Capitolo 39

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🔞In questo capitolo ci sono scene non troppo leggere, se non vi piacciono non leggete, per favore non segnalatelo🔞

Hinata

"Perché a te?" chiesi con gli occhi lucidi a Tobio.
"Perché non a me? Insomma non vorrei mai che capitasse a nessuno una malattia del genere, e se al posto mio ci fosse stato un bambino?" la sua risposta mi spiazzò completamente.
"Si però-"
"Lo so che non è giusto neanche per me, ma non possiamo farci niente in qualunque caso." E chiudemmo la conversazione. Mi addormentai piangendo silenziosamente, senza farmi sentire da lui. Magari l'aveva accettato, ma io no, e mai l'avrei fatto.

***

"Shoyo....stavo pensando..." capii già, cercava un metodo per farmi distrarre, per non pensarci. Era diventata un'abitudine intuire i suoi pensieri, tranne quelli perversi, con lui era sempre una sorpresa.
"Sì." Risposi interrompendolo, vizio che mai mi sarei tolto e lo sapeva benissimo.
Quel giorno arrivò il vestito maid che avevo ordinato e l'avevo portato con me prima di trascorrere l'intera giornata con Tobio; ditemi quello che volete, ma stare con lui mi aveva trasformato in un ragazzo pretenzioso di attenzioni e fin troppo, e dico veramente troppo, perverso.
Non è difficile capire perché avessi ordinato quel vestito. Volevo apparire provocante ai suoi e ai miei occhi.
Alcune volte mi chiedevo come potesse essere così bravo a letto, -non glielo chiesi mai in quanto avevo anche paura della risposta-.
Anche io cercavo di ignorare la cosa, se lui voleva così, rispettavo le sue scelte.
Mi chiusi nel bagno della stanza che aveva prenotato e s'insospettì, ultimamente stava prenotando spesso in molti posti, quell'hotel fu uno dei miei preferiti. Indossai velocemente quel vestito davvero carino, e uscii dal bagno.
Mi guardò sgranando gli occhi, avrei preferito morire piuttosto che iniziare una conversazione, in quel momento mi sentii terribilmente stupido.
"Lo so lo so! È ridicolo ma...niente ok vado subito a togliermelo."
Ovviamente, prima che potessi raggiungere il bagno, mi si piazzò davanti, sorridendo come un pervertito.
"Assolutamente no. Devo dire che questa volta sei tu quello che mi ha sorpreso."
Disse mentre mi baciò, dopo poco fece scivolare le mani sotto il vestito che mi arrivava alle ginocchia, e mi palpò i glutei.
Gli tolsi la maglia e per un attimo posai lo sguardo sui suoi pettorali.
Leccò l'incavo del mio collo e lasciai succhiotti sul suo petto, volevo che anche lui avesse qualche mio segno.
Deglutii e subito arrossii, anche se c'era tantissima intimità, mi imbarazzavo comunque.
Si staccò dalle mie labbra e sorrise, leccandosi il labbro superiore e mordicchiandosi quello inferiore, aveva un aspetto così...sensuale ed era così... attraente.
Senza preavviso mi fece girare, e mi ritrovai con le spalle al muro.
Mi sa che l'avevo fatto eccitare parecchio.
"Non puoi capire..." disse piano scandendo ogni parola mentre la sua mano raggiungeva pian piano il mio collo dopo che partì dal bacino.
"Quanto tu sia sexy ora..." continuò circondando il mio collo con la sua possente mano. Lo stringeva e per un istante feci fatica a respirare, in quel modo mi fece capire che voleva possedermi.
"E non puoi immaginare..." lui parlava e io ansimavo mentre con l'altra mano iniziò a masturbarmi.
"La voglia che ho di sbatterti al muro in questo momento." Interruppe ciò che aveva iniziato e mi fece girare bruscamente, facendo scontrare il mio petto ancora coperto dal vestito, a contatto con il muro.
Aprii la bocca e inalai aria sufficiente per respirare lentamente, ma ogni volta che i miei polmoni si riempivano, venivano svuotati a ogni suo piccolo tocco. Per quanto potessi respirare, l'aria nella stanza non era mai sufficiente, e mai lo sarebbe stata.
"Queste calze..." disse strappandomi la zona che copriva i glutei, e schiaffeggiò quello destro, facendomi sobbalzare.
"Questi fiocchettini..." rispose togliendoli dai fianchi dove con il dito tratteggiò la mia pelle facendomi eccitare.
"E infine questa gonna..." concluse abbassandomela mentre ammirava il mio fondoschiena completamente nudo.
"Oh Shoyo...non avresti dovuto indossare questo vestito...non riuscirò a contenermi."
La sua voce veniva percepita da tutto il mio corpo, specialmente dal mio membro, che ormai era duro ed eretto.
Facendo alcuni movimenti che non riuscii a seguire, prese il lubrificante e lo spalmò sulle sue dita, rilassai il corpo aspettando che mi facesse godere ma fece altro.
Con le dita impregnate di quel liquido trasparente passò la mano attorno al fallo a sfere nero, poi, senza darmi il tempo di ribattere, lo infilò velocemente dentro di me facendomi appoggiare al muro per il gesto inaspettato.
Lo faceva entrare e uscire in continuazione, poi lo girava e lo spingeva sempre più dentro.
Sentivo la pelle d'oca, l'elettrizzazione formicolarmi addosso e il battito che continuava ad accelerare.
Lo muoveva come solo lui sapeva fare.
La presenza di quell'aggeggio si sentiva dentro di me in un modo così forte che dopo i primi cinque minuti stavo per avere un orgasmo, ma non avrebbe vinto così facilmente, non sarebbe stato soddisfatto se fossi venuto prima io, poiché probabilmente non avrei avuto le forze per essere scopato.
Come pensavo, rimosse il sex toy prima che venissi e sfregò il suo membro tra i miei glutei, facendomi intuire che a breve sarebbe entrato dentro di me.
Spinse piano e gemetti, perché cristo santo, lo sentivo, eccome se lo sentivo.
Sentivo persino il mio corpo stringere il suo membro quando stavamo per venire.
Iniziò veloce, facendomi urtare il petto contro il muro numerose volte, -pensai che le persone nelle stanze vicine potessero sentirci- così prendendomi per i fianchi dopo avermi fatto capire in che posizione voleva farlo, abbassai la schiena in avanti mentre le gambe erano diritte, invece le mani e le braccia erano al muro.
In quel modo lo sentivo più dentro, ancora più in profondità, e dopo una serie di penetrate forti, venne dentro di me lasciandosi sfuggire un gemito che ricorderò per tutta la vita. Solitamente quando facevamo l'amore era silenzioso, come se fosse il corpo a parlare, a esprimere i desideri più libidinosi.
Mi tolse l'ultimo pezzo del vestito che ricopriva il petto e mi fece stendere a letto.
Quella volta, rischiavo di svenire per il troppo godimento.
Prima di rendermi conto di tutto, vidi nella sua mano un oggetto simile a una penna, lungo circa tredici centimetri, e quando realizzai, cercai di fermarlo.
"È un d-dilatatore per u-uretra quello?" Non ero solo un po' spaventato, ma incredulo. Avevo letto delle recensioni su quel sex toy che andava inserito nel membro, e da un lato sperai di non volerlo mai provare, tuttavia dall'altro ero curioso di sapere quale livello di piacere potesse farmi raggiungere.
"Sì, ma se non vuoi non fa niente, ricorda sempre che sono stati creati per dare piacere e sai che non ti farei mai male" Maledizione, riusciva sempre a convincermi.
"Va bene però quando ti dico di toglierlo lo farai subito, vero?" probabilmente entrambi avremmo perso il controllo.
Annuì ma non rispose del tutto, quasi non mi fidavo.
"Respira, calmati Shoyo." Se me lo diceva con quel tono autoritario tutto facevo tranne che calmarmi, anche la sua voce mi esaltava.
Mi focalizzai su me stesso.
Rilassai il corpo e chiusi gli occhi, ma dall'eccitazione e la curiosità, li riaprii.
Sentii la sua mano toccare la mia nudità e dopo pochi attimi, un oggetto piccolo sfiorò la punta del mio membro, era freddo. Rabbrividii all'istante e iniziai a tremare.
Lo posizionò verticalmente sul mio membro, poi, in modo lento ma deciso, spinse quel dilatatore nel mio pene facendomi gridare.
Mi tappò la bocca e respirai dentro la sua mano, non poteva immaginare le sensazioni che quell'oggetto suscitava nel mio corpo.
Sentivo una specie di presenza dentro il mio pene, non ingombrante, ma sottile.
Gridai perché Tobio lo stuzzicava in modo incessante, il calore divampò nel mio petto, nelle mie gambe, nel mio stomaco, nel mio cervello. Dappertutto.
Notando che ero distratto, Tobio mi aprì le gambe facendomi urlare perché quel fottuto oggetto sembrava quasi muoversi a ogni piccolo movimento che percepivo, e mi penetrò.
Dovetti tapparmi la bocca da solo per non gridare, inizialmente sentivo un forte dolore, ma con un po' di tempo quella sensazione dolorosa sparì.
Respiravo velocemente e avevo l'affanno, Tobio non smetteva di penetrarmi e quel coso sembrava torturarmi. Non potevo venire se non l'avesse tolto, e io non potevo farlo, poiché avevo le mani legate sopra la mia testa, con la sua cintura.
Lo pregai di farmi venire. Quasi lo supplicai. Entrava e usciva per poi entrare di nuovo e spingere sempre di più. Il mio cuore stava per cedere a causa dei battiti velocissimi che avevo, la testa era in fumo per il troppo godimento e avevo la sensazione di stare per scoppiare, qualcosa di inimmaginabile stava per uscire dal mio corpo ma non potevo venire, doveva prima togliermi quel dilatatore.
Gridai e urlai, di piacere.
Non ansimai né gemetti, la mia voce si poteva udire a chilometri di distanza secondo me.
Avevo i peli drizzati, il corpo non rispondeva più ai miei comandi e Tobio iniziò a spingere sempre più forte e veloce.
Non mi ascoltava, non voleva togliermelo.
Mi morsi violentemente il labbro inferiore e credo che sanguinò ma non me ne accorsi, perché ero impazzito. Avevo perso il controllo, vedevo tutto sfocato e la sensazione di voler cacciare qualcosa fuori continuava ad aumentare, più imploravo Tobio di rimuoverlo e più spingeva dentro di me. Stavo per svenire.
Poi, con un movimento impercettibile lo tolse velocemente.
Inarcai la schiena, strinsi le mani quasi come se volessi affondarci le mie unghie, irrigidii il corpo e il respiro mi morì in gola. Senza rendermi conto di niente, venni, facendo fuoriuscire una quantità di seme eccessiva.
Venne anche lui, così tanto che quando provai ad alzare la schiena per appoggiarmi alla sbarra del letto (senza alcun risultato poiché non riuscivo a muovermi), sentii il suo seme colare ancora tra le mie gambe.
Inspirai ed espirai lentamente, portandomi una mano in fronte, ero sfinito, e il cuore batteva ancora forte.
Non riuscivo nemmeno a parlare, credo che sarei davvero svenuto se Tobio non avesse tolto in tempo quel dilatatore
"Lo rifaresti?" mi chiese mentre si stese affianco a me, lo sentii deglutire alcune volte, anche lui aveva il respiro affannato.
"N-non lo so" perfino sollevare la lingua dal palato mi riusciva difficile.
Rimasi steso sul letto, a guardare il soffitto, Tobio si avvicinò e mi abbracciò.
Trovai la forza per girarmi su un lato per essere avvolto da lui e mi raggomitolai tra sue braccia.
A un tratto le palpebre iniziarono ad essere pesanti, pian piano le chiusi definitivamente e mi lasciai avvolgere da un sonno profondo.

𝐈𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐢 𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞🕊 |𝐤𝐚𝐠𝐞𝐡𝐢𝐧𝐚|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora