Capitolo 30

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Hinata

Il caldo afoso di giugno, le giornate dove la temperatura era così scottante da essere pericolosa e l'insieme di tutte le cose che mi ricordavano una persona, mi fecero indurre a pensare nuovamente a lui.
Credevo di averlo dimenticato, ma ero un illuso.
Ditemi quello che volete, dopo un po' iniziai a non credere a ciò che mi disse quella sera. Le sue parole potevano seguire qualsiasi tipo di logica, non avevano comunque senso per me.
E mai ce l'avrebbero avuto.
Mi stava indirettamente dicendo che il bravo attore in tutta la nostra storia è stato lui? Mi stava dicendo che tutto quello che passammo insieme, a prescindere da tutto, sia solo stato frutto della mia immaginazione? Voleva davvero solo divertirsi? Una parte di me sapeva che erano tutte stronzate, però rimaneva la realtà, unica e ineguagliabile, ovvero che quelle cose le aveva dette lo stesso.
Pensavo di odiarlo, ed era così, ma i sentimenti che avevo per lui non sparirono mai, anche se cercai un qualsiasi modo per reprimerli.
Volevo sopprimere le mie emozioni, ignorarle, soffocarle, sterminarle. Sì. Desiderai di non averlo mai conosciuto. Perché mi ritrovavo sempre con il cuore spezzato.
I suoi baci, le sue carezze, i suoi sorrisi e i suoi modi bipolari erano diventati una dipendenza ma le lacrime di certo non sarebbero bastate per curarmi.

***
"Dai che oggi è l'ultimo giorno, sopravvivremo" disse ironicamente Zenki mentre il sensei di matematica ci assegnò l'ultimo compito che avrebbe segnato la fine del corso di recupero.
"Siete passati per poco, vedete di iniziare a studiare seriamente perché inizierete l'ultimo anno di liceo. Potete andare" disse il sensei con un'espressione corrucciata alla fine del compito.
Studiare non era mai stato un grande problema, tranne quando i miei voti facevano così pena da rischiare di essere espulso dal club.
"Allora, oggi andiamo in piscina?" propose Zenki mentre camminavamo verso la porta.

"Kageyama Tobio? Ma dici quello alto con i capelli neri? Del secondo anno?"
"Sì, hanno detto che tornerà per il diploma e basta"
"Non ho capito, farà l'ultimo anno qua?"
"Sì ma non so se tornerà, dicono che con la Shiratorizawa è diventato fortissimo"
"Devo dire che però mi piaceva la veloce di quel nanetto e lui, sembravano fighi"
"Già, invece hai sentito parlare dell'espulsione di Dakai Azmi?"
"Quello del club di calcio?"
"Sì"

Non prestai minimamente attenzione a quello che disse Zenki mentre attraversavamo il corridoio per uscire. Mi focalizzai ad ascoltare ogni singola parola di quei due ragazzi che stavano parlando fuori dalla classe.
Era la prima volta che lo sentivo nominare dopo tempo. Sarebbe tornato? Di nuovo? Come avrei reagito? Il cuore iniziò a battere più velocemente, diventai pallido e finii per attirare la preoccupazione di Zenki.
"Shoyo? Tutto bene?"
Tutto bene? Cosa c'era che andava bene? Niente.
Definitivamente non c'era niente che andava bene in quel periodo.
Se il solo sentirlo nominare mi faceva sentire male, come avrei trovato il coraggio di guardarlo o di passargli a fianco indifferentemente? Come se non ci fossimo mai conosciuti? Come se l'amore che abbiamo condiviso non fosse mai esistito?
Lo negavo, ma stavo male.
Avevo provato a stare meglio con me stesso, ma avevo fallito.
Provai a superarla non ottenendo nessun risultato. Ero fragile, mi sentivo così. Tutto ciò per colpa sua. Per la sua mancanza. Non solo sprecavo tempo a pensarlo, ma a chiedermi in continuazione cosa avessi mai fatto per meritarmelo.
Era forse una punizione divina per aver cercato di cambiare il destino? Ovvero quello di non essere destinati a stare insieme?
Se era così allora avevo imparato la lezione.
Non c'erano altre scelte o scorciatoie, dovevo dimenticarlo per forza, o non sarei riuscito ad andare avanti.
Mi rifiutavo con tutto me stesso di volerlo cercare, riuscivo a imporre l'orgoglio nella mia mente, perché tutto avrei fatto, tranne che chiamarlo. Erano quattro mesi che non si faceva vedere.
Quattro mesi in cui mi lasciò riflettere su tutto e ad ogni domanda che mi ponevo sorgeva un ulteriore dubbio, il tutto sfociava infine in un pianto.
Spiegazioni, volevo solo spiegazioni. Era diventato un'ombra, pronto a farmi visita nei sogni. Ogni notte, costantemente.
Poi il tutto finì, come ho già detto, quando iniziò giugno finì.

𝐈𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐦𝐢 𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞🕊 |𝐤𝐚𝐠𝐞𝐡𝐢𝐧𝐚|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora