Kageyama
Mi svegliai con la canzone "My life be like" a palla e un mal di testa atroce.
Mentre mi alzai, cercai di ricordare gli avvenimenti della serata precedente.
Che lo volessi o no, quando bevevo ricordavo tutto, anche quando mi ubriacavo fino a rischiare di collassare. E credetemi, avere la visione di Shoyo che fa un pompino a prima mattina era il modo migliore per iniziare la giornata, o peggiore, considerato che non avrei smesso di pensarci.
Chissà quando l'avrei rivisto, me lo chiedevo costantemente.
***Bokuto: Quindi alle 17:00 vieni?
Mi chiese Bokuto mentre ero impegnato a fare matematica inutilmente -tanto non c'avrei capito niente lo stesso- volevo iniziare l'ultimo anno con il piede giusto in modo da non ostacolare il mio percorso sportivo.
Ad essere sinceri, non sapevo nemmeno se fossi sopravvissuto all'estate.
Io: Non so, voglio prima tatuarmi il pikorua. Ti faccio sapere.
Non capivo perché Bokuto mi invitasse sempre, ma dopo un paio di messaggi e chiamate compresi che sapeva tutto, anche se continuavo lo stesso a non arrivarci. Insomma non avrebbe dovuto allontanarmi come tutti?
Bokuto: Un tatuaggio? Manda la foto del disegno se ce l'hai
Sì, stava iniziando a interessarsi della mia vita, però credevo che fosse fintamente interessato, come se in un modo o nell'altro mi stesse prendendo per il culo. Già, ero diventato più paranoico e ormai non mi fidavo più di nessuno.
Che cos'è il Pikorua?
Simboleggia la forza del legame, identifica la fusione spirituale di due persone per l'eternità. Il Pikorua trasmette un messaggio di lealtà, amicizia e amore. Possono esserci anche doppie o triple pikorue che rappresentano l'eternità.
E no. Non l'ho dedicato a nessuno.
Ma a me stesso.
Ho sempre amato i simboli maori e già da piccolo provvedevo a disegnarli sulla mia mano con delle penne indelebili.
Con il tempo capii che non era una stupidaggine "credere" in queste cose ma considerato il fatto che ne sono sempre stato affascinato realizzai una cosa: un giorno mi sarei tatuato il Pikorua nel tentativo di trovare quel legame spirituale tra due persone che le tiene legate per l'eternità. Non necessariamente un legame romantico. Il Pikorua non simboleggia solo l'amore.***
"È un simbolo importante, sicuro?" rispose mio padre quando gli chiesi il permesso -anche se- l'avrei fatto lo stesso con o senza il suo consenso.
Le pochissime persone con cui avevo un legame intimo sapevano che i simboli maori mi piacevano, anzi fu proprio mia madre a trasmettermi la sua passione.
"Sì."
"Va bene. Vorrei negartelo ma so che lo faresti ugualmente. Ti chiedo solo di stare attento, scegli il tatuatore più bravo."
Anche mio padre aveva pochissimi tatuaggi, ma dalle esperienze terribili che ha avuto con le conseguenze decise di non avvicinarsi ad un ago mai più.
Per alcuni aspetti mio padre ignorava il mio segreto, come se fosse convinto che tutto si sarebbe risolto da un momento all'altro e avrei ricevuto quella telefonata che mi avrebbe salvato la vita.***
"Tutto bene?" mi chiese il tatuatore giovane guardando il mio braccio quando finì.
"Sí, devo mettere qualcosa?" risposi mentre iniziò a fasciarmi il braccio destro con una pellicola.
"Sì dopo ti scrivo cosa devi fare per alleviare il dolore e ricorda di non farlo entrare a contatto con l'acqua. Ad essere sincero sei stato un po' sconsiderato a farti un tatuaggio in estate"
"Fa niente, poi anche se il mare mi piace sono più il tipo da piscina" Stronzate, amavo il mare.
"Stamattina sei il terzo che non urla o si lamenta per il dolore, ma posso chiederti perché proprio il Pikorua? Tutte le persone a cui l'ho tatuato erano follemente innamorate-"
"Questo simbolo non rappresenta solo un legame di coppia, posso averlo fatto anche per il mio migliore amico." Risposi un po' infastidito dalle sue ipotesi.
Presi il foglio che mi diede il tatuatore e uscii da quel posto.
Mentre camminavo decisi di fermarmi in un bar, non l'avessi mai fatto.
Mi pietrificai quando all'entrata del Bar Mikuko -spesso frequentato da me- vidi Hinata e lo stesso ragazzo dai capelli grigi che notai alla festa, quest'ultimo aveva il braccio sulla spalla di Shoyo e sorrideva. Ora le opzioni erano due.
O me ne andavo in modo cauto e facevo in modo che non si accorgesse di me o entravo senza degnarlo di uno sguardo. Giusto il tempo di porre fine ai miei pensieri che Shoyo girò la faccia nella mia direzione e mi guardò. Cazzo.
Anche a distanza riuscii a percepire le sensazioni di quello sguardo truce e al tempo stesso sorpreso. La domanda che mi facevo più spesso era infatti "Se il grande demone celeste non vuole che stiamo insieme allora perché in un modo o nell'altro ci ritroviamo sempre e comunque?"
Era diventato impossibile scappare dal nostro passato, da quello che siamo stati e che continuavamo ad essere. Forse eravamo sconosciuti.
Per alcuni aspetti, amanti. Magari conoscenti. Non volevo impegnarmi nel dare un nome al nostro bizzarro e travagliato rapporto, sarebbe solo stata una perdita tempo e in cambio avrei ottenuto una forte emicrania.
Visto che mi aveva notato, entrai nel bar con una tranquillità tale da sembrare invisibile.
Non lo guardai più, ma quando stavo per uscire una voce chiamò il mio cognome.
"Kageyama!" mi girai e vidi che Shoyo non c'era più, solo quel coglione del suo amico o qualsiasi cosa fosse.
Voltai le spalle e ripresi a camminare, se non era Shoyo a chiamarmi, non avrei parlato con nessun altro. Sì, cercavo di allontanare tutti e un po' mi stava bene.
"Aspetta, fermati!" continuò il ragazzo dai capelli grigi quando si piazzò davanti a me, era poco più basso.
"Non ho tempo da-" cercai di porre fine alla conversazione senza manco iniziarla.
"Piacere! Sono Miyamura Zenki, un amico di Shoyo"
Shoyo. Quindi già lo chiamava per nome.
Quando vide il mio silenzio intento nel fargli capire che non volevo continuare la conversazione, esordì dicendo:
"Ah! Non sei costretto a dirmi il tuo nome anche se già lo so...cioè voglio dire-...Ero curioso di conoscerti, Shoyo mi parlava spesso di te"
I suoi occhi erano pieni di eccitazione e aveva uno sguardo indagatore, come se volesse che rispondessi alla miriade di domande che presto mi avrebbe fatto, con un po' di fretta pure.
'Shoyo mi parlava spesso di te.'
Tuttavia, non potei fare a meno di contenere la mia di curiosità.
"E che cosa ti diceva?" mi pentii subito di averglielo chiesto.
Un sorriso si fece spazio sul suo viso come se avessi scatenato la reazione che si aspettava. Dannazione.
"Se vuoi possiamo sederci e parliamo meglio, Shoyo è andato ad allenarsi"
Si era capito che mi interessava saperne di più, non potevo sottrarmi.
"Ho poco tempo."
"Posso chiamarti per nome?" corrugai la fronte, se non avevo un rapporto strettissimo con il sottoscritto nessuno doveva chiamarmi per nome.
"Preferirei di no." Non mi imbarazzavo affatto nel dirlo.
"Va bene-"
"Allora?" ero impaziente.
"Ho conosciuto Shoyo all'inizio del corso di recupero per matematica, e siamo diventati subito amici"
"E?" era come se lo invitassi a continuare, che stress.
"Detto onestamente, è la prima volta che ti vedo poiché mi sono trasferito da poco e ho iniziato a metà anno nella vostra scuola, mi aspettavo che fossi più bello" cristo quindi pure lui era gay.
"Non sono gay se te lo stai chiedendo, dico solo che le mie aspettative su di te erano alte." Rispose come se mi avesse letto nel pensiero.
Non che mi interessasse la sua delusione estetica nei miei confronti, ma capii che stava girando attorno alla questione per non giungere al sodo, quindi lo feci io.
"Che cosa ti ha detto di me?"
"Come suo amico, non posso dirti le sue esatte parole ma l'hai deluso moltissimo e sperava che lo contattassi almeno una volta, mi ha detto che sei sparito"
Tutte cose che già sapevo ma....sperava che lo contattassi? Davvero?
"Ma se mi ha bloccato su tutti i social" risposi stizzato.
"Sì ma ti ha sbloccato poco tempo dopo, controlla se vuoi" disse indicandomi il telefono.
Non avevo più controllato se mi avesse sbloccato o no poiché lo bloccai quando vidi che lui per prima fece lo stesso.
Controllai, e quell'idiota aveva ragione, volevo prendermi a pugni da solo.
"Visto? Comunque non riesco a capire perché non gli parli, comprendo che inizialmente è stata difficile per entrambi ma sono passati mesi, non credi che sia ora di dargli delle spiegazioni? Poi la penso come Shoyo, secondo me e anche secondo lui, gli hai rifilato qualche stronzata per lasciarlo, ma ha anche detto che sei tu e che non mentiresti mai, quindi sta a te."
Si era spinto troppo oltre.
Almeno ebbi la certezza che non era più sicuro delle motivazioni per il quale l'avessi lasciato.
"Basta così." Dissi neutrale, non avrei più spiaccicato manco mezza parola.
"Se vuoi-"
Mi alzai e lo salutai con un cenno della mano, non sarei rimasto un secondo in più con lui.
Camminai raggiungendo la stazione con l'intenzione di ignorare i pensieri e schiarirmi le idee ma ottenni il risultato completamente opposto e pure perverso.
C'è un posto nel mondo dove tutti vorremmo essere...si chiama fantasia.
Quella che usavo quando immaginavo Shoyo che muoveva piano il bacino per non farsi male mentre glielo spingevo sempre più dentro. Sentirlo gemere dal piacere a causa mia mi faceva destabilizzare e allo stesso tempo mi induceva ad innamorarmi sempre di più.
Magari due persone in questo mondo non sono destinate a stare insieme, ma in un altro mondo parallelo?

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𝐈𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐢 𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞🕊 |𝐤𝐚𝐠𝐞𝐡𝐢𝐧𝐚|
Fiksyen Peminat|𝙍𝙀𝙑𝙄𝙎𝙄𝙊𝙉𝘼𝙏𝘼| -\𝙗𝙤𝙮 𝙭 𝙗𝙤𝙮/-(𝙠𝙖𝙜𝙚𝙝𝙞𝙣𝙖)~𝙨𝙢𝙪𝙩~/𝙛𝙡𝙪𝙛𝙛\[+18] 𝙐𝙣 𝙧𝙖𝙜𝙖𝙯𝙯𝙤 𝙖𝙣𝙖𝙛𝙛𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙤, 𝙛𝙧𝙚𝙙𝙙𝙤 𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙪𝙣 𝙨𝙚𝙜𝙧𝙚𝙩𝙤. 𝙐𝙣 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙤 𝙖𝙡𝙡𝙚𝙜𝙧𝙤, 𝙘𝙪𝙧𝙞𝙤𝙨𝙤 𝙚 𝙥𝙞𝙚𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙫�...