Capitolo 25

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*Logan*
La fissai stralunato. «Ma... come...». Lei non disse nulla e si limitò a fissarmi.
«Logan» disse dopo un minuto di silenzio teso, almeno per me. «Ora ci sediamo e mi racconti che problema hai con Derek».
Non riuscivo a muovermi. Mi diedi un pizzico sull'avambraccio per capire se fosse solo un sogno. Purtroppo fece male. Mi sedetti riluttante sulla panchina, accanto a Lajyla. Chiusi gli occhi e aspettai che sganciasse la bomba. Ma non fu affatto come mi aspettavo.
«Dimmelo, ti prego. Apriti con me». Non era infuriata. Mi stava... supplicando. Deglutii cercando di sciogliere il groppo in gola.
Mi faceva sentire terribilmente debole e insicuro, proprio come quando ero piccolo. Usando ogni briciolo della forza che avevo, impedii ai ricordi di insinuarsi nella mia mente e di strapparmi dal presente.
Presi un profondo respiro. Lajyla mi fissò in attesa. Si torceva nervosamente le dita. Sapevo di non doverlo fare, ma mi calai la solita maschera gelida.
Non ero pronto a lasciarle vedere dentro di me, sapevo che ne era fin troppo capace.
Sgombrai la mente di qualsiasi emozione e mi tuffai nel mio passato.

*Lajyla*
La faccia inespressiva di Logan mi spaventava non poco, ma cercai di capirlo. Sapevo che non voleva farmi vedere il suo dolore, e lo accettavo. Saremmo passati al coinvolgimento emotivo più avanti, per ora mi bastava sapere.
Per questo feci appello a tutte le mie forze, cercando di mantenere un'espressione tranquilla e neutra.
«Io e Derek un tempo eravamo migliori amici». Ah. Mi accigliai, infrangendo subito tutti i buoni propositi appena elencati. Non l'avrei mai detto. «E c'era questa ragazza...» la voce gli tremò e sembrava sul punto di piangere.
«Logan, non...».
«C'era questa ragazza» ricominciò interrompendomi, sicuro di sé. «Tre anni fa, per cui sia io che Derek avevamo una cotta. All'inizio era nato come un gioco: ripeterci quanto fosse bella, guardarla di continuo ovunque fosse, provare a farsi notare con dei dispetti fastidiosi... Ma poi...» Sospirò. «Poi divenne una cosa seria. Quella che era una semplice cottarella si trasformò in vero e proprio amore. E lì iniziò la competizione. Eravamo diventati entrambi suoi ottimi amici, ma lei aveva un debole per me. Così, una sera di novembre, il giorno del suo compleanno, ci mettemmo insieme.
«Derek non me lo perdonò mai, e continuò a fare di tutto purché ci lasciassimo. La nostra migliore amicizia era diventata una cosa così piccola e falsa che non valeva nemmeno più la pena provarci. Così tagliammo ogni rapporto» si prese una decina di secondi per respirare. Sembrava stesse parlando della vita di qualcun altro, tanto era inespressivo il suo volto. Io ero paralizzata, curiosissima di scoprire cosa fosse successo dopo, e che fine avesse fatto questa ragazza. Ma Logan non sembrava avesse intenzione di continuare. «Poi?» lo incalzai.
Lui sorrise debolmente e la tristezza e la rabbia che all'improvviso gli riempirono lo sguardo mi distrussero e mi spaventarono al contempo. Riprese subito il controllo. «Poi, proprio il giorno del suo compleanno e del nostro anniversario, la ragazza morì in un incidente stradale. Per colpa mia.
«Derek allora si rifece vivo, e da quel momento non ha mai smesso di odiarmi e di provare a distruggere la mia di vita». Respirò profondamente e continuò a fissare nel vuoto, o forse nel passato.
Io ero completamente sgomenta. Non sapevo davvero cosa dire. Da un lato non credevo affatto che la morte di questa ragazza fosse colpa di Logan, ma dall'altro ce l'avevo con lui perché si era messo con la stessa ragazza di cui era innamorato anche il suo migliore amico. Ma, mettendo entrambe le colpe sulla bilancia, quelle di Derek pesavano decisamente di più. Da come lo aveva descritto Logan, doveva avergli reso la vita un inferno.
«Ok» annuii. «Basta così». Avevo bisogno di assimilare tutte queste informazioni, e lui di riposo.
Ovviamente non ero stupida, sapevo che c'era molto altro ancora, ma poteva bastare.
Lui annuì impercettibilmente e cambiò discorso: «Come cavolo hai fatto a trovarmi?»
«Ti sono corsa dietro fino a che non hai iniziato a correre, poi ho fermato un taxi e gli ho chiesto di seguirti». Alzai le spalle.
«Stalker» mi disse lui sbuffando.
Io gli diedi un buffetto sulla guancia e ne approfittai per attirarlo verso di me.
«Hey, Logan» gli dissi con la voce più sexy che riuscii a fare. Lui sgranò gli occhi e sussurrò: «Sì?»
«Ci aspettano due ore di punizione» sorrisi dandogli un bacio veloce ed alzandomi. Lui mi guardò scuotendo la testa e si alzò, prendendomi la mano e ricominciando a correre verso la scuola.

*Logan*
Non appena arrivammo davanti al cancello crollammo a terra sfiniti. Non avevamo trovato né un fottuto autobus né un fottuto taxi. Niente di niente.
Io cercai di regolarizzare il respiro, mentre Lajyla si sistemava i capelli.
«Come fai a pensare all'acconciatura in un momento del genere?» ansimai incredulo.
«Vuoi che mezzo mondo mi veda con i capelli intrigati e sparati in tutte le direzioni?» mi chiese come se fossi pazzo, il respiro perfettamente regolare.
Scossi la testa, rassegnato, e la presi di nuovo per mano, camminando verso l'entrata dell'edificio.
Sentii Lajyla irrigidirsi al mio fianco quando vide qualcuno esprimere qualche commento stupido, così le lasciai subito la mano, ignorando quanto mi ferisse; ma lei scosse la testa e la riprese, intrecciando meglio le nostre dita.
Sorrisi alla mia piccola, forte Lajyla e le baciai la fronte.
«Harris. Vasilyev. Nel mio ufficio» strinsi i denti. Cazzo, il preside. Non avrei mai voluto che Lajyla finisse nei guai per colpa mia, lo sapevo che aveva dei buoni voti, e questa follia l'avrebbe penalizzata. Avevamo addirittura fatto troppo tardi per scontare le ore di punizione.
Non appena il preside si girò, Lajyla mi poggiò una mano sulla guancia e mi sussurrò sulle labbra: «Andrà tutto bene» dei lunghi, piacevoli brividi mi percorsero la schiena. Le diedi un bacio rapido ma intenso e seguimmo il preside, sciogliendo le nostre dita.

*Lajyla*
«Bene» esordì Mr. Geefth squadrandoci entrambi. «Iniziamo dalla più semplice: Lajyla» io strinsi i pugni, ma Logan vi fece scorrere una mano in mezzo, sotto la cattedra, sciogliendomeli e carezzandomi la mano.
«Non è niente di particolarmente grave, ma comunque avete abbandonato la scuola» deglutii, aspettandomi il peggio. «Per questa volta ci passerò sopra, solo perché hai sempre dimostrato di essere responsabile, ed hai degli ottimi voti» sospirai. La grazia a quelli coi voti più alti.
«Harris» guardò brusco Logan. Lui alzò il mento in segno di sfida. Io gli strinsi una mano, per indicargli di stare calmo. «La tua situazione è ben più grave» Logan alzò gli occhi al cielo e il preside tuonò: «Harris, porta rispetto!»
Io gli strinsi di nuovo la mano, con più forza, e lui borbottò un «mi scusi».
«Bene, hai due opzioni: o accetti la sospensione, con gravi conseguenze sul tuo curriculum scolastico, o...» Io rimasi col fiato sospeso, consapevole di cosa stava per dire e di cosa avrebbe scatenato in Logan. «Dovrai prestarti a tre ore a settimana di terapia di coppia con Derek».

Il tuo pericoloso sorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora