Passo un'intera settimana a far finta di nulla, chiusa in un silenzio quasi assordante.
La versione di mio padre ha convinto Niccolò all'istante, un po' perché purtroppo per lui si fida ciecamente di me, e un po' perché qualsiasi schifezza gli hanno iniettato quella sera deve avergli cancellato ogni minima traccia dell'accaduto.
Ho sperato con tutta me stessa che potesse ricordarsi anche il più piccolo dettaglio, ma quando ho capito che della serata più brutta di tutta la mia vita non aveva la minima consapevolezza, ho realizzato di dover dare retta al consiglio di mio padre.Sono l'unica a sapere ciò che é veramente accaduto, l'unica che non riesce più a chiudere gli occhi per la paura di riaprirli di nuovo lì, seduta su quella maledetta sedia.
Cerco di far finta di nulla con tutti gli altri e i tanti anni passati a dissimulare mi stanno aiutando incredibilmente.
Nessuno si é accorto ancora di nulla e non so se felicitarmene oppure no.
Da una parte vorrei che qualcuno mi aiutasse ad uscirne, ma dall'altra mi rendo conto che farmi scoprire significherebbe soltanto metterli in pericolo.L'esame di maturità sempre più alle porte sta giocando fortemente a mio favore, e l'ansia di tutti mi aiuta a tenerli ben distratti da tutto il resto.
Persino Filippo pare ormai più spaventato dallo scritto di matematica che dal suo tremendo passato.
Lo osservo dal mio solito posto in fondo alla biblioteca mentre, insieme ad una fin troppo ansiosa Giusy, sta tentando di capire gli integrali.
Do una rapida occhiata al mio quaderno pieno di scarabocchi senza senso e sospiro.
Non riesco a concludere più niente ormai, e i bei voti che mi sono tanto sudata durante tutto l'anno si stanno incredibilmente abbassando.Alzo gli occhi verso il posto vuoto davanti a me, quello che un tempo veniva sempre riempito da Adriano e poi, dopo il nostro litigio, da Giovanni.
Vorrei che uno dei due fosse qui così da potermi distrarre un po' e riuscire a smettere di stare così male.
Non controllo più il mio corpo ormai, sono preda da tremori improvvisi, attacchi di panico e pianti isterici.
Ogni volta devo trovare una scusa per allontanarmi dagli altri e nascondermi nei posti più assurdi pur di non farmi vedere in questo stato.
Non si tratta più dei miei soliti "nascondimenti" ma vere e proprie crisi dalle quali vorrei scappare o, talvolta, farmi totalmente inghiottire.Perché quando ti rendi conto che qualcosa é troppo più forte di te, e non c'é modo per difendersi da essa, l'unico modo é ammettere la sconfitta e farsi travolgere.
E io ormai non vedo più alcuna via d'uscita da tutto questo.
Dai ricordi di quel padre che ho tanto desiderato che osserva inerme la tortura a cui lui stesso ha deciso si sottopormi, al racconto di come ha ucciso due persone innocenti, alla minaccia di uccidere tutti quelli che amo.
Mio padre.Il cuore prende a battermi fortissimo e ho bisogno di reggermi forte al tavolo per non lasciarmi sopraffare dalla paura di una crisi imminente.
Guardo in direzione di Giusy e Filippo e una volta constato che sono troppo presi dai compiti per notarmi, mi alzo e esco veloce dalla biblioteca.
Il respiro sta iniziando a farsi pesante e la testa mi gira incredibilmente forte.
Sfioro le ferite sui polsi lasciate dalle corde, poi mi fiondo in bagno.
Prego che sia vuoto e poi chiudo la porta dietro di me facendo scattare la serratura.C'é odore di varichina e disinfettante e un silenzio di tomba tutto intorno.
Mi lascio cadere sul pavimento e un attimo dopo vomito ogni cosa con cui ho provato a riempirmi lo stomaco, come accade da una settimana a questa parte.
I conati di vomito durano per qualche altro minuto anche dopo aver finito, causandomi fitte di dolore allo stomaco che chiudo istintivamente tra le braccia.
Con le poche forze rimaste mi alzo lentamente in piedi e tiro lo sciacquone, poi esco.
Mi guardo rapidamente intorno per essere sicura che nessuno mi sta guardando, poi mi dirigo ai lavandini dove mi lascio travolgere dalla bellissima sensazione dell'acqua fredda sul viso teso e devastato da lacrime e conati.
STAI LEGGENDO
COMPATIBLE -crepe-
FanfictionDicono che le cose più brutte, proprio come quelle belle, accadono quando meno te lo aspetti cambiandoti totalmente e irreversibilmente la vita. Per Irene era già successo pochi mesi prima quando aveva incontrato Niccolò per la prima volta tornando...