*Lajyla*
Non potevo credere a quello che avevo fatto.
Lasciai Logan nell'angolo e scomparii fra la folla. Trovai una portafinestra in fondo alla stanza che dava su un giardino e mi ci fiondai contro. La spalancai e mi beai della fresca aria serale, proprio quello di cui avevo bisogno.
Il giardino era enorme, c'erano numerose aiuole ben curate e degli alberi disposti ordinatamente in fila. Non potei fare a meno di lasciarmi sfuggire un "wow" alla vista dello stagno artificiale circondato da numerose candele. Era così romantico, e terribilmente inadatto in quel momento.
Mi lasciai cadere sconsolata sulla panchina e mi tolsi le scarpe, lasciando che l'erba umida mi solleticasse i piedi.
Rabbrividii ad una folata di vento, nonostante fosse Ottobre inoltrato e a Los Angeles facesse molto caldo, la sera era fresco, e mi ero dimenticata una giacca.
Respirai a pieni polmoni e cercai di ritrovare l'equilibrio che avevo sempre mantenuto da quando ero salita su quell'aereo due maledetti mesi prima. Cosa voleva veramente Logan? Era un mese e mezzo che andava avanti quel maledetto tira e molla. Ma la colpa non era tutta sua. Quando mi baciava non mi opponevo, anzi, tutt'altro. Mi sentivo tremendamente stupida, usata, ma non avevo il coraggio di rinunciare a lui. E mi mancava terribilmente casa.
Mi strinsi nelle spalle e lacrime silenziose presero a scorrermi lungo il viso. Da quando ero diventata così debole?
Mi riscossi quando qualcuno mi posò una giacca sulle spalle. Un Derek storpiato dalle lacrime si sedette vicino a me e mi abbracciò. Piansi contro il suo collo ed un odore di Colonia si insinuò fra le mie narici. Era un profumo fresco e virile.
Derek mi diede un bacio sulla testa.
«Cosa c'è che non va?» mi chiese dolcemente. Scossi la testa per comunicargli che non volevo parlarne.
«Ok» disse e mi diede un altro bacio stringendomi forte.
Non sapevo nemmeno io perché, ma mi ritrassi e gli diedi un bacio, uno vero. Derek inizialmente rimase sorpreso, ma poi rispose al bacio, ed era bravo! Passai le mani nei suoi capelli biondi e lo tirai di più verso la mia bocca. Lui mi carezzò una guancia e concluse il bacio posando la sua fronte sulla mia.
«Wow» sospirò. Avrei voluto dirlo anche io, ma le uniche cose che sentivo erano un dolore sordo ed un senso di colpa immane.
Notai Logan una trentina di metri più in là e vidi che scuoteva la testa. Si girò e se ne andò infuriato.
Volevo corrergli dietro e spiegargli che non sapevo perché lo avessi fatto, che cercavo disperatamente di sentirmi viva, che avevo paura di innamorarmi di lui.
Stavo per alzarmi e correre, quando il viso di Derek riempì la mia visuale.
«Ti porto a casa» mi disse con gli occhi che risplendevano. Deglutii. Davvero non se lo meritava, ma avevo bisogno di qualcuno che non fosse Logan.
Annuii e ci dirigemmo verso la macchina.*Logan*
La guardai andarsene e mi sentii un perfetto idiota. Possibile che quando c'era Lajyla non riuscivo a controllarmi?
Adesso che avrei dovuto fare? Sarei dovuto andare a cercare un'altra ragazza, portarmela a letto, e continuare con la mia vita; invece che stavo facendo? Stavo seguendo furtivamente Lajyla, volevo sapere come l'aveva presa, era sempre così calma.
Era bellissima illuminata dalla luce della luna, con il riflesso bluastro dell'acqua sul viso e la luce delle candele che la facevano assomigliare ad un angelo, grazie anche ai lunghi capelli biondi ed al corto vestito bianco.
C'era qualcosa di strano dentro di me. Ero incantato, e qualcosa mi scombussolava lo stomaco. Il mio cuore batteva in modo irregolare ed avevo la gola secca. Non era amore, non poteva essere amore.
La magia che si era creata venne interrotta dall'arrivo di Derek. Lo osservai furioso e, quando notai che Lajyla stava piangendo contro il suo petto, mi sentii come se fossi stato investito da un autobus.
Non capivo se fossi più arrabbiato perché lui la stava coccolando in quel modo, da falso che era, o se mi sentissi più in colpa perché stava piangendo per colpa mia.
Il bacio che gli diede spazzò ogni dubbio. Lajyla voleva stare con Derek.
Quando mi notò non mi sentii affatto in colpa, anzi, una rabbia senza eguali mi sconquassò il petto. Corsi via contraendo così tanto i pugni che mi sanguinavano.
Arrivai a casa e spalancai la porta, dovevo fare davvero paura, al punto che mia madre, seduta sul divano, ebbe un sussulto.
«Allora per farti reagire bisogna essere incazzati» le urlai furibondo. Lei sgranò gli occhi e mi fissò a bocca aperta. «Datti una svegliata, cazzo! Sei tu la madre, non io, inizia a comportarti come tale!» in quel momento la stavo attaccando senza un evidente motivo, ma dovevo sfogarmi.
«Logan...» sussurrò lei e prese a singhiozzare.
«No! No e no! Smettila con quella faccia smunta ed inizia a comportarti da adulta! Mi sono stancato!» presi il primo oggetto alla mia destra - che poi scoprii fosse un vaso di coccio - e lo scaraventai dall'altra parte della stanza. A contatto con il muro andò in mille pezzi. Spalancai la porta della mia camera e mi chiusi dentro. Come una furia presi a cazzotti il muro. Mi fermai solo quando sentii un dolore sordo alle nocche. Mi lasciai cadere sul letto e crollai in un sonno agitato.*Lajyla*
Mi tolsi la maglietta e la lanciai nello zaino. Lo stesso feci coi pantaloni. Mi infilai il completo da cheerleader coi colori della nostra scuola - bianco e rosso - ed infine raccolsi i capelli in una coda e guardai Lib.
«Pronta».
«Pronta» si sistemò i capelli e mi sorrise.
Ora di educazione fisica. Per noi prove con la squadra. Eravamo riuscite a superare l'audizione ed eravamo diventate cheerleader.
Derek mi venne incontro appena uscimmo dagli spogliatoi e mi baciò sul naso. Gli sorrisi di rimando e sbirciai verso Logan. Lo scoprii a fissarmi, ma girò di scatto la testa non appena vide che facevo altrettanto.
Un altro mese era volato: io e Logan avevamo troncato ogni rapporto, anche se non potevamo fare a meno di guardarci e di percepire l'alchimia che c'era nell'aria quando ci trovavamo nella stessa stanza. Adesso stavo provando a frequentare Derek, e non stava andando poi così male, anche se - ironia della sorte - non potevo fare a meno di pensare di continuo a Logan. Lui, al contrario, se la faceva con ogni ragazza che gli capitava davanti. Avrebbe dovuto disgustarmi il suo comportamento, ma sentivo che era forzato, sapevo che quello non era il vero Logan. Come io non ero la vera Lajyla con Derek.
«Lajyla» mi richiamò Lacy, diventata capitano della squadra. Lei e Jared non erano ancora tornati insieme, ma da quello che diceva Lace nelle chiacchierate fra ragazze sembrava che ci stessero riprovando. «Vieni, proviamo la nuova coreografia».
«Ok» le risposi e lasciai Derek alla partita di basket, dirigendomi con la squadra dall'altra parte della palestra.
Mentre provavamo sentivo gli occhi di Logan che mi fissavano, incendiandomi la pelle. Mi odiavo perché non potevo fare a meno di reagire ai suoi sguardi, alle sue attenzioni.
Lacy dichiarò cinque minuti di pausa, e le ragazze andarono tutte a bere. Io rimasi a guardare la partita. Ricambiai il gioco di Logan prendendo a fissarlo. Odiavo doverlo ammettere ma era davvero bravo. Aveva il perfetto controllo del suo corpo e della palla, ed ogni tiro che faceva centrava il canestro.
Feci scorrere lo sguardo lungo la sua schiena, lasciata ampiamente scoperta dalla canottiera larga della squadra. Amavo i lineamenti delicati dei suoi muscoli e la forza che al contempo emanavano. Sospirai. Ero senza speranza.*Logan*
Notai che Lajyla mi stava fissando come facevo poco prima con lei. Il suo sguardo mi faceva sentire invincibile, come se mi desse la forza di andare avanti.
Ma che stronzate da tredicenne pensavo?
Mi concentrai sulla partita, cercando di ignorare gli occhi penetranti di Lajyla. Vincemmo 123 contro 97. Gli stava bene a quello stronzo di Derek. Ammiccai verso Lajyla e lei arrossì sorridendo imbarazzata. Dio, quanto mi piaceva.
Derek mi fissava con odio, ed io feci altrettanto. Mi si avvicinò e mi fissò con gli occhi socchiusi.
«Smettila di flirtare con la mia ragazza» si soffermò sulla parola "mia".
«Non puoi rivendicare alcun diritto su di lei» gli sibilai in risposta, contraendo i pugni.
«Non meno di quanto non possa fare tu» mi sorrise con disprezzo. «Non ti permetterò di ucciderla come hai fatto con Caitlyn» sputò fuori.
Lo afferrai per la canottiera e caricai un destro che però colpi la spalla di qualcuno, che cadde al suolo.
Abbassai lo sguardo e notai Lajyla che si teneva la spalla destra e singhiozzava.
Mi venne da vomitare. Cosa avevo fatto?
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Il tuo pericoloso sorriso
RomanceIN LIBRERIA! Lajyla Vasilyev è una ragazza russa. I suoi genitori sono separati ed è stata costretta ad andare a vivere con suo padre negli Stati Uniti. Strappata dalla sua casa, a Mosca, Lajyla è costretta a fare i conti con una realtà completament...