Kageyama
Natale arrivò e Daichi ci invitò a pranzare tutti insieme prima di festeggiare con le nostre famiglie. Ci sarei andato ma prima dovevo fare una cosa.
"Cimitero di Yamanashi, aperto dalle 8 alle 13 nei weekend. Sei sicuro di volerci andare?" Chiese quell'idiota di mio fratello intimorito leggendo il cartello, mi fece schifo chiedergli un passaggio ma ero costretto.
"Aspettami qua, ci metto poco." "Mh sbrigati" rispose poggiando i piedi sul cruscotto.
Ogni passo mi faceva rimpiangere l'idea di essere andato lì ma dovevo chiudere per sempre questa storia.
"Kith Kamuchan 2002-2017, riposa in pace."
Era da tanto, troppo tempo che non andavo a trovarla, e ogni volta che lo facevo rimpiangevo tutto perché i ricordi mi assalivano e tornavano più forti di prima, lasciandomi un vuoto incolmabile.
'Perché? Perché dovevi salvarmi Kith? Perché ti sei buttata in mezzo alla strada e mi hai spinto? Eri la mia migliore amica e io il tuo migliore amico, mi avevi anche confessato che stavi meglio, che avevi smesso di stare male per quell'idiota del tuo ex.
Mi hai aiutato in qualsiasi occasione e hai sempre messo al primo posto i problemi di tutti.
Mi hai sempre consigliato cosa fare e quando non riuscivo a vedere la luce me l'hai mostrata dolcemente. Ma alla fine come tutti mi hai abbandonato, hai preferito morire per salvarmi piuttosto che continuare a vivere senza di me e mi fa male cazzo. Mi fa male perché ora tu non sei qui, te ne sei andata prima del previsto e non ho avuto modo di dirti addio.
Dannazione ero io che dovevo finire sotto quel maledetto autobus e non tu. Avevi una vita davanti, io invece ero spento, vuoto, come se non avessi più uno scopo e mi hai lasciato così. Magari non è questo ciò che volevi comunicarmi, ma ho imparato la lezione. Ovvero che le persone gentili indipendentemente da tutto finiscono sempre male.
Spero tu possa perdonarmi, ma è colpa mia se sei morta.
Ultimamente sto impazzendo per una persona, ogni volta che sono troppo vicino a lui una sensazione di caos mi colpisce lo stomaco mandandomi in estasi, non so ancora spiegare cosa sia, magari se fossi qui me lo sapresti dire, ma non ci sei.
E devo accettarlo, anche se fa male.
Non ti dimenticherò mai Kith, sarai sempre parte di me, ma devo andare avanti.'
Cercai di contenermi il più possibile, certe ferite sono così profonde da renderle incurabili.
"Farfalle" Sobbalzai quando un vecchio mi rivolse la parola.
"Cosa?" Ero abbastanza confuso.
"Sono un po' sordo, ma mi pare di aver capito che ogni volta che sei vicino a lei senti qualcosa allo stomaco, sono le farfalle" disse quel vecchio impiccione.
Mi resi conto un istante dopo di aver pensato ad alta voce senza accorgermene, per fortuna c'era solo lui e pensava che la persona in questione fosse una ragazza.
Ecco cosa avevo, le maledettissime farfalle che svolazzavano talmente libere da far sembrare il mio stomaco una scuola di danza, che casino.
"È Natale, dovresti farle un regalo, scusa se posso sembrarti invasivo ma non capita tutti i giorni vedere un ragazzo così in lotta con se stesso"
Ma cos'era? Un sensitivo? Stavo iniziando a irritarmi.
Salutai velocemente quel signore e come un fulmine mi diressi in macchina. Per quanto fosse stato impiccione, aveva risposto a una delle domande che mi tormentavano e fare una sosta per comprare un regalo non era un'idea così male in fondo.
"Fermati qui" dissi a mio fratello, che sbuffò sonoramente.
"Guarda che io non sono il tuo taxi quindi ti accompagno l'ultima volta e al ritorno chiami papà. Devo andare da Kiruzumi."
Non avevo tempo e interesse per incazzarmi con mio fratello, che doveva andare a fare dal tizio che ci ha minacciato?
"No, me la faccio a piedi." Almeno un po' di rispetto nel non disturbare nostro padre io ce l'avevo.
Per la prima volta in tutta la mia vita comprai un regalo per un "amico" o non so se definirlo così, secondo me non sapevamo neppure noi cosa eravamo, ma lo chiarii nell'autobus, sconosciuti.
E quindi gli sconosciuti non potevano farsi dei regali?
Volevo prendermi a schiaffi, stavo pensando di buttarlo quando sentii il nome di Hinata, mi girai e lo vidi.
Era più felice del solito, il naso rosso per il freddo, gli occhi apparentemente pieni di felicità, qualcosa era successo, di sicuro.
Non lo vedevo così felice da un bel po'.
"Hinata, io..." dissi facendolo fermare, la sua espressione dolcemente curiosa mi mise ancora di più in imbarazzo.
"Volevo-" ma venni interrotto.
"Shoyo!!" lo chiamò Kenma e si girò immediatamente andandogli incontro con un sorriso stampato sulla faccia.
Capii tre cose.
In primis ero stato uno stupido a pensare di fargli un regalo, inoltre quando era con me sembrava non sopportarmi e quando era con gli altri invece era pieno di vita.
In ultimo, ogni volta che era con lui era visibilmente felice.
Avrei voluto che mi guardasse così, avrei voluto essere l'unico per lui perché sì, quel giorno capii di essere attratto -anche se poco e solo fisicamente- da Shoyo.
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𝐈𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐢 𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞🕊 |𝐤𝐚𝐠𝐞𝐡𝐢𝐧𝐚|
Fanfiction|𝙍𝙀𝙑𝙄𝙎𝙄𝙊𝙉𝘼𝙏𝘼| -\𝙗𝙤𝙮 𝙭 𝙗𝙤𝙮/-(𝙠𝙖𝙜𝙚𝙝𝙞𝙣𝙖)~𝙨𝙢𝙪𝙩~/𝙛𝙡𝙪𝙛𝙛\[+18] 𝙐𝙣 𝙧𝙖𝙜𝙖𝙯𝙯𝙤 𝙖𝙣𝙖𝙛𝙛𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙤, 𝙛𝙧𝙚𝙙𝙙𝙤 𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙪𝙣 𝙨𝙚𝙜𝙧𝙚𝙩𝙤. 𝙐𝙣 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙤 𝙖𝙡𝙡𝙚𝙜𝙧𝙤, 𝙘𝙪𝙧𝙞𝙤𝙨𝙤 𝙚 𝙥𝙞𝙚𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙫�...