Capitolo 28

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Hinata

"È tutto pronto, sicuro di volerlo davvero fare?" mi chiese Suga poche ore prima della realizzazione del piano.
"Sì. In questo modo salviamo tutti" Potevamo sembrare sicuri di noi stessi ma la paura non tardava a farci visita.
"Ricapitolando, tu entrerai con una mini webcam, poi riprenderai il momento in cui Kiruzumi ti rifornirà e aspetterai il segnale per uscire, giusto?"
Le mani di Suga tremavano e ciò non contribuiva all'atmosfera asfissiante che stava aumentando sempre di più.
"Sì." "Abbiamo ancora tutto il pomeriggio, riposiamoci. Ci vediamo stasera davanti al locale."

***
Indossai un pantalone nero, felpa dello stesso colore e nascosi la mini webcam così bene che feci fatica io stesso ad individuarla.
Dovevo prestare attenzione a tutto, ad ogni minimo dettaglio, con la paura di essere scoperto che mi soffocava in maniera tale da non riuscire a farmi respirare.
Doveva proseguire tutto secondo i piani, nessuno poteva commettere un solo errore perché c'era in ballo la salute psicologica e la vita di molte persone.
Quello sarebbe stato l'ultimo sabato in cui Tobio avrebbe lavorato per Kiruzumi, poi dopo il mio arrivo sarebbe stato licenziato.
Kiruzumi mi disse di arrivare verso le 22:30, circa mezz'ora dopo la fine del turno di Kageyama in modo che non ci saremmo potuti incontrare.
A Tobio dissi che quella sera sarei andato da Suga e anche se inutilmente geloso, non contraddisse e mi augurò di divertirmi. 
Ogni passo che facevo per raggiungere quel posto, mi faceva pentire di essere nato.
Mi sentivo terrorizzato, pieno di paranoie che controllavano la mia mente.
Cercai ogni aspetto positivo della cosa.
'Almeno così risolveremo tutto' ma poi come l'avrebbe presa Tobio? Nessuno poteva saperlo.
Ero semplicemente stanco di non riuscire a vivere la mia vita pienamente, senza preoccupazioni o incubi che mi facevano stare male la notte.
Mi ero scocciato di non riuscire ad aiutare mai nessuno, però mi feci coraggio e andai fino in fondo. Non era solo determinazione, era rabbia.
Ci avevano impedito di essere felici, era ora di ricambiare il favore.

***
"Qui dentro dovrai chiamarmi Daisuke, è il nome scritto nel mio documento falso." Suga era più in ansia di me.
"Andrà tutto bene, vedrai" concluse. Questo però non servì a placare le mie emozioni irrequiete, stavo iniziando a sentirmi male fisicamente.
Rimasi lì a guardare quell'insegna led luminosa, infine, strinsi i pugni ed entrai.
Musica assordante, drink colorati e persone che si toccavano in modo indecoroso contornavano l'interno di quel posto, oltre all'odore nauseante di erba. 
Cercai Kiruzumi tra i corpi delle persone che si strusciavano senza mai fermarsi, poi lo vidi.
"Ce ne hai messo di tempo" guardai il telefono per controllare l'ora, avevo fatto solamente 3 minuti di ritardo.
"Non lo potrai usare, prendi questo." Disse dandomi un altro telefono dopo aver preso il mio.
"Va bene."
Poi, senza dire niente, indicò un uomo tatuato dietro di lui e mi fece cenno di andare a parlargli. "Sei tu il ragazzino nuovo? Ecco a te, quando le hai finite torna qua." Mi disse quest'ultimo dandomi cinque bustine. Aveva un aspetto terrificante, due occhiaie che sembravano crateri e le braccia cosparse di tatuaggi simbolici strani.
Ero così concentrato da non accorgermi che non avevo ancora niente per incriminare Kiruzumi. Quando si girò per indicare quell'uomo voltò il viso e la webcam riprese solo il bancone. Non parlò neanche quindi non poteva essere considerata una prova. Però dall'altro lato avevo ripreso quell'uomo mentre mi dava della droga.
Non fu difficile vendere quelle bustine, più che altro ero in lotta con me stesso, prendere degli stupidi soldi in cambio della vita di una persona mi suonava macabro e orribile.
Andai a vomitare circa tre volte, ma in conclusione riuscii a venderle tutte.
"Le ho finite" dissi a quell'uomo tatuato che mi guardava come se fossi una nullità.
"Ho finito la scorta. Vai nel retro. C'è una porta in fondo al corridoio, fatti rifornire là."
"Va bene" Deglutii e seguii le sue indicazioni. Kiruzumi nel corso della serata mi aveva avvertito di non fare niente ma non spiaccicò mai uno straccio di parola che sarebbe servita come prova.
Avevo anche incrociato lo sguardo di Suga, cercai di fargli capire che stavo avendo complicazioni, dubito che riuscì a capirmi.
"Le hai vendute tutte?" chiese ridendo Kiruzumi quando entrai in quella stanza, finalmente disse qualcosa di utile.
"Sì"
"Perfetto, ora Tobio sarà fiero di te." Non stavo capendo.
Feci un'espressione confusa e proseguì mentre iniziai ad agitarmi, anzi no, lo ero già.
"Davvero credi che assumerei uno come te? Per favore non diciamo cazzate. Però devo ammettere che quel ragazzino è stato davvero furbo, chissà come dovrai sentirti ora, magari offeso?"
Persi totalmente il filo del discorso, diceva cose senza senso.
"Non capisco-"
"Giusto giusto! Lascia che ti spieghi meglio-" sembrava eccitato e divertito.
"Tobio sapeva tutto fin dall'inizio. Dopo che ho scoperto cosa avevi in mente è stato lui a dirmi di assumerti. Conosceva benissimo i tuoi rischi. Sapeva che avresti tentato di salvarlo in ogni modo, così ti ho scritto e ho proposto l'accordo.
Semplice, ti ha venduto per la sua famiglia e ora tu sei al mio servizio mentre lui è libero. Devo dire che ti ho sottovalutato, credevo non saresti riuscito a vendere mezza bustina, e invece..." "-Tutto solo per salvare lui e suo fratello" esordì infine.
Tobio mi aveva gettato tra le sue mani per liberarsi quando io stavo facendo la stessa cosa ma salvando anche gli altri? Non ci avrei mai creduto.
Mi rifiutavo e mi vergognavo di me stesso per aver pensato che potesse aver fatto una cosa simile.
"Non ti credo. Tobio non farebbe mai una cosa del genere, non a me. Quindi dammi le altre bustine-" Mi interruppe.
"Lo vuoi chiedere a lui? Prego."
E in un secondo, come un'ombra avvolta dall'oscurità, vidi Tobio sedersi al bancone che era pieno di scatole vicino a Kiruzumi. La luce sembrava spegnersi da un momento all'altro o ero io che stavo per avere un infarto. Mi immobilizzai, non feci un passo, desiderai di tagliarmi la lingua se solo avessi detto una sola parola, volevo sentirmelo dire da lui, perché era una grande stronzata.
"Credo proprio che andrò a fumarmi una sigaretta" disse Kiruzumi prima di uscire, eravamo rimasti solo io e lui.
Deglutii aspettando che parlasse, volevo che dicesse qualunque cosa, tutto tranne la conferma di ciò che mi aveva detto Zumi, sperai con tutto me stesso che fosse uno scherzo.
Presi coraggio.
"S-scusami, non avrei dovuto pensare quelle cose di te" dissi vergognandomi, nonostante i dubbi e le paure ero sicurissimo, non avrebbe mai potuto farlo.
"E perché mai? È la verità dopotutto."
E in un attimo, tutto ciò che vedevo davanti ai miei occhi, era nient'altro che il vuoto. Non riuscivo a crederci, a capacitarmi di tutto, ci doveva per forza essere una spiegazione logica, ma ciò che mi fece tornare con i piedi per terra, fu il suo tono e la sua espressione: glaciale e indifferente peggio della prima volta che lo incontrai, sembrava un'altra persona.
"C-cosa?"
"Kiruzumi ha ragione. Non volevo coinvolgerti ma per salvare me e mio fratello, è stato necessario."
"Mi prendi in giro vero?"
Si avvicinò senza smettere di mantenere il contatto visivo.
"Come hai potuto farlo? Io ho cercato di aiutarti e lui mi ha minacciato, ho messo la mia intera famiglia in pericolo e tu?" le lacrime sembravano un optional ormai.
"È tutto?"
È tutto? Io che stavo soffocando dal dolore e lui che mi chiedeva se avessi finito di parlare, come se lo stessi scocciando.
Strinsi i denti e gli tirai uno schiaffo che gli fece girare la faccia, cercavo di non singhiozzare e continuavo a sperare che fosse tutto un incubo, che il giorno dopo mi sarei svegliato e l'avrei trovato affianco a me.
"Con quale coraggio? Non hai dignità? T-tu hai detto che mi ami, tutto questo è impossibile"
"Non mi sei mai piaciuto così tanto, volevo solo divertirmi. Già te lo dissi ma volevo vedere se riuscivo davvero a provare qualcosa. Si ho approfittato di te e allora? Non me ne pento."
"Q-quindi-" "È finita."
E se ne andò. Per davvero.
Mi lasciò con le lacrime che rischiavano di allagare la stanza e un dolore acuto che pervadeva tutto il mio corpo, in particolare il cuore, mi faceva letteralmente male il cuore.
"Ah, non credere che non abbia visto la webcam. Ti ha proprio usato per bene ma stai tranquillo comunque, ormai la polizia ha le prove necessarie per prendermi, ci vediamo ragazzino" disse Kiruzumi uscendo da un'altra parte per scappare. Le voci e il suono della musica in sottofondo diventavano sempre più soffuse mentre il mio battito diminuiva, non riuscivo a respirare bene, e da lì in poi, buio più totale.

Amor ch'a nullo amato amar perdona.

𝐈𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐢 𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞🕊 |𝐤𝐚𝐠𝐞𝐡𝐢𝐧𝐚|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora