me lo fece indurire ancora di più.
"Con Kenma." Quasi non riusciva a respirare e io a pensare, come potevo essere così stupido da credere che quei due non avessero fatto niente durante il periodo breve in cui erano stati insieme?
Mi concentrai su me stesso e spinsi le dita più in profondità.
"T-TOBIO!" Doveva urlare il mio nome per sempre, per l'eternità.
"Fermati ti p-prego" Mi stava quasi implorando ma il suo corpo diceva tutt'altra cosa.
"Vuoi davvero che mi fermi? Eppure ce l'hai duro" risposi accennando un mezzo sorriso, girai le dita cercando di farlo godere quanto più possibile e venne urlando il mio nome. Paradiso.
Vedevo il paradiso. Lui era venuto ma io ero così eccitato che una doccia fredda di 15 ore non sarebbe bastata né in quel momento né mai.
"Lascia fare a me."
Mi guardava in modo provocante, ero troppo preso da lui.
Senza che riuscissi a capire il suo intento si ritrovò tra le sue mani il mio membro, voleva davvero succhiarlo?
"Sai come si fa? Non voglio che tu-"
"È g-grande" mi stupì, iniziò a leccarlo come se fosse un gelato, poi facendo attenzione a non usare i denti lo mise in bocca.
"Usa di più la lingua" dissi tirandogli leggermente i capelli, era davvero bravo.
Faceva attenzione a non strozzarsi, la sua bocca era così piccola che a malapena ci entravano due mie dita.
Mi ascoltò e iniziò a succhiarlo con più foga, quasi come se volesse prosciugarmi, non si fermava e da lì a poco sarei indubbiamente venuto.
Non smetteva un attimo e non prendeva tempo nemmeno per respirare, andò più velocemente e non riuscivo a parlare, avrei perso il controllo.
"Sto per v-venire." dissi boccheggiando in cerca d'aria dopo 10 minuti che sembrarono passare in un attimo. Succhiò ancora più veloce e poi mi guardò. Due occhi lucidi, marroncini, che imploravano qualcosa. Era troppo da reggere, non poteva guardarmi così. Venni. E ingoiò. Lo fece davvero.
Ma non era finita.
Come ho detto, ero insaziabile e di certo queste cose non sarebbero bastate a placare la mia sete.
Era steso affianco a me e sorrideva, sorridevo anch'io perché anche quella si chiamava felicità, la nostra felicità.
"Shoyo, per essere così bravo significa che-" dovevo sapere a tutti i costi se era vergine o no.
"Con Kenma non ho fatto nulla di serio, solo queste cose."
"Quindi sei ancora vergine?"
"Sì-"
"Per farlo dobbiamo fare alcune cose per assicurarci che-"
"Le analisi e i test già li ho fatti, inclusa la lavanda, non sottovalutarmi Tobio" Disse quasi ridendo, impazzivo quando mi chiamava per nome, maledetto nanetto stupido.
Quindi potevamo tranquillamente farlo.
"Ti va se..."
"Sii solo gentile, per favore vai piano" Ormai il vizio di interrompermi era perché aveva già capito cosa volevo dire. Questa cosa mi fece pensare, significava che mi conosceva bene?
Alzò la testa e mi guardò curioso di sapere, di godere, di provare piacere, e non l'avrei privato di certo.
Iniziò così la lunga serie di baci che non sembrava mai finire, ma era arrivato il momento.
"È già duro, dimmi se ti fa male"
"S-sì" disse con un filo di voce.
Pensai di indossare il preservativo ma non lo feci, non riuscivo a godere a pieno con una pellicola che mi impediva di sentire il suo corpo stringermelo per bene, inoltre era pulito.
Entrai definitivamente dentro di lui, era una cosa mai provata prima, una sensazione immaginabile che mi colpì lo stomaco, il cervello, il cuore.
Iniziai a spingere lentamente, in modo da muovermi più fluidamente dopo.
"Fa male?"
"U-un po' "
Non per vantarmi, ma aveva ragione. Era grande per lui e se non fossi andato con cautela avrei rischiato di fargli davvero male. Iniziai ad essere più dolce e lento nei movimenti, facendolo gemere e urlare dal piacere.
"Ti fa ancora male? Come ti senti?" Iniziai ad andare poco più veloce.
"Mi s-sento strano"
Nessuno dei due avrebbe resistito in quella posizione, lui a cavalcioni sopra di me e io appoggiato con la schiena al letto. Ci baciavamo senza smettere, lingue che ballavano nella nostra bocca, occhi offuscati dall'immenso godimento. Continuai a spingere sempre più in profondità, sempre più dentro.
Aveva iniziato a toccare il suo membro mentre lo penetravo più velocemente.
Spinsi più forte facendolo gemere fortemente, poi venni, insieme a lui.
Provò a dire qualcosa, ma lo precedetti.
"Non dire niente, devi essere esausto"
"Perché tu no?" Mi guardò quasi scioccato ma non si sforzò per applicarsi nel formulare una delle sue tipiche espressioni, non aveva le forze.
"Per me possiamo rifarlo pure ora, ma sono stanco anch'io" risposi sorridente.
Mi stesi affianco a lui e piegai il corpo, volevo che dormisse appoggiato a me, volevo svegliarmi la mattina successiva e trovarlo lì, con i suoi capelli spettinati e quel sorriso indimenticabile.
"Dovremmo almeno vestirci, cosa dirà tua madre quando tornerà?"
"Mia madre resterà a casa di mia zia, è un matrimonio tradizionale. Tornerà domani pomeriggio se non più tardi" rispose con la voce bassa, era ancora sudato.
"Vado a fare una doccia, se vuoi usa il bagno al piano di sotto" cercò di alzarsi ma dovette sedersi di nuovo, non riusciva a camminare bene.
"Ti fa male?" chiesi un po' preoccupato però pensai che fosse una cosa abbastanza normale poiché era la sua prima volta.
"Nulla di insopportabile" rispose sorridendo. Non saprei, ma lo vedevo un po' scoraggiato o giù di morale.
"Allora io uso quello al piano di sotto" esordii mentendo aspettando che entrasse in bagno, magari mi nascondeva qualcosa.
Lasciò la porta socchiusa quel poco che bastò per poterlo vedere accasciarsi nella doccia e piangere.
Quella visione scatenò in me un temporale enorme, mi arrabbiai anche.
Se non voleva farlo non era costretto.
Irruppi senza dargli il tempo di lasciarlo sobbalzare, l'acqua bollente scivolava sulla mia testa ma non sentivo niente, volevo solo capirlo.
"Perché piangi? Non...?" chiesi terrorizzato dalla risposta, qualsiasi essa fosse. Aveva lo sguardo abbassato, non era uno degli scenari migliori.
"Piango perché ti amo Tobio. Ti amo e non penso di riuscire a smettere di farlo, mi sono innamorato di te."
Le sue non erano lacrime di tristezza, ma di gioia, di felicità.
Era stato il primo a dire quelle parole, ma non mi sarei risparmiato.
Forse era anche questo che voleva gli dimostrassi, l'amore che avevo per lui.
"Ti amo anch'io, idiota." E sorrise tra le lacrime che scendevano e l'acqua calda che rigava i nostri corpi.
Ero felice, quando stavo con lui il mondo non aveva più importanza. Dimenticavo anche il mio segreto. Mi aveva spaventosamente cambiato. Ammetto che all'inizio ero terrorizzato ma poi lasciai che l'amore invadesse il mio corpo e dal giorno in cui capii di essere innamorato di Hinata Shoyo, iniziai a vivere di nuovo.

𝐈𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐢 𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞🕊 |𝐤𝐚𝐠𝐞𝐡𝐢𝐧𝐚|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora