Capitolo 15

52.7K 2.2K 40
                                    

*Logan*
Aprii lentamente gli occhi e sbattei le palpebre per abituarmi al buio. Ero nel mio letto. Mi girai faticosamente e sbattei contro qualcuno. Lajyla!?
I ricordi della sera prima mi piombarono addosso come una bomba. Lajyla che affermava di essere la fidanzata di Derek. Io che correvo per Los Angeles. Come diavolo ci ero arrivato a casa?
Mi voltai verso Lajyla e la guardai. Dormiva beata. Gli occhi nascosti dalle lunghe ciglia, il respiro leggero che fuoriusciva dalle labbra lievemente socchiuse, la faccia rilassata, i lunghi capelli sparsi sul cuscino. Rimasi ammutolito davanti a così tanta bellezza. Perché doveva farmi sempre quell'effetto? Cercai di convincermi che la odiavo ma... Diavolo, era nel mio letto e... sbirciai sotto le coperte: indossava solo una maglietta!
Il cuore prese a battermi più forte alla vista delle sue lunghe gambe snelle. La divorai con gli occhi, la maglietta le si era sollevata e mostrava gli slip neri. Deglutii. Aveva un culo favoloso - per essere volgari.
Si mosse e finì a rannicchiarsi contro il mio petto. I capelli mi solleticavano il naso. Le passai incerto le mani attorno alla vita, stringendola. Lajyla intrecciò una gamba alle mie e si svegliò lentamente. Sbatté le ciglia un paio di volte e poi fissò quegli occhi blu intenso nei miei.
«Ciao» sorrise «Come ti senti?» Svicolò dalle mie braccia arrossendo e feci per mettermi seduto. Ma un mal di testa lancinante mi immobilizzò. «Male» biascicai. Déjà-vu. Ci eravamo già trovati in quella situazione.
«Capisco» disse lei stringendo le labbra e poggiando la schiena alla testiera del letto.
«Che... che è successo ieri?» chiesi confuso e Lajyla fece un sorriso divertito.

*Lajyla*
«Cazzo, Lajyla! Svegliati!» qualcuno mi stava tirando un braccio.
«Sono sveglia, sono sveglia» bofonchiai e mi tirai su, passandomi una mano sul viso. Guardai la ragazza coi capelli neri di fronte a me.
«Lacy? Che ci fai qui?» le chiesi confusa.
«Corri, sbrigati! Logan... Logan è corso via, lungo le strade di Los Angeles... Doveva... Doveva dirti una cosa ma ti ha vista parlare... E dire...» sembrava avesse corso per duecento chilometri.
«Cosa?!»
«Corri da lui o si metterà nei pasticci!» urlò infine.
«O-okay» incerta mi incamminai verso l'uscita. Sapevo dove andare.
***
Lo vidi sdraiato sulla panchina. Tremava.
«Logan» lo scossi delicatamente. «Svegliati»
Aprì gli occhi ma sembrava da tutt'altra parte. Si mise lentamente a sedere.
«Stai bene? Che ci fai qui?» gli chiesi poggiandogli una mano sulla spalla, lui si ritrasse come se l'avessi ustionato. Serrai le labbra. Non era cambiato affatto. Voleva tenermi fuori. Per... paura? Era ciò che avevo sempre letto nel suo sguardo quando era con me.
«Sto... bene» rispose e sembrava che stesse per vomitare.
«Si può sapere che ti ho fatto?» Chiesi cupa. Sapevo che non era il momento giusto, ma da ubriaco sarebbe stato sincero.
Scoppiò in una risata amara.
«Niente, Lajyla. È colpa mia» ci ripensai. Non volevo saperlo in quel modo, era scorretto. Gli avrei dato tempo.
«Ok. Andiamo a casa, forza» dissi alzandomi.
«Non ce la faccio» nascose il viso dietro due braccia muscolose.
«Oh, sì che ce la fai!» dissi tirandolo per un braccio fino a farlo alzare.
Non so come ma riuscimmo a barcollare fino al pick-up. Non sentivo più né la schiena né tantomeno i piedi. Cavolo, Logan non era affatto leggero!
«Non so guidare» dissi maledicendomi per non aver preso la patente.
«Cosa!?» chiese esterrefatto Logan e sembrò recuperare un po' di lucidità.
«Andiamo a piedi. Velocemente ti prego, non ce la faccio più» lo pregai.
Riuscimmo ad arrivare all'appartamento e, questa volta, anche se era tardi, mandai un messaggio a mio padre. "Resto fuori" due semplici parole. "Ok".
Logan si rannicchiò sul suo letto ed io feci un ulteriore sforzo per togliergli almeno la camicia. Ero seduta a cavalcioni su di lui, con la sua camicia in mano. Ammirai i lineamenti dei suoi muscoli magri. Aveva un gran bel fisico slanciato, non c'era nemmeno un grammo di grasso!
Emisi un sospiro di sollievo mentre Logan piombava nel sonno, e rotolai sul letto accanto a lui. Non avevo le forze per tornare nel mio appartamento ed il giorno successivo avrei dovuto parlare con Logan. Volevo sapere cosa si celava sotto quella maschera da duro. Mi attirava con una forza inaudita.
Ad occhi chiusi mi sfilai i jeans, mi raggomitolai sotto le coperte e mi addormentai all'istante.

Il tuo pericoloso sorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora