"Non riesco a smettere di pensarci, è più forte persino del nervosismo post cena con mio padre!" Esclamo esasperata per quella che deve essere circa la nona volta da quando sono salita in macchina.
Giovanni mi rivolge un'occhiata divertita e ingrana la terza marcia facendo riecheggiare il rumore del motore.
"Stavi per andare a letto con il tuo migliore amico e ti comporti come se invece avessi tentato di ucciderlo a mani nude." Commenta ridacchiando.
Certe volte odio l'ottimismo smisurato di mio fratello.So di non aver fatto nulla di male, o per lo meno è questo che continuo a ripetermi da minuti interminabili.
Eppure la solita voce della mia coscienza, perfida più che mai, mi sta dicendo esattamente l'opposto.
Sto rovinando un'amicizia che sembrava veramente destinata a durare per sempre?
Ho definitivamente cancellato l'ultima occasione che avevo per far pace con Giusy?
E, soprattutto, come reagirà Niccolò se dovesse venire a saperlo?
Quest'ultimo dubbio esistenziale mi blocca per un attimo il respiro.
Adriano sa perfettamente quello che provo per il suo migliore amico, perché dovrebbe andare a dirglielo? E, soprattutto, perché continuo a preoccuparmi per uno che sta insieme alla mia sorellastra e continua a prendermi in giro?
Forse questa cosa con Adriano, in qualunque modo andrà, mi aiuterà ad uscire da un tunnel che pare non avere fine.Niccolò.
"Quello che avete fatto tu e Adriano ..." Inizia a dire Giovanni mentre svolta per una piccola stradina di campagna.
"Che non abbiamo fatto, precisiamo!" Aggiungo io con lo sguardo rivolto fuori dal finestrino.
"Ok, quello che tu e Adriano non avete fatto, ma stavate sicuramente per fare, ti è piaciuto oppure no?" Domanda girando di colpo il volante per evitare una grossa buca.
Mi volto definitivamente a guardarlo e sento le guance diventare rosse solo nel ricordarmi i dettagli di poco fa.
"Mi è piaciuto talmente tanto che tornerei volentieri indietro anche ora se potessi.
Mi è piaciuto a tal punto che manderei a farsi fottere questa stramaledetta cena per tornarmene a scuola di corsa."
Dico tutto d'un fiato senza nemmeno riflettere e facendo parlare solo ed esclusivamente le mie emozioni.
"Beh non credo ci sia molto da aggiungere non credi? Hai appena dato una risposta a tutti i tuoi dubbi!" Esclama Giovanni sorridendo.Mi tiro i capelli dietro la testa e scoppio a ridere di gusto.
"Sì credo tu abbia ragione!" Replico poggiandomi sulla sua spalla.
Sto per chiedergli se posso mettere un po' di musica, così da dimenticarmi di tutte le assurde domande che ancora mi affollano la mente, quando l'auto si ferma e mio fratello spegne il motore.
Mi sollevo seppur a malincuore dalla mia comoda posizione e spalanco gli occhi dalla sorpresa.Davanti a noi si estende una villa enorme tutta rivestita in mattoni scuri con grandi finestre ad arco.
La casa è circondata da una fitta boscaglia e sul davanti, meticolosamente in ordine, c'è un grande giardino con gli irrigatori in funzione.
"Benvenuta a casa mia!" Commenta Giovanni con una punta di acidità indicandomi l'abitazione di fronte a noi con un cenno della mano.
"Oh beh ... Grazie!" Replico con un mezzo sorriso mentre lui scende dall'auto e velocemente lo imito.
Una ventata gelida mi trafigge da capo a piedi non appena metto piede fuori dalla vettura e, istintivamente, mi cingo il corpo con le braccia.
"Sbrighiamoci ad entrare che qui si gela!" Esclama Giovanni come se mi avesse appena letto nel pensiero.Lo seguo affondando i piedi sull'erba umida e fredda ma cerco di non badarci troppo e tengo gli occhi ben puntati sulla schiena esile di mio fratello che cammina veloce davanti a me.
Inutile dire che quando arriviamo sul portico ho il fiatone e i muscoli intorpiditi.
"Finalmente siete arrivati!" Esclama una donna minuta raggiungendoci raggiante e stringendo a se Giovanni come se non lo vedesse da un centinaio d'anni.
"E tu devi essere Irene! Dentro non si fa che parlare di te da stamattina, ti aspettano tutti con ansia!" Aggiunge poi separandosi dal ragazzo e puntando i piccoli occhi scuri su di me.
La osservo incapace di commentare la sua affermazione e mi limito ad osservarla.
Indossa un abito blu scuro a mezze maniche e un grembiule bianco allacciato sulla vita.
I capelli neri e crespi, legati in un piccolo chignon molto disordinato, circondano un viso appuntito e spigoloso segnato da profonde rughe e zigomi sporgenti.
"Ire lei è Vittoria, la nostra cameriera, governante e ex tata." La presenta Giovanni dopo vari minuti di silenzio smorzati solo dai miei brividi continui.
"Oh molto piacere signora!" Esclamo imbarazzata e porgendole la mano che lei prontamente stringe tra le sue lunghe dita sottili.
"Non sono abituata a sentirmi chiamare signora, ti ringrazio cara!" Commenta in un sussurro per poi farci cenno di entrare con un gesto della mano.
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COMPATIBLE -crepe-
FanfictionDicono che le cose più brutte, proprio come quelle belle, accadono quando meno te lo aspetti cambiandoti totalmente e irreversibilmente la vita. Per Irene era già successo pochi mesi prima quando aveva incontrato Niccolò per la prima volta tornando...