"Mi auguro dunque che possiate trovarvi bene qui!" Conclude la preside allargando le braccia e sorridendo ad entrambi i ragazzi davanti a lei.
Gli occhi di tutti sono puntati su di loro e a nessuno pare importare di sembrare inopportuno.
Personalmente non ho mai amato essere al centro dell'attenzione, eppure ora mi ritrovo a pensare con un certo fastidio che nessuno ha fatto così con me il mio primo giorno di scuola.
Nessuno sguardo incuriosito, nessuna presentazione da parte della preside, niente di niente.
I soldi che il loro papà ha investito sulla scuola deve sicuramente essere il motivo principale di tanto teatro, penso con una smorfia di disgusto.
Il cuore mi batte forte dentro al petto per una rabbia che non riesco né a contenere né a capire quindi, per evitare di prendere a schiaffi qualcuno, apro la porta della mia stanza e mi ci chiudo dentro con un forte sospiro.I miei fratellastri verranno a scuola con me.
L'unico posto in cui mi sentivo finalmente e veramente a casa ora non lo sarà più.
Odio tutto questo e, soprattutto, odio mio padre con tutto il cuore.Circa un'ora dopo finalmente esco dalla doccia dentro alla quale ho deciso di rifugiarmi.
Raccolgo in fretta i capelli bagnati dentro ad un asciugamano e il mio corpo in un telo, poi raggiungo il letto dove la mia valigia ancora da sfare pare osservarmi indispettita.
"Dimmi che ho capito male!" Esclama Giusy entrando come una furia in camera e sbattendosi la porta alle spalle.
Si regge saldamente alle stampelle e saltella avanti e indietro come una pallina matta. I capelli che aveva morbidamente raccolto in una grande treccia laterale sono ora scombinati e aggrovigliati sulla nuca.
"Di che parli? E che cosa ti è successo? Sembri appena uscita da una lavatrice." Dico stupita.
"I tuoi fratellastri verranno davvero a scuola qui?"
Domanda appoggiando le stampelle al muro e sedendosi sul letto con una smorfia.
"A quanto pare si." Commento iniziando a riempire il cassetto del mio comodino con tutta la biancheria contenuta in valigia.
Non ho molta voglia di affrontare il discorso in realtà.
"E perché sei così calma? Io sarei fuori di testa!"
"Sono solo brava a dissimulare". Replico secca per poi procedere verso l'armadio con una pila di vestiti tra le mani.
"Per quanto possa valere, io ci sono sempre." Conclude per poi sdraiarsi sul letto.
Non le rispondo ma sappiamo bene entrambe che per me è molto più di quello che riuscirò mai ad esprimere."Dobbiamo parlare comunque." Dico dopo aver finalmente svuotato la valigia.
"Di cosa?" Chiede Giusy sollevandosi con le braccia e osservandomi incuriosita.
Mi infilo velocemente un paio di leggings neri attillati e un maglione lilla molto largo, tolgo l'asciugamano dai capelli e, una volta a testa in giù alzo gli occhi verso di lei.
"Tu e Filippo vi siete messi insieme quindi?" Domando di slancio mentre cerco di strigare i miei lunghi capelli con il pettine.
"Si e non vedevo l'ora di parlartene!" Esclama lei radiosa.
"E sei sicura della tua scelta? Non fraintendermi so bene quanto è forte il sentimento che vi lega, ma allo stesso tempo anche tutte le problematiche che fanno da sfondo alla sua vita!"
"È normale che ti preoccupi, ma Filippo è veramente intenzionato a confrontarsi con il suo disturbo. Facendolo scoprirà anche come guarirlo e io non ho intenzione di lasciarlo solo nemmeno per un secondo! Tu mi capisci vero?" Chiede con gli occhi lucidi mentre io torno finalmente dritta.
Come potrei non capire cosa vuol dire far fronte ad un amore malato? Certo i problemi di Niccolò non hanno nulla a che vedere con quelli di Filippo e di certo lui non mi ha mai accoltellato, ma nonostante questo sono sempre riuscita a superare tutte le sue stranezze per poterlo amare liberamente e, mio malgrado, so bene che sarei disposta a farlo anche ora se solo lui me lo consentisse."Certo che lo capisco e anche se non lo facessi a te non deve riguardare hai capito? Non lasciare mai che gli altri condizionino i tuoi sentimenti e non cercare le approvazioni di nessuno. Se senti che una cosa è giusta per te, falla."
"Si hai ragione, ma a volte è complicato." Sospira asciugandosi una lacrima.
"E perché dovrebbe esserlo? Lui ti ama, tu lo ami. A me sembra la cosa più semplice di questo mondo." Replico allargando le braccia.
"Ma mio padre adesso non mi parla più e io ci sto male. È l'unico genitore che ho!" Rivela tra i singhiozzi ormai forti.
Mi avvicino per poi inginocchiarmi di fronte a lei.
È così piccola e fragile nonostante cerchi continuamente di far credere a tutti il contrario.
"Devi dargli del tempo, anche lui ha fatto sacrifici importanti per amore, vedrai che prima o poi accetterà la cosa ne sono certa." Sussurro stringendole le mani tra le mie.
"A che ti riferisci quando parli dei sacrifici di mio padre?" Chiede di colpo cessando di piangere.
Ripenso alla conversazione di Niccolò e Luigi in ospedale e vorrei mangiarmi la lingua.
Se Giusy non sapesse nulla di questa storia?
"Quando eri in ospedale incosciente Niccolò e tuo padre hanno litigato e lui lo ha accusato di aver tradito suo padre... Non so a cosa si riferisse di preciso ma ho dedotto che... Insomma scusami dovevo farmi i fatti miei!" Esclamo alzandomi in piedi e dandole le spalle.
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COMPATIBLE -crepe-
FanfictionDicono che le cose più brutte, proprio come quelle belle, accadono quando meno te lo aspetti cambiandoti totalmente e irreversibilmente la vita. Per Irene era già successo pochi mesi prima quando aveva incontrato Niccolò per la prima volta tornando...