"Dai Ire sul serio non mi va di parlarne..."
Borbotta Giovanni cercando di divincolarsi dalla mia stretta sul suo braccio.
"Infatti non devi parlarne a me." Taglio corto continuando a camminare lungo il corridoio affollato di studenti.
"E allora si può sapere dove stiamo andando?"
"Non puoi limitarti a seguirmi e basta? Mi stai facendo venire il mal di testa!" Sbuffo fermandomi finalmente davanti ad una porta scura.
Ignoro un "pure" di Giovanni ed entro trascinandomelo dietro.L'aula di musica, ampia e illuminata dai raggi del sole che penetrano dalle finestre, ci osserva silenziosa come al solito.
Sono intenzionata a dare modo a mio fratello di esprimere i suoi sentimenti, tanto a lungo rimasti chiusi nella sua anima, attraverso la musica che so piacergli molto. Consiglio dato da Letizia proprio una settimana fa, quando Giovanni ha raccontato la sua storia per la prima volta.
Non so ancora bene cosa penso di tutto questo, di certo in quel momento mi sono sentita totalmente incapace di parlare. E a dirla tutta Giovanni stesso, una volta uscito dallo studio di Letizia, mi ha pregato di non farlo e lasciarlo da solo per un po' di tempo.I giorni sono trascorsi uno più pesante dell'altro e io non ho potuto far altro che pensare a lui e come poterlo aiutare. Cosa non facile considerando che lui non voleva affatto.
Gli uomini hanno questo vizio di nascondere le proprie paure come se realizzare di possederle li trasformasse in esseri deboli e inutili.
Con la conclusione di stare solo peggio.
"Cerca di aiutarlo ad aprirsi il più possibile, quello di oggi é stato solo un primo piccolo passo verso la completa guarigione." Mi ha detto la psicologa poco dopo che Giovanni aveva lasciato il suo ufficio in fretta e furia, quasi come se invece di raccontarsi ci avesse compiuto una rapina.Il punto é che io non avevo la più pallida idea di cosa avesse vissuto Giovanni nel corso della sua vita. Nonostante si fosse aperto con me, la sera del compleanno di Niccolò in macchina, tutto il resto mi era completamente oscuro.
Per questo motivo, inizialmente, ho deciso di non promettere assolutamente il mio aiuto a Letizia.
Si tratta semplicemente di avere la piena consapevolezza dei propri limiti, conoscersi al punto da poter dire: io oltre questa linea non ci vado perché potrei solo complicare le cose, per me e soprattutto per gli altri."E quindi sono rimasta al confine per giorni a cercare di capire quale fosse la scelta più giusta.
E alla fine, forse ispirata dalle lezioni che effettivamente paiono interessare di più tutti gli studenti di questa scuola, l'ho trovata.
Giovanni mi ha sempre detto di amare comporre canzoni con la sua chitarra, e una volta sono stata anche molto vicino a sentirle dal vivo a casa di nostro padre.
Se c'é una cosa che ho capito dalla mia relazione con Niccolò in questi mesi, é che se hai a che fare con un musicista, la musica sarà sempre la soluzione più giusta per aiutarlo ad aprirsi.Piani e propositi che vanno a monte quando, però, mi rendo conto che l'aula di musica non é vuota come mi aspettavo.
É come una maledizione che pare seguirmi ovunque vada.
Se ne sta seduto dietro al pianoforte con le gambe incrociate, ha i capelli scuri scompigliati come al solito e il viso concentrato su una marmaglia di spartiti sparsi ovunque, sia per terra che sulle sue stesse ginocchia.
Ha una matita tra le labbra e sembra perso nel suo mondo di musica e poesia, é talmente bello da lasciarmi senza fiato.Non so quanti secondi, o forse minuti, passo in silenzio a fissarlo, ma Giovanni ne approfitta per dileguarsi in fretta sussurrandomi all'orecchio un: "vi lascio soli!" Seguito da un bacio sulla guancia.
Altra cosa che assimilo molto lentamente.
Sembra quasi che il mio cervello si rifiuti categoricamente di funzionare a dovere.
Perché, riflettendoci con insistenza, io non voglio assolutamente restare sola con Niccolò!
Ma nell'esatto secondo in cui partorisco questo pensiero, nemmeno tanto sicuro come vorrei che fosse, lui si volta verso di me.
Dannazione."Che ci fai qui?" Mi chiede fissandomi insistentemente.
Vorrei tanto poter dare qualche mia solita risposta tagliente, ma ovviamente non mi viene in mente nemmeno mezza.
"Ero venuta con mio fratello ma se ne é appena andato."
Rispondo alla fine, optando per la verità.
Lui resta in silenzio per un bel po' di secondi continuando ad osservarmi attentamente e io, mio malgrado, mi ritrovo a fare lo stesso.
Vorrei dirgli tante cose, non necessariamente belle in realtà, ma sento l'esigenza sempre più impellente di parlarci.
É strano rendersene conto così all'improvviso, dopo i tanti giorni in cui ho pensato a tutt'altro.
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COMPATIBLE -crepe-
FanfictionDicono che le cose più brutte, proprio come quelle belle, accadono quando meno te lo aspetti cambiandoti totalmente e irreversibilmente la vita. Per Irene era già successo pochi mesi prima quando aveva incontrato Niccolò per la prima volta tornando...