*Lajyla*
Raggiunsi Liberty che era fuggita verso il bagno delle ragazze, sbattendosi la porta alle spalle.
«Lib?» bussai timidamente su una delle porte chiuse.
«Dimmi» la sua voce era appena un sussurro.
«Che succede? Tutto ok?»
Lei aprì la porta e si diresse verso la finestra, a braccia conserte, dandomi le spalle.
«Mio fratello è un bravo ragazzo ma... Non gli interessa nulla dei sentimenti altrui, di quelli delle ragazze che vede come "prede" specialmente».
Le fissai i capelli sorpresa. Prede?
«Ogni volta che ho qualche amica lui ci va a letto, non capendo quanto questo mi ferisca ed ignora completamente il senso di solitudine che sento salirmi dentro ogni volta che se ne passa qualcuna». La vidi asciugarsi una lacrima solitaria, anche se di spalle.
«A volte ho veramente pensato che gli facesse piacere vedermi sola» sospirò.
«Lib, perché non glielo dici?» scoppiò in una risata amara, priva di divertimento.
«A Logan non importa, lui ti chiede scusa, tu gli sorridi, ed è tutto come prima» si girò, e la sua espressione impassibile mi spaventò.
Un lieve bussare sulla porta mi distrasse. Si aprì lentamente e Logan comparve sull'ingresso.
All'improvviso mi resi conto di quanto odiavo le persone come lui. Quelle che ti usavano fregandosene altamente dei tuoi sentimenti, quelle che ottenuto ciò che volevano ti buttavano via come spazzatura.
Sentii una rabbia devastante crescermi dentro.
«Puoi... Lasciarci da soli?» mi disse, senza guardarmi negli occhi. Cercai la conferma guardando Lib, annuì.
Prima di rendermi conto di ciò che stessi facendo gli arrivai fin sotto il naso. «Le persone come te mi danno il disgusto» mi sorpresi di quanto la mia voce fosse bassa e sprezzante, lui rimase sorpreso ma non replicò. Mi diressi verso la porta e me la chiusi alle spalle, tornando di nuovo in palestra.*Logan*
«Lib...» mi guardò e quello che vidi mi lasciò sgomento. Invece della solita tristezza quando la ferivo, nei suoi occhi non lessi nulla. Il suo sguardo era piatto.
«Mi dispiace» rise senza divertimento.
«Di cosa, Logan? Di fregartene continuamente di quello che provo? Di continuare a lasciarmi sempre da sola? Mi merito davvero questo? Mi merito di ritrovarmi continuamente a terra in un angolo, mentre calpesti i miei sentimenti?».
Il fiume di parole che le uscì dalla bocca mi impedì di pronunciare anche solo un monosillabo. In genere si limitava a piangere in silenzio, o a singhiozzare. Questo nuovo lato di lei mi rendeva fiero e mi spaventava a morte allo stesso tempo. Poi realizzai ciò che aveva detto senza battere ciglio.
«Io non terrei conto delle tue emozioni?» le dissi cupo «Liberty, sei impazzita?! Mi occupo di te da quando sei piccola, ho sempre dato tutto me stesso per renderti felice, ho fatto il possibile per non farti pensare a ciò che ci accadeva intorno. Come puoi dirmi che non tengo conto dei tuoi sentimenti?»
Rise di nuovo, questa volta mi irritò.
«Logan, a te non interessa. Non ti sei mai accorto di quanto stessi male quando mi strappavi ogni occasione di ricostruirmi una vita. Ti sei dimenticato che non ne ho più una? Tutti mi ignorano, sono invisibile per la società, o peggio, presa in giro e disprezzata!». La sua voce si incrinò all'ultimo e tornò la Liberty che conoscevo. Mi spinse e corse verso la porta, sbattendosela alle spalle.
Capii che quella conversazione mi aveva dato un assaggio della nuova Lib, e non sapevo davvero se essere contento che si stesse costruendo finalmente una sua personalità oppure esserne spaventato.*Lajyla*
Rientrai in palestra e mi accorsi che tutti i ragazzi mi guardavano maliziosi e tutte le ragazze mi guardavano con odio.
Ottimo, davvero ottimo.
Preferivo essere odiata dai ragazzi piuttosto che dalle ragazze. Le donne avevano quella cattiveria innata che mi spaventava a morte, i ragazzi erano più ingenui.
Mi si avvicinò un ragazzo con i capelli di un elegante biondo dorato pettinati indietro e dei begli occhi sull'azzurro-verde, ma per quella sera ne avevo abbastanza.
Mi porse uno dei due bicchieri di punch che aveva in mano con un sorriso mozzafiato, arrossii appena.
Era stato l'unico in tutta la palestra a non guardarmi il seno o il sedere, non mi aveva staccato gli occhi dal viso nemmeno per un attimo, forse la meritava una chance.
«Sei Lajyla, giusto?»
«Sì, tu?»
«Derek»
«Ciao Derek, è alcolica questa roba?» dissi sventolandogli il bicchierino sotto il naso.
«Abbastanza» mi disse con un risolino «Sei astemia?»
Smentii buttando giù il contenuto del bicchiere, avevo bisogno di distrazione per non pensare.
«Wow, te ne porto ancora» mi disse ridendo, aveva una bella risata. Annuii ed arrossii pensando che dovevo sembrargli un'ubriacona, in realtà avevo bevuto fino al vomito una sola volta, un anno prima, quando una delle mie più care amiche era morta in un incidente. Rabbrividii, non dovevo pensare.
Mandai giù in un sorso i successivi due drink che mi portò e finalmente iniziai a sentirmi più leggerla, non mi accorsi nemmeno che Derek mi trascinò sulla pista da ballo. Ci muovevamo perfettamente, sembravamo ballerini provetti "Hey aspetta, ma io lo sono davvero!" Ridacchiai.
«Mi piace il tuo sorriso» mi disse all'orecchio, sentii una scarica di brividi lungo la schiena e deglutii a vuoto.
«A me piace la tua risata» gli risposi e volteggiammo ancora un po', finché non notai l'ora, le 00:15.
«Cazzo, avevo il coprifuoco alle 23:00» smettemmo di volteggiare e Derek mi portò verso l'uscita.
«Dove andiamo?»
«Ti accompagno»
Ah okay, mi stava bene. Non sarei riuscita a tornare a casa da sola. Non ero abituata a bere.
***
Mi richiusi la porta dell'appartamento alle spalle e mi diressi in camera mia barcollando un po', mio padre mi aspettava davanti alla porta, con le braccia conserte e lo sguardo duro.
«Ti prego, ne parliamo domani» dissi giungendo le mani come in preghiera. Mi fissò e lessi un'infinita rabbia contenuta nel suo sguardo. Era il tipo di rabbia che mi spaventava di più, quella che se lasciata uscire distruggeva te e tutto ciò che avevi intorno. Mamma provava quel tipo di rabbia, ed era aumentata quando papà se n'era andato.
Strinse le labbra e tornò in camera.
Entrai nella mia, mi sfilai il vestito e mi rannicchiai con difficoltà sotto le coperte, cedendo al sonno.
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Il tuo pericoloso sorriso
RomanceIN LIBRERIA! Lajyla Vasilyev è una ragazza russa. I suoi genitori sono separati ed è stata costretta ad andare a vivere con suo padre negli Stati Uniti. Strappata dalla sua casa, a Mosca, Lajyla è costretta a fare i conti con una realtà completament...