Epilogo

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*Logan*
Finalmente era arrivato il grande giorno: la consegna dei diplomi. I mesi erano passati davvero troppo veloci ed eravamo già a giugno. Era stato un periodo davvero tranquillo, di cui avevo trascorso ogni istante con Lajyla, per le vacanze di primavera eravamo stati a New York, desiderava andarci da tantissimo ed ero stato troppo felice di vedere il meraviglioso sorriso che le si era dipinto sul volto alla vista della Grande Mela. Oltretutto un giorno ero uscito quando lei dormiva e le avevo preso una cosa, che si trovata nella scatolina che avevo infilato nella giacca dello smoking e che avevo intenzione di darle al ballo di quella sera. Speravo davvero che ne sarebbe stata felice.
Sorrisi al mio riflesso nello specchio ed aggiustai la toga, pronto per il giorno più bello della mia vita.

*Lajyla*
«Sono nervosa. Troppo nervosa» piagnucolai giocherellando con una ciocca di capelli. Lib sbuffò e mi guardò da sopra la rivista di gossip. «Vuoi calmarti? È solo un ballo, e mancano ancora dieci ore».
«È il primo ballo a cui io e Logan andiamo insieme e... non lo so, ho l'ansia» ripetei per la milionesima volta sistemandomi quello stupido cappello da neodiplomato di cui non ricordavo mai il nome.
«Ascolta» esordì Lib alzandosi dalla sedia di plastica ed afferrandomi per le spalle. «Logan ti ama, tu lo ami, state insieme da otto mesi, siete usciti insieme un'infinità di volte, cosa potrebbe mai andare male?»
Lib era davvero troppo buffa: la toga rossa, dello stesso colore dei suoi capelli, la faceva sembrare appena uscita da un negozio di prodotti natalizi. Mi sforzai di respirare: era vero, non avevo nulla di cui preoccuparmi, solo che... «Vorrei che fosse perfetto, capisci? È il ballo di fine anno, l'ultimo ballo del liceo!»
«Lo so» fece un mezzo sorriso, poi minimizzò con un gesto della mano. «Tutte noi ragazze vogliamo che sia perfetto».
«È vero, siete delle gran rompiscatole» Jared comparve alle spalle di Lib. Lei si girò al settimo cielo e gli diede un bacio dolce sulle labbra. «Logan che fine ha fatto?»
«Ha detto che doveva passare a casa a prendere una cosa» rispose lui cingendole la vita e baciandola di nuovo. Ew erano così carini insieme, li avevo shippati dal primo momento!
«Scusate... non trovavo le maledette chiavi... della macchina» il mio cuore ebbe un sussulto al suono della sua voce. Mi alzai di scatto e gli corsi incontro, lanciandomi fra le sue braccia, mentre il cortile enorme della scuola si affollava sempre di più dei futuri diplomati.
«Anch'io sono contento di vederti, piccola. Sei sexy con la toga» mi sorrise Logan spostandomi una ciocca di capelli dal viso. Era così bello, anche con quello stupido cappello.
«Concordo» giunse una voce alle spalle del mio ragazzo.
«Derek!» esclamai contenta e lo abbracciai di slancio. Poi abbracciai anche Michael, il suo ragazzo. Derek ci aveva messo a dire apertamente di essere omosessuale, ma finalmente era felice anche lui.
«Ciao Derek, ciao Mike» li salutò Logan con un sorriso caloroso e mi passò un braccio attorno alla vita.
«Ciao Lo, come va? Emozionati per la consegna dei diplomi?» Michael era già al primo anno di università, era lì solo per Derek.
«Beh... Direi di sì» fece un sorriso sbilenco, afferrandomi la mano.
«A proposito» Derek sembrò illuminarsi. «Congratulazioni piccolo disastro per essere stata presa a Stanford!» mi abbracciò di nuovo.
«Grazie mille» sorrisi fiera di me.
«Stanford? Caspita!» esclamò interessato Michael. «Congratulazioni, che studierai?»
«Legge» risposi. Logan mi guardò con così tanto orgoglio negli occhi da farmi stringere il cuore.
«La mia piccola è la più brava» annuì dandomi un bacetto. Arrossii. Avevo studiato come una matta per riuscire ad entrare, e quando era arrivata la lettera di ammissione avevo urlato così forte che mio padre si era precipitato in salone preoccupato che mi stessero ammazzando. Ora restava il fatto che l'università e il dormitorio costavano un boato... Volevo aiutare mio padre, mi sarei trovata un lavoro il prima possibile.
«Congratulazioni anche a te Logan, la San Francisco State University è una delle migliori» continuò Derek rivolto a Logan. «Hai già deciso che studiare?»
Mi sembrava ancora strano vederli andare d'accordo, ma ormai non avevano più motivi per odiarsi.
«Non ancora, per adesso ho una borsa di studio per giocare nella squadra di basket dell'Università, ma credo che per i primi due anni prenderò la laurea generale, più avanti vedrò se qualcosa mi appassionerà».
La scelta della San Francisco State University non era stata casuale, era una delle migliori a cui era stato ammesso e la più vicina a Stanford. Non volevamo allontanarci, ma ci eravamo anche ripromessi di scegliere per il nostro futuro e non potevo che essere più che contenta di stare a mezz'ora da lui.
«Bene, ragazzi, vi prego di sedervi, la cerimonia sta per avere inizio» la voce del preside risuonò dalle casse e tutti andammo a sederci. La mano di Logan non lasciò per un secondo la mia. La banda della scuola iniziò a suonare, mentre gli studenti si sedevano e parlavano emozionati fra di loro.
Ogni dettaglio di quel momento si imprimeva a fuoco nella mia testa, si respirava un clima di allegria ed eccitazione, tirava un vento leggero ed era una splendida e calda giornata. Non so con quante persone parlai, ma tutti si congratularono per l'ammissione all'università, tutti mi fecero i loro migliori auguri. Avevo un sorriso da orecchio a orecchio da ormai più di un'ora e la felicità che provavo era autentica e pura, una scossa elettrica che condividevo con i miei amici. Arrivò il turno di Derek, che si alzò e prese il diploma, accompagnato dai nostri applausi e dalle nostre urla di gioia, poi toccò a Lib, che si esibì in un inchino e tornò da noi con un sorriso gigantesco.
«Logan Harris» mi girai verso il mio ragazzo e gli sorrisi fiera di lui. Aveva faticato davvero un sacco per recuperare economia e per arrivare fino a quel punto, rinunciando a tante cose.
«Sono orgogliosa di te» dissi sentendo una lacrima di felicità scivolarmi lungo la guancia. Lui era emozionato quanto me. Si alzò e si diresse dal preside, che gli consegnò il diploma. Tutti applaudirono, ma Logan invece che tornare al suo posto si avvicinò al microfono. «Vorrei dire due parole, se me lo concede» si rivolse al preside, che fece una risata. «Basta che non mi fai fare qualche brutta figura, Harris»
Logan sorrise ed afferrò il microfono. Tutti lo guardammo incuriositi, il cuore mi batteva a mille per l'impazienza.
«Allora... ehm...» si schiarì la voce, poi abbracciò la folla con lo sguardo e parlò. «Quando ho iniziato il liceo non mi interessava di come ne sarei uscito, volevo solo sbrigarmi, poi come tutti sapete ho conosciuto una ragazza, è stato il mio primo vero amore e... Insomma, dopo un anno è morta in un incidente stradale. Mi sentivo a pezzi, incazzato con il mondo intero, ho iniziato a calpestare i sentimenti degli altri e a sfruttare le persone che avevo accanto, erano importanti solo il mio dolore e la mia rabbia. Poi, beh... È arrivata una ragazza incredibilmente sexy dalla Russia, e perché non provarci? Il problema è che quello che era iniziato come un gioco è diventato qualcosa di più e mi sono innamorato di questa ragazza, così tanto che ne ero tremendamente spaventato. Oh, Dio, mi ha sconvolto l'esistenza, ma è stata l'onda anomala più bella che mi abbia mai colpito. Mi ha insegnato prima di tutto a vivere, poi a credere in me stesso e infine ad amare.
Beh, a voi probabilmente non interessa, ma io mi sento cambiato grazie a lei ed ora sono una persona migliore. Ti amo, Lajyla, non dubitarne mai».
Non riuscivo a respirare. L'emozione mi serrava la gola. Non appena Logan mi fu davanti lo strinsi forte e mi sciolsi un fiume di lacrime. «Non me lo aspettavo» singhiozzai contro il suo petto. Logan sghignazzò e mi asciugò le lacrime. «Mi piace sorprenderti».
«Ci riesci sempre» confessai con un sorriso timido. Logan mi baciò e tornò a sedersi fra me e Jared.
«Ogni giorno diventi più moscio, Harris» lo sfotté quest'ultimo.
«Guarda che lo so che sei tu a lasciare ogni sera una rosa davanti alla porta del mio appartamento, zuccherino» replicò Logan e Jar arrossì fino alla punta dei capelli. Scoppiai a ridere e poggiai la testa sulla spalla del mio ragazzo, facendo una linguaccia a Jared.
I nomi proseguirono veloci, qualcuno pianse, qualcuno fece un breve discorso, qualcun altro salutò i parenti e gli amici... Arrivò il mio turno.
«Lajyla Vasilyev» mi alzai mentre il cuore mi martellava nel petto ed arrivai al cospetto del preside, che mi consegnò il diploma con un sorriso genuino, congratulandosi con me per essere entrata a Stanford. Lo ringraziai educatamente ed individuai mio padre con lo sguardo che mimò un "sono orgoglioso di te". Tornai dai miei amici più contenta che mai e dopo pochi nomi la consegna dei diplomi terminò.
La massa informe di studenti si alzò in piedi e la banda prese a suonare l'inno della scuola. Guardai i miei amici negli occhi e sorrisi.
«Pronti?» chiese Lib afferrando il bordo del cappello.
«Non vedo l'ora di liberarmi di questo coso» annuì Derek.
«Uno...» fece Lib.
«Due...» continuò Jar.
«Tre!» esclamai e lanciai il cappello in aria, mentre un altro migliaio di studenti faceva la stessa cosa e la banda suonava l'apice della canzone.
Il tempo sembrò rallentare all'istante, come se qualcuno stesse facendo una foto e stesse immortalando quel momento.
Sentii le labbra di Logan sulle mie mentre una pioggia di cappelli ci inondava.
«Ti amo» gli sorrisi sentendomi completa, era tutto perfetto.
«Ti amo» rispose lui e continuammo a baciarci, suggellando quel momento.

Il tuo pericoloso sorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora