Hinata
"Kenma!" Sobbalzai quando vidi i suoi occhi aprirsi, dormii al suo fianco per tutta la notte, era ridotto peggio di quanto pensassi e il solo pensiero che tutto fosse colpa mia mi faceva pentire di essere nato.
Quella sera potevo benissimo sedermi su un'altra panchina.
Ero troppo stupido allora per rendermi conto che in realtà non avevo fatto nulla di male e che i colpevoli erano quei ritardati, me ne resi conto troppo tardi.
"S-Shoyo?" Disse Kenma con un filo di voce che bastò per tranquillizzarmi.
"Shh! Non parlare, non forzarti, volevo chiederti scusa per tutto"
"N-no scusami t-tu" poi chiuse gli occhi e si addormentò di nuovo.
Mi rilassai e decisi di scendere al primo piano per prendere qualcosa da mangiare, volevo contenermi ma stavo morendo di fame.
"Non ti fa bene svaligiare la macchinetta quando hai fame." Rabbrividii quando la sua voce mi giunse alle spalle. Era rimasto per tutto il tempo in ospedale?
"M-ma ho fame" ero quasi intimorito.
"Non è affatto una motivazione giustificata, andiamo a pranzare? Almeno mangi per bene" sembrava premuroso.
Andiamo a pranzare? Stupida stupida domanda ma con tanti significati dietro, volevo pranzare con lui? Dovevo pur ringraziarlo in qualche modo, non ci siamo parlati per tutto il giorno e la fase "devo ignorare Kageyama" era diventata difficile da portare avanti.
Aveva le occhiaie e tossiva spesso, probabilmente era raffreddato.
"O-ok"
"Non fraintendere, il ristorante è affianco all'ospedale quindi sarà facile ottenere il permesso, muoviti a vestirti" sempre, costantemente, freddo.
Senza far fuoriuscire MAI un briciolo di sentimento.
Non fraintendere, ma ero io o lui che fraintendeva? Perché pensava sempre che potessi pensare male? Ma soprattutto se fosse stato così la cosa gli avrebbe creato così tanti problemi?
"Posso chiederti una cosa?" chiesi a Kageyama che nel frattempo stava mangiando l'udon.
"Solo una."
Il nulla più totale nei suoi occhi era fottutamente terrificante.
"Che ci facevi in quel parco? Hai chiamato tu Kiruzumi?" dissi il nome di quell'uomo che venne nominato dal tizio con i capelli rossi prima di fuggire.
"La domanda era una, e poi ho detto che potevi farla, mica che avrei risposto."
Mi salì il sangue al cervello.
Già era questo l'effetto che mi faceva, cercavo di approcciarmi pacificamente e poi lui rovinava tutto come suo solito.
Non abbiamo più parlato di quel bacio, e il ricordo delle sue labbra a contatto con le mie mi fece arrossire all'istante.
Perché? Perché doveva essere lui quello misterioso e stronzo?
Per quanto ci abbia provato non riuscivo a ignorarlo né ad allontanarlo, era sempre presente.
"Vaffanculo davvero." risposi esaurito.
Non ce la facevo più a cascare nei suoi stupidi giochetti.
Però dovevo sapere, dovevo sapere perché si comportava così.
"Posso chiederti perché lo fai? Perché ci hai portato all'ospedale ieri sera? Posso chiederti perché mi ronzi sempre intorno? Perché cerchi un pretesto per parlarmi e poi all'improvviso cambi umore? Che-cosa-vuoi-da-me?"
Posò le bacchette ai lati della ciotola e non mi guardò, in un batter d'occhio si alzò e disse come se non avessi affatto parlato:
"Vieni, ti porto in un posto." Ditemi quello che volete ma per la prima volta nei suoi occhi si vedeva qualcos'altro oltre che il solito neutralismo, ero troppo ingenuo e stupido per rifiutare. Gli avrei rifatto quelle domande più tardi.
Dove stavamo andando?Kageyama
Quel posto rappresentava parte della mia vita ed era per questo che volevo andarci.
Era dove mio fratello mi aveva promesso che ci sarebbe sempre stato, dove Kith mi abbracciò per la prima volta, dove mia madre promise che non mi avrebbe mai giudicato, qualsiasi cosa avrei fatto.
Avrei dovuto odiare quel posto vero? E invece non ci riuscivo, perché anche se tutto era finito male, mi piaceva pensare che il tempo si fosse fermato lì, a quando ero ancora ingenuo e mi godevo la vita.
Quel luogo era un mix, di emozioni, sensazioni, sentimenti, ricordi belli o brutti che siano che riuscivano sempre a calmarmi.
Mi bastava guardare il mare, le persone attorno, per farmi tranquillizzare.
C'era una serenità che non riuscivo a trovare da nessun'altra parte.
Certe volte perdevo la cognizione del tempo e rimanevo a fissare l'acqua cristallina che bagnava le persone mentre ridevano e scherzavano felici.
Quando facevo filone, andavo sempre lì a godermi quei pochi attimi di felicità, perché poi tornavo alla realtà, dove tutto era finito.
Mio fratello aveva infranto le promesse fatte come così mia madre, e Kith...
Quella fu la prima volta che ebbi gli occhi lucidi davanti a qualcuno, davanti a lui.
Fu la prima volta che quel posto mi faceva stare male, a guardarlo, mi tornavano in mente tutti i brutti ricordi che speravo di aver dimenticato, non era mai capitato, mai.
Non ci andavo da un paio di mesi, forse provai quelle cose perché c'era anche lui con me, ero sempre andato da solo quando dovevo riflettere e ciò, mi fece capire tante cose.
Non alzai un dito, rimasi lì, a guardare avanti a me, ogni piccolo pezzo del mio cuore ormai inesistente si distruggeva e ricomponeva in continuazione mentre Hinata mi chiedeva preoccupato cosa avessi.
Ero troppo perso in me stesso per potergli rispondere.
Era forse sbagliato? Era sbagliato mostrarsi fragile davanti a qualcuno?
Probabilmente sì, ma la sua presenza mi tranquillizzava inspiegabilmente e avrei voluto restare così per sempre.
L'avrei protetto se solo si fosse aperto, quando vidi il suo esile corpo a terra ricoperto di ferite per un istante vidi Kith, cessai di rispondere al mondo per qualche secondo, poi mi ripresi e un istinto omicida iniziò a crescere dentro di me, che razza di fidanzato era Kenma?
Ero troppo immerso nei miei pensieri per accorgermi di una testa rossa che mi abbracciava quasi stritolandomi, non capii il suo gesto, ma per la seconda volta in tutta la mia vita ricambiai un abbraccio che non fosse di Kith.
Mi faceva stare bene, lui. Mi faceva credere nel mondo, sarebbe stata la mia rovina ma era troppo bello per lasciarmelo scappare.
Già probabilmente lui mi odiava, considerato ciò che avevo detto al coach sul ritiro -perché sì, Tanaka me lo riferì- ma avrei trasformato quell'odio in attrazione.
Non volevo una storia seria, magari una storiella? Non sapevo nemmeno io cosa volevo in realtà, bastava lui per mandare all'aria tutto e sconvolgere i miei piani, maledetta testa rossa.
"Hai meno di 5 secondi per stacc-"
HinataQuella spiaggia anche se piccola, era da mozzare il fiato, ma non capivo perché avesse portato proprio me.
Per lunghi secondi rimasi interdetto quando notai che Kageyama aveva gli occhi lucidi.
Doveva essere il vento, non volevo credere che stesse per piangere ma dovetti farlo mentre decifrai la sua espressione; non saprei come descriverla, era un misto tra paura, felicità e preoccupazione. Andai nel pallone anche se quelle lacrime non scesero mai, cosa dovevo fare?
"Kageyama? Tutto bene?" ma non rispose, teneva lo sguardo fisso sul mare.
"Kageyama??" Non ragionai. Il mio cervello proiettò tutta la forza nelle mie braccia, fu un gesto inaspettato anche per me, chissà magari per il panico e il non sapere cosa fare o che so, lo abbracciai.
L'atmosfera parve cambiare in un secondo.
Il suo corpo era caldo e accogliente, era come se mi sentissi a casa e quella sensazione non l'avevo mai provata con Kenma, per quanto mi sforzassi riuscivo a trovare piacere solo nelle cose intime e nell'amicizia, ma non riuscivo ad essere così tanto preso o attratto dal rapporto di coppia, ciò mi fece pensare che forse lo stavo illudendo.
Dannazione non lo sapevo, in un momento come quello iniziai a pensare a Kenma, non capivo più niente.
La testa stava per scoppiarmi dai troppi pensieri, il cuore iniziò a battere forte all'improvviso e all'ultimo momento, realizzai cosa volessi davvero fare.
"Hai meno di 5 secondi per stacc-" mi alzai in punta di piedi e lo baciai.
Non c'era nessuno in spiaggia e ne approfittò per ricambiare il mio bacio, non fece domande, semplicemente si godeva il momento e forse avrei dovuto farlo anch'io.
Non so davvero spiegare perché volevo baciarlo, magari il corpo ha reagito d'istinto, ma fatto sta che le nostre labbra diventarono rosse.
Ghignò quando gli morsi leggermente il labbro e lui fece lo stesso, aveva le mani attorno al mio viso e di certo non risparmiò i suoi giochi con gli sguardi.
C'era qualcos'altro però, era compiaciuto?
"Dobbiamo andare, sta arrivando qualcuno" disse staccandosi dalle mie labbra e quell'allontanamento improvviso fu disastroso, non volevo smettere.
Come pensavo, non riprendemmo quello che avevamo iniziato, poiché il suo umore cambiò. Ormai era prevedibile oltre che scontato, un classico.
Mi rassegnai, cosa potevo fare d'altronde?
"Ora sei nei guai con il tuo ragazzo, sei proprio un idiota."
Feci il primo passo, l'autodistruzione.
Un vero e proprio suicidio.
Già la situazione era insostenibile, poi lui che mi criticava dopo aver ricambiato il mio bacio non contribuiva a migliorarla.
Ero stanco del suo comportamento bipolare e freddo.
"Smettila, sai benissimo che lo lascerò. Kageyama tu mi piaci, non posso farci niente e non posso più negarlo, però non ti capisco, prima mi allontani, poi ti avvicini e mi baci e poi te ne vai. Io sono disposto a tutto ma se non mi dici le tue intenzioni sarebbe meglio chiudere tutto qua."
Stavo attribuendo un altro ricordo a quel posto?
Una risata amara comparve sul suo volto, così inquietante da mettermi i brividi.
"Stai facendo tutto tu, davvero vuoi una 'storia' con uno come me? E poi scusa chi ti ha detto che ricambio?"
Tutto passò in secondo piano, la mia vita, Kenma, mia madre, solo per lui.
"Non l'ho mai detto, perciò te lo sto chiedendo. Io ti piaccio? E se non è così allora perché ricambi i miei baci? Perché non smetti e fai finire tutto questo?"
Il mio cervello era in preda a una tempesta di pensieri ma la sua espressione non la scorderò mai, era sarcasticamente divertito?
"Per divertimento" lo disse con tanta nonchalance che per un istante credetti di aver sentito male.
Non avevo voglia di commentare e pensare alla risposta, ero troppo debole per reagire.
"E allora divertiti con qualcun altro." le mie ultime parole, prima di tornare in ospedale a piangere da solo, a pensare a tutto ciò che avevo causato.
Stupido. Mi sentivo stupido.
Perché dovevo essere proprio io il suo giocattolo?
Ma ero stato egoista, avevo pensato solo a me stesso senza pensare a Kenma, come si sarebbe sentito? Mi facevo schifo.
Non so perché ma la risposta di Kageyama sembrava una bugia, mi pareva che fosse "attratto" quando ero troppo vicino a lui, però non mentiva mai, quindi dovevo comunque accettare la verità per quanto dolorosa potesse essere.

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𝐈𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐢 𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞🕊 |𝐤𝐚𝐠𝐞𝐡𝐢𝐧𝐚|
Fanfiction|𝙍𝙀𝙑𝙄𝙎𝙄𝙊𝙉𝘼𝙏𝘼| -\𝙗𝙤𝙮 𝙭 𝙗𝙤𝙮/-(𝙠𝙖𝙜𝙚𝙝𝙞𝙣𝙖)~𝙨𝙢𝙪𝙩~/𝙛𝙡𝙪𝙛𝙛\[+18] 𝙐𝙣 𝙧𝙖𝙜𝙖𝙯𝙯𝙤 𝙖𝙣𝙖𝙛𝙛𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙤, 𝙛𝙧𝙚𝙙𝙙𝙤 𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙪𝙣 𝙨𝙚𝙜𝙧𝙚𝙩𝙤. 𝙐𝙣 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙤 𝙖𝙡𝙡𝙚𝙜𝙧𝙤, 𝙘𝙪𝙧𝙞𝙤𝙨𝙤 𝙚 𝙥𝙞𝙚𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙫�...