Senza te non mi va

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Il Mister Monkey mi osserva silenzioso oltre il marciapiede, illuminato come sempre dalla solita luce a neon.
La scimmietta con il monocolo, disegnata sull'insegna, pare osservarci con la solita espressione infastidita.
D'accordo con Federica, che se ne sta immobile di fianco a me con l'aria di chi ha appena assistito ad una carneficina, ho mandato un sms a Giusy chiedendole di raggiungerci e portarsi dietro anche il fratello.
Il primo posto a cui ho pensato per incontrarci ed evitare di essere disturbati o ascoltati, è proprio questo strano pub in cui mi portò la mia compagna di stanza qualche mese fa.

Il cielo è ormai buio e piccole stelle brillano silenziose senza per nulla badare alle nuvole grigie che tentano di oscurarle.
"Dovrebbero essere qui a momenti." Dico continuando a guardare fissa la facciata del pub e cercando in tutti i modi di ignorare il freddo atroce che mi sta penetrando nelle ossa.
"Se vuoi possiamo entrare nel frattempo..." Balbetta appena Federica sistemandosi i capelli dietro le orecchie e lanciandomi uno sguardo intimidito.
Guardandola non posso fare a meno di pensare a quanto sia incredibilmente diversa dalla prima volta che l'ho incontrata.
La ragazza perfetta così tanto simile ad una principessa invincibile e temibile sembra totalmente sparita, come se l'incantesimo fosse stato spezzato dall'arrivo della mezzanotte.
Quella accanto a me è solo una ragazza fragile e spaventata da ciò che ha sentito e pare fregarsene di mostrare una forza che non ha.

Sto per risponderle, quando un'auto scura ci passa accanto per poi fermarsi poco lontano.
Giusy fa capolino dal finestrino e ci saluta con la mano.
Al posto del guidatore, realizzo con una fitta al cuore, deve esserci Niccolò.
Entrambi i fratelli scendono dalla vettura uno di fianco all'altra, così diversi eppure tanto simili.
Giusy indossa un paio di pantaloni neri molto stretti a cui ha abbinato un lungo cappotto grigio e stivaletti di pelle con il tacco.
Non porta le stampelle e pare riuscire a camminare ormai molto bene.
Niccolò, come al solito, è interamente vestito di nero, i capelli disordinati gli circondano il viso incredibilmente pallido sul quale spuntano gli occhi color nocciola stranamente senza le lenti scure a nasconderli.

"Perché ci hai chiesto di venire fin qui?" Chiede Niccolò osservandomi con un sopracciglio alzato non appena ci raggiunge con la sorella a fianco.
"Ci sembrava un buon posto per parlare indisturbati..." Commenta Federica guardandosi intorno velocemente come per voler confermare che le sue parole sono vere.
"Se i professori ci scoprono siamo nei guai, così, tanto per ricordarvelo..." Borbotta il moro per poi darci le spalle e procedere verso l'entrata del locale.
"Non avremmo fatto tutto questo se non fosse un'emergenza non credi?" Sbotta Federica improvvisamente rossa in volto facendo un passo verso di lui.
"Né io e ancora meno Irene siamo felici della tua presenza, tanto perché sia chiaro. Quindi evita di fingere che ti freghi qualcosa delle regole e limitati ad ascoltarci." Aggiunge superandolo fino ad arrivare di fronte alla porta ed entrare.
"E possibilmente in silenzio." Conclude prima di richiudersela alle spalle.

Dentro al locale regna la tranquillità.
Il silenzio è a tratti smorzato dai passi di Cristina, la cameriera, che fa qua e là dalla cucina, una piccola stanzetta retrostante al bancone che è solo possibile intravedere oltre la finestrella a forma di oblò incastrata nella porta di legno.
"Buonasera ragazzi, vi porto i menù?" Chiede la ragazza non appena entriamo tutti nel locale.
"Si grazie, ci mettiamo laggiù." Dice Giusy indicando un tavolo poco più avanti.
"Molto bene." Conclude lei sistemandosi frettolosamente i lunghi capelli ricci, ora più chiari rispetto all'ultima volta che l'ho vista, dietro le orecchie.
Ci dirigiamo lentamente verso il tavolo deciso da Giusy e non posso fare a meno di pensare che non sono per nulla pronta a dire agli altri quello che Federica mi ha raccontato poco fa.
E questo perché, io per prima, stento a realizzarlo.

"Ok vi ascoltiamo" Annuncia Giusy, una volta seduti, osservandoci seria e sistemandosi i lunghi capelli scuri sulla spalla destra.
Io e Federica ci scambiamo una rapida occhiata poi lei inizia a raccontare.
La osservo per tutto il tempo con la strana sensazione che possa cedere all'improvviso o rompersi in qualche modo. Aggiungo qualche dettaglio poi, quando finalmente arriviamo alla fine del racconto, sollevo la testa verso i due ragazzi davanti a me.
"Quindi tuo padre è coinvolto in tutto questo?" Chiede Niccolò ora più pallido che mai.
Deglutisco a fatica nel realizzare di nuovo la cosa e, soprattutto, capendo che al momento è sicuramente più preoccupato per Lucrezia che per me.
"Già." Rispondo poi abbassando lo sguardo.

COMPATIBLE -crepe-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora