In pochi secondi tutto diventa chiaro.
Ogni tassello trova il suo posto e mi sento terribilmente stupida per non esserci arrivata prima.
Faccio un passo verso di lui che ora mi osserva con gli occhi sgranati e un'espressione a dir poco spaventata.
"Ehm.... Io... volevo solo chiederti se ti andava di portarmi a casa. Ma se... ecco, hai da fare, non fa niente!" Balbetto agitando le braccia come un'autentica deficiente.Damiano mi lancia uno sguardo divertito attraverso gli occhi truccati, al contrario di Giovanni appare tranquillo e a proprio agio nella situazione in cui si trova, e ora se ne sta pacatamente appoggiato all'albero dietro di lui con tutta l'eleganza che lo contraddistingue.
"No.. io.. ti accompagno subito, non c'è problema!" Esclama lui rosso in volto.
Sorrido impacciata e annuisco.La cosa più giusta da fare sarebbe andarmene e lasciarli soli, ma per qualche assurdo motivo le mie gambe non ne vogliono sapere di muoversi. È una sensazione strana: euforia mista a sbalordimento.
Come quando scarti un regalo sotto all'albero di natale e ti ritrovi tra le mani qualcosa che non ti saresti mai aspettato ma che ti fa letteralmente impazzire.
Nel frattempo Giovanni ha iniziato a camminare in direzione del parcheggio, lo guardo per un attimo allontanarsi poi mi volto verso Damiano a cui rivolgo un saluto con la mano."Ehi aspetta un attimo!" Lo sento dirmi oltre le mie spalle.
Volto lentamente la testa e lo scruto incuriosita.
"Si?"
"Ora che sai di Giovanni, stagli vicino ok? A me non me lo permette più di tanto..." Sussurra portandosi alla bocca una sigaretta.
Vorrei chiedergli mille cose: come si sono conosciuti, da quanto dura la loro storia e, soprattutto, a cosa si riferisce quando dice che devo stare accanto a mio fratello.
Decido comunque di lasciar perdere e mi limito ad annuire.
"Lo farò, promesso!" Concludo poi con un sorriso prima di allontanarmi a passo veloce verso l'auto.Quando salgo in macchina trovo Giovanni immobile con le mani ben strette sul volante.
Ha lo sguardo raggelato e, oserei dire, spaventato.
Vorrei dire tante cose ma decido di rimanere in silenzio e lasciare che sia lui a parlare appena se lo sentirà.
Allaccio la cintura di sicurezza e congiungo le mani, decisamente gelide, tra loro.
Nonostante i finestrini chiusi, si sente chiaramente la musica assordante provenire dalla dependance.
Mi perdo ad osservare il boschetto che si estende ai lati della casa: un'immensa macchia di oscurità che va a scontrarsi con il blu del cielo trapuntato da tante stelle luminose.
Un gruppo di ragazzi ci passa di fronte, ridono e scherzano tra loro probabilmente ubriachi persi, ma pur sempre felici.
Quella felicità e spensieratezza che da troppo tempo non riesco più a trovare e che sembra scivolarmi tra le dita ogni santa volta provo ad afferrarla."Come è andata la serata?" Chiede di colpo Giovanni spezzando il silenzio.
Mi volto a guardarlo stupita, poi scoppio in una risata amara.
"Ma parli sul serio?" Ribatto mentre lui mi fissa, ora di nuovo terrorizzato.
"Ti ho solo chiesto se stasera sei stata bene, non volev..."
"Non sto parlando di questo e lo sai bene!" Lo fermo agitando le mani davanti a me come a voler cacciare via la frase che ha appena pronunciato.
"E allora cosa c'è? So di farti schifo, so di essere un disastro per me, per te, e per tutto quanto il fottuto sistema, ma io... per quanto ci abbia provato non riesco proprio a farne a meno!" Esclama sollevando gli occhi per poi coprirseli con le mani.Realizzare ciò che Giovanni ha appena detto è come ricevere un pugno in pieno stomaco.
Fa un male cane.
Prendo un profondo respiro poi torno a guardarlo lentamente. Vedo le sue spalle alzarsi e abbassarsi velocemente e nonostante non riesca a vedergli il volto so per certo che sta piangendo.
"Come cazzo ti viene in mente una cosa del genere?" Grido più forte e duramente di quanto avrei voluto.
Giovanni non accenna a muoversi così, continuando ad osservare il ciuffo platino che spunta dalle maniche scure della sua camicia, continuo a parlare.
"Come puoi anche solo pensare di farmi schifo? Pensi sul serio che per me abbia importanza se ti piacciono le donne o gli uomini?" Chiedo ancora fino a che, finalmente, mio fratello alza gli occhi umidi verso di me.
"Credevo che... io pensavo... Mi guardavi come se fossi incazzata e disgustata quando sei salita in macchina!" Replica tirando su con il naso.
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COMPATIBLE -crepe-
FanfictionDicono che le cose più brutte, proprio come quelle belle, accadono quando meno te lo aspetti cambiandoti totalmente e irreversibilmente la vita. Per Irene era già successo pochi mesi prima quando aveva incontrato Niccolò per la prima volta tornando...