"Ok mi dici che è successo per favore? Inizio ad essere preoccupato!" Sbotta Adriano dopo vari minuti che camminiamo fianco a fianco per il corridoio già gremito di studenti.
Mi volto ad osservarlo e sollevo gli occhi al cielo per un attimo.
Non è la prima volta che mi fa questa domanda, anzi.
Da quando ieri sera sono tornata da casa di mio padre non fa che cercare di farmi parlare.
Mi ha chiamato circa otto volte e mandato altrettanti messaggi, ed è venuto persino davanti alla porta della camera a bussarmi ripetutamente sperando che potessi aprire e dirgli qualcosa, qualsiasi sarebbe andata bene a detta sua.
La realtà è che non ho avuto la forza per un confronto, soprattutto con lui che sa leggermi dentro ogni mio singolo pensiero senza che nemmeno abbia il bisogno di parlare.
Adriano avrebbe impiegato più o meno un secondo e mezzo a capire che avevo scoperto qualcosa di più grande di me.Con mio grande sollievo al mio rientro non ho trovato nemmeno Giusy.
Non ho minimamente pensato a dove potesse essere e mi sono semplicemente messa a letto il più in fretta possibile.
Sentivo il cellulare continuare ad avvisarmi dell'arrivo di notifiche varie, ma ho scelto di ignorarle.
Prima di raccontare l'accaduto a chiunque altro avevo un assoluto bisogno di affrontare tutto questo da sola, ma non credo di esserci completamente riuscita."Allora? Qui stiamo tutti aspettando che tu ti decida a dirci cosa succede. Giusy ti sta cercando ovunque da stamattina a quanto pare!" Continua a dire Adriano fronteggiandomi.
Stringo le braccia al petto e sospiro.
"Lo immagino, sono praticamente scappata dalla nostra stanza mentre dormiva stamattina..." Confesso mordendomi il labbro inferiore.
"Si può sapere perché continui ad ignorarci?"
Mi chiede fissandomi intensamente negli occhi.
Deglutisco lentamente e ricambio lo sguardo facendo meccanicamente un passo verso di lui.
Ora è così vicino da poter sentire il battito del suo cuore.
"Ti chiedo scusa... ma non sono ancora pronta a parlare, ecco tutto!" Sussurro sfiorandogli la mano.
Lui inclina leggermente la testa poi inizia a guardarsi intorno nervosamente, come se volesse fare qualcosa, ma qualcuno glielo impedisse.
"Se vuoi ci allontaniamo da qui..." Propone con i muscoli del viso sempre più tesi."Non servirebbe a nulla tanto. Non mi sento ancora in grado di dire tutto, ho bisogno di altro tempo.
Solo ci tengo a chiederti scusa per il mio atteggiamento di ieri sera..." Balbetto nervosa iniziando a torturarmi le dita delle mani tra loro.
"Non preoccuparti. Se devo essere sincero per un attimo ho davvero pensato che ce l'avessi con me per... sì insomma, per quanto accaduto tra noi..." Prova a spiegare con le guance ora leggermente rosse.
Sorrido e mi avvicino ancora di più a lui per poi prendere le sue mani tra le mie. Mi mettono a disagio gli sguardi allusivi che le persone intorno a noi ci stanno lanciando, ma in fin dei conti non ho più paura del giudizio altrui.
In questi mesi con Niccolò mi sono abituata ad aver davvero paura di essere vista con lui, anche solo a parlarci da sola.
Tutto ruotava intorno al dramma di Filippo e per me alla fine era diventato normale stare attenta a non farci scoprire insieme.
Con Adriano invece è diverso, sono sempre dell'idea che meno persone ci vedano e meglio sia, ma sicuramente mi sento molto più leggera."Non mi sono pentita di quello che è successo tra noi." Dico convinta.
"Vieni con me." Aggiungo prendendolo per un braccio e trascinandomelo dietro lungo il corridoio.
Facciamo slalom tra i vari gruppi di ragazzi che ci guardano stupiti e poi, finalmente, svoltiamo per un corridoio deserto.
Apro la prima porta e, dopo essere entrati entrambi, me la chiudo alle spalle.
Si tratta di un'aula completamente vuota con il sole che entra dalle grandi finestre e la illumina interamente. Non sembra in disuso e, molto probabilmente, al suono della campanella si riempirà.
"Sai che classe è?" Chiedo guardandomi intorno curiosa.
"La 1A, c'era scritto sulla targhetta fuori..." Risponde stringendomi a sé.
Sorrido beandomi del suo profumo amaro e gli appoggio la testa sulla spalla.
Lui affonda le labbra tra i miei capelli lasciandoci teneri e morbidi baci.
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COMPATIBLE -crepe-
Fiksi PenggemarDicono che le cose più brutte, proprio come quelle belle, accadono quando meno te lo aspetti cambiandoti totalmente e irreversibilmente la vita. Per Irene era già successo pochi mesi prima quando aveva incontrato Niccolò per la prima volta tornando...