Ricominciare

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"Chi è quel ragazzo?" Sento chiedermi da mia madre dopo non so quanto tempo passato in silenzio a fissarlo.
Mi volto di scatto verso di lei con la vista ancora annebbiata dallo stupore e costringo il mio volto ad apparire sinceramente tranquillo.
"Cosa? No, stavo fissando la mia professoressa in realtà!" Mento abbozzando un sorriso.
Lei mi scruta attentamente stringendo gli occhi per qualche secondo, poi torna a fissare Filippo che ora sta entrando con la zia dentro la scuola oltrepassando il grande portone principale.
Dentro di me muoio dalla voglia di dirle chi è, ma mi rendo anche conto che confessarle che il ragazzo appena passato davanti a noi è lo stesso dell'aggressione potrebbe scatenare in lei una reazione non proprio calma.
La conosco bene e so che quando si arrabbia perde totalmente il controllo di sé.

"Va bene faccio finta di crederti." Replica poco convinta.
"Pensi di voler parlare con i miei insegnanti mamma?" Le chiedo cambiando così definitivamente argomento.
Lei si passa una mano tra i ricci castani e sospira.
"Vorrei tanto ma non saprei da dove iniziare..." Dice guardandosi nervosamente intorno.
"Dio, sono una madre terribile! Ti ho spedita qui senza mai nemmeno curarmi del tuo rendimento!" Esclama con gli occhi improvvisamente lucidi.
Sembra una bambina che ha perso i genitori all'interno di un grande centro commerciale affollato e, nonostante fino ad una settimana fa le avrei dato totalmente ragione, ora non riesco più ad avercela con lei.
La storia che mi ha raccontato ha messo insieme tanti tasselli importanti dando un senso al suo pessimo comportamento nei miei riguardi. Quell'egoismo di cui l'ho sempre accusata in realtà non era altro che un modo per proteggermi da mio padre.
È stata costretta a spingermi direttamente tra le sue braccia dopo aver trascorso la sua intera vita a cercare un modo per fare esattamente l'opposto.
Come potrei ora disprezzarla o odiarla?
"Ti porto nell'ufficio della preside ok? Lì potrete parlare tranquillamente di ogni cosa."
Le dico sorridendole.
"È una stronza acida ma vedrai che saprà rispondere ad ogni domanda." Aggiungo divertita guadagnandomi una sua occhiataccia.

Percorriamo velocemente il corridoio dalle pareti blu scuro, lo stesso dove ho incontrato per la prima volta Niccolò, penso con una fitta al cuore.
Mi sembra ancora di vederlo lì, appoggiato alla parete con gli occhiali da sole sul viso e quella sua classica maschera da antipatico dipinta bene su quel volto perfetto.
"L'ufficio è questo?" Chiede mia madre facendomi tornare alla realtà.
Osservo distrattamente la porta di fronte a noi e annuisco.
"Si è questo." Commento con un velo di malinconia nella voce.
Pensare a Niccolò mi fa un male difficilmente spiegabile a parole, e più cerco di accantonarlo e andare avanti con la mia vita, più lui si riaffaccia prepotentemente ogni volta.
Mia madre allunga la mano e sta per bussare, quando questa si apre mostrando il volto sorridente di Adriano Cassio, il mio migliore amico, affiancato da quello del professore di musica, suo zio.
"Spero che suo nipote sia all'altezza di questa scuola professor Moro!" Esclama la Bacci da un punto imprecisato dentro la stanza.
L'uomo solleva gli occhi al cielo con fare annoiato poi si volta appena.
"Lo sarà può esserne certa!" Replica per poi uscire definitivamente dall'ufficio e chiudersi la porta alle spalle.

"Ho capito bene? Verrai a studiare qui?" Esclamo rivolta ad Adriano che non smette di sorridere.
"Eh già mi avrai definitivamente tra i piedi tutto il giorno!" Commenta lui divertito.
Il mio cuore perde un battito nell'assimilare la notizia e senza riflettere mi butto di colpo tra le sue braccia.
"È una notizia bellissima, non puoi capire neanche lontanamente quanto sono felice!" Dico senza la minima voglia di staccarmi da lui e dal suo profumo dolciastro.
"Non hai ancora messo la divisa e già hai fatto strage di cuori vedo! E bravo il mio nipotino!" Ridacchia Fabrizio ricordandomi che davanti a noi ci sono ancora sia lui che mia madre.
Mi stacco di malavoglia dall'abbraccio e osservo entrambi imbarazzata per poi rivolgermi unicamente a mia madre.
"Mamma ti voglio presentare Adriano, il mio migliore amico." Le dico indicandoglielo e sperando che non faccia anche lei qualche strana battuta.
"Oh molto piacere!" Esclama sorridendo e stringendogli la mano che intanto lui ha allungato nella sua direzione.

COMPATIBLE -crepe-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora