Il compleanno di Niccolò pt.2

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"Syria non viene con noi?" Chiedo ad Adriano una volta raggiunta la sua auto.
"No, va con Federica." Spiega lui salendoci dentro e chiudendosi dietro la portiera.
Do un'ultima occhiata alla scuola consapevole di avere ancora tempo per tornare dentro, ma salgo a bordo anche io.
"Nervosa?" Mi domanda lui accendendo il motore e ingranando la retromarcia per uscire dal parcheggio.
Annuisco e appoggio la testa al finestrino.
"Andrà tutto bene ok? Io non ti lascerò un secondo." Dice Adriano sfiorandomi appena i capelli e accelerando decisamente una volta fuori dal cancello della scuola.
"Sarai troppo impegnato a sbavare davanti a Giusy secondo me!" Esclamo senza nemmeno riflettere.
"Ehi ma che sei gelosa?" Lo sento domandarmi dopo qualche secondo di pesante silenzio che io passo fissando attentamente la strada fuori dal finestrino.
"Assolutamente no!" Ribatto sgranando gli occhi.
"E invece secondo me sei molto gelosa!" Continua a ridere lui con aria soddisfatta.

"E sentiamo, cosa te lo farebbe pensare?" Chiedo incrociando le braccia al petto.
"Il fatto che ti sei arrabbiata perché guardavo Giusy per esempio!" Decreta lui mettendo la quinta marcia.
Sbuffo per poi scoppiare a ridere.
"Ti sbagli di grosso te lo assicuro!" Ribatto sollevando gli occhi al cielo.
"Ma a proposito, come mai stavate litigando quella sera in camera?" Chiedo perplessa ripensando alla prima volta che ci siamo baciati.
Lui era agitato e furioso con Giusy, ma io mi sono sempre dimenticata a chiedergli come mai, viste anche le tante cose accadute dopo.
"Ho solo provato a ricordarle che fidanzarsi con uno che neanche un mese fa la ha accoltellata non è proprio il massimo." Borbotta storcendo la bocca.
"Credo che, anche se inconsciamente, tutti quanti  ce lo siamo chiesto. Ma l'amore è così, non ha mai un significato preciso, c'è e basta e bisogna accettarlo e viverlo così com'è.
Non conta quanto ci fa stare male o quanto avremmo voluto non arrivasse mai, fa tutto parte del suo disegno.
Non hai mai visto un quadro tremendamente brutto? Una tela attaccata in un museo che non puoi fare a meno di chiederti come fa ad essere lì? Beh tu pensa che chi l'ha dipinto ci ha messo tutto sé stesso.
Quella è la sua storia e probabilmente non gliene frega un cazzo se alla maggior parte della gente non possa piacere, è la sua vita, il suo percorso, il suo modo di amare.
Ecco, secondo me l'amore tra Giusy e Filippo è un po' come quel quadro brutto e senza un senso evidente. In pochi riusciranno a coglierne la bellezza, a parte chi lo ha creato e lo sta vivendo."
Dico tutto d'un fiato con un sorriso sincero.

"Beh... non riesco proprio a trovare niente da dire per controbattere." Dichiara allargando le braccia e facendomi rendere conto solo adesso che siamo fermi da un bel pezzo.
"Siamo arrivati?" Chiedo dubbiosa guardando fuori dal finestrino.
"Direi di sì." Sospira lui scendendo dall'auto con uno sbuffo.
Lo imito e scorgo con un filo di ansia l'enorme villa di mio padre in lontananza.
"Ci siamo..." Sussurro appena stringendo più forte il braccio di Adriano.
Lui annuisce, e insieme procediamo lentamente verso l'entrata.

La dépendance dove è già in corso la festa è una piccola villetta degli stessi colori della casa più grande, della quale si vede solo la parte anteriore.
Il giardino sul davanti è quasi interamente occupato da una grande piscina ricoperta da un enorme telo blu.
Ci passiamo attorno per raggiungere l'entrata dove alcuni ragazzi si stanno fumando l'ennesima sigaretta a ritmo di musica.
"Quello è mio fratello!" Esclamo indicando una figura poco più avanti.
Avanzo tra la gente fino ad entrare in casa.
Tutto è avvolto dall'oscurità e da fumi colorati che ricoprono l'intero soggiorno.
Il caos è totale e non riesco a distinguere nessun volto famigliare a parte quello di Giovanni che se ne sta in un angolino con gli occhi puntati sul cellulare.
Stringo forte la mano di Adriano, anche se non l'ho mai lasciata, e procedo nella sua direzione.
"Ehi che stai facendo?" Grido per farmi sentire da lui sopra al rombo assordante della musica.
Mio fratello alza appena lo sguardo poi si illumina.
"Alla fine sei venuta!" Esclama buttandomi le braccia al collo.
"Non sono ancora convinta di voler restare, ma sì, sono qui." Decreto sospirando e stampandogli un bacio sulla guancia.

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