Il mio migliore amico

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"Fermo..." Sussurro appena tirando indietro la testa.
Adriano mi osserva confuso e addolorato al tempo stesso, come se non avesse la più pallida idea di cosa ha appena fatto e perché, e forse è davvero così.
"Scusami, non so proprio che mi è preso..." Balbetta nervoso passandosi le mani tra i folti capelli scuri.

Faccio un passo indietro così da avere una completa visuale della sua figura e scuoto la testa.
"Non chiedermi scusa, sei sconvolto, è stato solo un momento di smarrimento ok?" Convengo iniziando a passeggiare avanti e indietro continuando a ripetere la stessa frase nella mia mente come se dovessi convincere me più che lui.
"Si è sicuramente come dici." Sospira Adriano dandomi le spalle e iniziando ad osservare il tramonto.
"Adri lo so che fa male ok? Anche io sto soffrendo per Niccolò e anche io vorrei perdermi in qualsiasi altro pensiero o distrazione pur di dimenticarlo! Ma sarebbe sbagliato, non è così che si va avanti, non è così che si cresce!" Esclamo con gli occhi lucidi.
"Non voglio più stare male Ire... io non ce la faccio più..." Balbetta tra quelli che sono veri e propri singhiozzi strozzati.

Mi volto a guardarlo di scatto e sento il cuore stringersi dentro al mio petto.
Adriano si è seduto a terra e tiene la testa tra le mani, vedo il suo petto alzarsi e abbassarsi scosso da respiri pesanti.
Mi avvicino e molto lentamente poggio le ginocchia sul pavimento polveroso del terrazzo per poi afferrargli il mento e sollevare il suo viso verso di me.
I suoi occhi sono rossi e colmi di lacrime, le stesse che vorrei poter cancellare da questo volto così incredibilmente dolce e buono, le stesse che avrei voluto non vederci mai.
"Odio vederti così... odio sapere di non poter fare nulla per te..." Sussurro appena sfiorando la sua fronte con le labbra.
"Tu stai facendo anche troppo invece, non so come farei senza di te..." Commenta lui di rimando sorridendomi appena.
"Sei il mio migliore amico dovrei fare di più, ma tutto ciò che mi passa per la testa di dirti mi sembra assolutamente stupido e fuori luogo!" Ribatto portandomi una mano davanti agli occhi.

"Qui l'unico che ha fatto cose fuori luogo sono io, non ti sembra?" Esordisce lui accompagnando le parole con una risata amara.
"Io lo chiamerei gesto istintivo, non fuori luogo. Non hai ucciso nessuno Adri, un bacio non è mai una cosa brutta per come la vedo io." Dico sinceramente.
"Allora perché mi hai rifiutato?" Domanda all'improvviso puntando i suoi occhi lucidi sui miei.
"Beh... perché per quanto sia una cosa bella è comunque dettata dal dolore che provi e non da un qualche tipo di sentimento, ho evitato che peggiorassi le cose." Spiego lentamente con lo stomaco che improvvisamente deve aver assunto le dimensioni di una pallina da ping pong.
"Ti sembra così assurdo che possa provare qualcosa per te?" Domanda bloccandomi il respiro.
"Tu... tu provi qualcosa per me?" Chiedo dopo qualche secondo di apnea.
"Io... io non lo so ok? Non ci capisco più un cazzo e... Dio smettila di guardarmi così!" Sbotta poi alzandosi in piedi di colpo e fronteggiandomi.
Il dolore che prima traspariva sul suo volto ha lasciato il posto ad una rabbia confusa, come di chi non riesce più a capire ciò che prova.

"Sei solo sconvolto Adriano e... beh se anche provassi davvero dei sentimenti per me potrei solo che esserne lusingata. Solo che... beh sarebbe complicato e lo sai bene."
Commento scandendo bene ogni parola.
La realtà è che già da qualche tempo avevo intuito che i suoi sentimenti per me stavano cambiando, ma ho fatto finta di nulla perché come sempre preferisco fuggire davanti a cose che mi mettono in difficoltà, e soprattutto non volevo interrogarmi su ciò che potrei provare anche io.
L'unica cosa di cui sono certa è che amo Niccolò e nessuno potrebbe mai farmi provare niente di simile benché questo attualmente non verta proprio a mio favore.

"Forse è meglio che smettiamo di vederci e sentirci per un po'." Esclama poi tirando su con il naso e avviandosi verso l'uscita del terrazzo.
"Ma che dici? Io non voglio Adriano!" Sbotto correndogli dietro con le lacrime che minacciano di uscire da un momento all'altro.
"Lo so, ma io ho bisogno di starmene da solo." Spiega lui fissando la porta arrugginita di fronte a sé.
"E se mi vuoi bene come dici ti prego di accettarlo..." Aggiunge prima di scomparire giù per le scale.

COMPATIBLE -crepe-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora