Capitolo 26

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Hinata

Rimasi con la testa poggiata sul suo petto fingendo di dormire, avrebbe aspettato che mi addormentassi per uscire.
Come pensavo, quella sera sgattaiolò dalla finestra dopo quasi un'ora che avevamo finito di farlo.
Ogni volta che lo facevamo, non riuscivo a camminare bene per un breve lasso di tempo, ma dovetti resistere.
In quel periodo lo vedevo sempre più stanco, come se fosse esausto o debole. Ma forse era solo una mia impressione.
Cercai di non fare troppo rumore, lui riusciva a saltare dalla finestra con una nonchalance incredibile, io invece con la mia sfacciataggine avrei rischiato di rompermi una gamba e non era proprio il caso.
Decisi di indossare abiti scuri e di nascondere i capelli, potevo pure mettermi vestiti da funerale ma se i miei capelli spiccavano li avrebbe riconosciuti subito e sarei morto. Misi una felpa nera degli Yankees indossando anche il cappuccio e il pantalone nero della mia tuta preferita. Sembravo uno stalker e i rimorsi per quello che stavo facendo non tardarono ad arrivare, però mi bastava pensare 'È per aiutarlo' e i sensi di colpa sparivano.
Lo seguii cercando di non dare mai nell'occhio però il luogo in cui ero diretto mi terrorizzava. Non alzai mai lo sguardo e provai in tutti i modi di stare al suo passo, anche se era complicato poiché un secondo prima lo vedevo di spalle davanti a me e quello dopo non c'era più.
Finalmente arrivai a destinazione, di fronte a me c'era una specie di locale con una scritta neon.
"Rule Thirtywho-Kazumane" si chiamava così e probabilmente pensai che fosse un titolo riferito a qualcosa.
Volevo intrufolarmi ma il buttafuori che scacciava via i ragazzi minorenni mi fece venire i brividi. Accesi il cervello e cercai di pensare a tutti i modi possibili e immaginabili per entrare però stupido com'ero non ci sarei mai arrivato.
"Sei nuovo? Non ti ho mai visto" disse un ragazzo vestito in un modo alquanto bizzarro, aveva un atteggiamento e un tono sfarzoso, probabilmente era gay.
"Sì. Sa dirmi che posto è questo?" chiesi senza sembrare troppo curioso.
"Dammi del tu. Il nome già dice tutto, non credi? Comunque è un locale per gay, non potresti entrare considerata la tua età"
Tutti commettevano l'errore di giudicare l'età in base alla mia altezza e quando la rivelavo erano sempre tutti sorpresi.
"Ho 17 anni. E poi sono qui solo perché un mio amico si trova là dentro."
Non mi interessava sapere che quello era un locale per gay, avrei giurato e messo la mano sul fuoco, Tobio non mi avrebbe mai tradito, mi fidavo.
Quel ragazzo sembrava conoscere il posto da tempo quindi indirettamente gli chiesi aiuto, era simpatico.
"Ah. Posso sempre farti entrare dal retro in questo caso" bingo.
"Davvero?" esordii ringraziandolo ripetute volte ed entrai dal retro.
C'era odore di erba, profumi maschili abbastanza forti, sudore e quant'altro.
Ero basso e fu un'impresa cercare di non essere schiacciato dalle persone che ballavano e si dimenavano senza fermarsi, mi venne il voltastomaco perché quasi non riuscivo a respirare.
L'unico spazio libero sembrava quello vicino al bancone degli alcolici, così senza farmi distrarre dal mio obiettivo iniziai a dirigermi lì, sembrava un'impresa anche quella. Un pensiero balenò nella mia mente prima di arrivarci però.
'Insomma sei un tappo e hai la faccia da dodicenne, non credi che ti butterebbero fuori?' Pensai, e cercai immediatamente uno spazio non troppo vuoto o pieno di persone per mimetizzarmi, stavo iniziando a sentirmi a disagio.
Poi lo vidi.
Affianco a un ragazzo.
Circondato da altri due uomini.
Ridevano e scherzavano e senza farsi scoprire si scambiarono alcune cose passandosele da una mano all'altra. Mi si gelò il cuore, sapevo che lo faceva ma vederlo dal vivo era tutt'altra cosa. Nessuno poteva mai sapere se quella droga sarebbe stata in grado di uccidere qualcuno.
Il primo uomo aveva un piercing sul labbro destro e qualche tatuaggio sparso per il braccio sinistro, il secondo, dalle descrizioni che mi aveva dato Tobio, sembrava proprio Kiruzumi. Anch'esso tatuato e con un piercing al sopracciglio destro.
Il primo uomo diede una pacca sulla spalla a Tobio mentre Kiruzumi lo guardava in un modo strano, quasi come se fosse esaltato dalla cosa. Mi avvicinai non troppo e a debita distanza riuscii a sentire tutta la conversazione.
"Che ti avevo detto? Attiri anche gli uomini, quindi da oggi ti alternerai, un sabato andrai alla Century Kwong Disco e un sabato verrai qua. Chiaro?" quindi non spacciava solo in un luogo.
"Sì." rispose Tobio quasi come se fosse stato forzato, poi il mio telefono vibrò e dovetti allontanarmi subito poiché il primo uomo si girò guardandosi intorno e temevo che lo facesse anche Tobio.
Uscii da quel posto e ringraziai il cielo non appena respirai aria pulita, un'altra motivazione per la quale non mi piacevano le discoteche, era proprio questa.

𝐈𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐢 𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞🕊 |𝐤𝐚𝐠𝐞𝐡𝐢𝐧𝐚|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora