1. Una città di pazzi

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Alcuni mesi prima

- Senti Ryk, non ti conviene entrare lì.- Morguen cercò coscienziosamente di avvertire l'amico su quel luogo poco sicuro, ma senza successo.
- Andiamo, non avrete paura! Ci saranno solo dei vecchi che non hanno niente di meglio da fare che bere whisky e dare fastidio a qualche sfortunata ragazza.-
- Io non ci vado sicuramente.- si lamentò Aevion, per gli amici Eve, scontrosa e infastidita, come sempre.
- Puoi scordartelo! Non metterò piede in quel lurido fienile.-

Mentre Ryker tentava di convincere che "quel lurido fienile" era uno delle migliori taverne che gli erano state consigliate dal compagno di accademia Dwenn, si erano fatte le undici e mezza. Erano in ritardo, gli conveniva sbrigarsi se volevano tornare nei dormitori della loro scuola senza avere problemi.
- Oh wow, consigliato da Dwenn! Allora è sicuramente un posto fantastico!- commentò ironicamente Morguen, al quale questo famoso Dwenn non era mai stato simpatico, con la sua reputazione poco convincente che si è creato negli ultimi anni.
- Forse tu non lo conosci, ma non significa che hai il diritto di giudicarlo così!-
- Ragazzi, stiamo davvero discutendo su una cosa così stupida?- intervenne Chris impaziente.
Alla fine Ryker si stancò di stare dietro a quei bambini e decise di mandare tutti poco elegantemente a fanculo ed entrò nella taverna.

Lì dentro c'era uno strano odore di legno bagnato e muffa, accompagnato dalla celestiale visione di sigari e mozziconi sparsi per terra. Non c'erano finestre ad eccezione di qualche lucernario in alto tra le travi del soffitto. Urla e sbraiti di uomini si contrapponevano alle acute risatine di alcune donne in un tavolo nell'angolo sinistro. La gente beveva, scommetteva e si divertiva. Sembrava tutto a posto.
Si avvicinò al bancone, dette un'occhiata in giro e ordinò un drink. Poi il suo sguardo si posò su un delicato fiore in mezzo a tutta quella sterpaglia. Quella ragazza aveva un sinuoso abito viola che metteva in risalto i capelli biondo chiarissimo, allora prese il suo bicchiere e decise di parlarle.

Ryker non era mai stato molto bravo con le ragazze ma spesso bastavano i suoi occhi verdi e i morbidi capelli neri a conquistarle. Era alto e abbastanza magro anche se non sembrava così muscoloso ma a lui non importava.
In quel gruppetto c'erano alcuni uomini che avrebbero benissimo potuto avere l'età di suo padre che bevevano, due omoni evidentemente ubriachi che cantavano a squarciagola in modo terribile e altre tre ragazze poco più grandi di lui. La ragazza con il vestito viola era seduta di fronte agli omoni e rideva in un modo che lui trovava adorabile. Appoggiò il cappotto sulla sedia vuota a destra, nessuno l'aveva notato.
- Spero che tu sia molto più brava a cantare di questi dementi stonati.-
- Non ne sarei così sicura.- rispose sorridendo con un forte accento ravkiano.
- Non sei di queste parti, vero?- chiese il ragazzo.
- Forse tu non sei di queste parti, ragazzino. Sta' attento.- lo ammonì senza precisare a cosa dovesse fare particolare cautela.
-Io lavoro al Coperchio, oggi ho la serata libera. Che mi dici di te?- gli chiese educatamente la ragazza.
- Niente di interessante, sono solo uno studente.-
- Oh, e che ci fa un ricco ed elegante studente in una taverna del genere? Stai cercando lavoro?-
Ryker rispose incerto di no, poi la conversazione andò avanti per un po' finché non richiesero ancora un altro giro di bevute, il terzo o il quarto? Aveva perso il conto. Allora Ryker, allegro e rilassato, si permise di sfoggiare un po' le sue capacità e il "suo modo di divertirsi", pavoneggiandosi e regalando parole poco gentili a quegli usignoli giganti.
- Siete il gruppo male assortito più strano che abbia mai visto.-
- Ti conviene che il capo non lo senta.- emise la ragazza con una forte risata.
- Sì, un altro giro per me e la mia ragazza!- gridò euforico. Lì tutti lo squadrarono chiedendosi chi fosse e chi gli avesse concesso il permesso di sedersi con loro, soprattutto in quella sedia. Ryker si sentì un po' in imbarazzo ma cercò di alleggerire la tensione mettendosi a cantare. Si alzò, mise un braccio intorno alle spalle della ragazza e riprese quel motivetto senza senso che intonavano precedentemente ma gli altri non si muovevano, anzi si misero come sull'attenti. Proprio in quel momento, un'enorme ombra avvolse il ragazzo, lui si voltò con noncuranza, colpendo il panciotto verde dell'uomo, notò le sue guance sporgenti e le basette più lunghe del solito. Quest'altro uomo alto, forse il loro capo, iniziò a fargli domande insistenti una dopo l'altra.
- Io sono Geels, il luogotenente delle Punte Nere, e tu osi mancarmi di rispetto.- dichiarò sorprendentemente calmo l'uomo di cui non aveva mai sentito parlare.
Ryker quindi rispose semplicemente - Non lo so, amico! - con tono abbastanza menefreghista e l'uomo imbestialitosi si avventò contro di lui. Ryker a quel punto fuggì il più in fretta che potè da quella taverna senza riuscire a evitare di essere seguito da quegli omoni sbronzi alle calcagna.

Corse velocemente fuori, poi girò a destra, si infiltrò in una stradina che portava su un vicolo buio alla quale fine si intravedevano delle luci. Si fermò qualche attimo a riposare mentre gli inseguitori guadagnavano terreno.
- È lì il moccioso! Prendetelo! - sentì non troppo lontano.
- Mi fate stancare eh? Bene, vi fa bene un po' di attività fisica, ciccioni! - ricambiò e ricominciò a correre. Arrivò alla fine del vicolo e notò che si apriva su una strada più larga e abbastanza malandata. Chissà per quanto aveva corso. Non aveva il tempo di fermarsi a guardare i vecchi edifici, doveva sfuggire a quegli idioti, così si rifugiò nel primo locale aperto che incontrò. Gli inseguitori si bloccarono all'entrata, uno di loro, forse uno di quelli grandi e stupidi, fece per attraversare la porta ma il capo lo immobilizzò.
- Che fai? Non vedi dove siamo?-
- Ma il ragazzino è entrato...-
- Meglio non avere guai con loro. il capo darebbe la colpa a me se tu, stupido imbecille, entrassi lì dentro.-
Wow, ha pure azzeccato il verbo giusto! Pensò Ryker sull'uscio.
- Andiamocene.- tagliò corto uno di loro.
- Ecco, andatevene! - ripeté Ryker come un pappagallo che è stato agitato troppo.
Mentre si avviavano verso nord, il ragazzo osservò il braccio destro dell'uomo con il panciotto: le maniche della camicia girate fino ai gomiti, sull'avambraccio c'era disegnato qualcosa. Guardando più attentamente, c'era tatuato qualcosa che sembrava una corona e sopra una specie di gatto o tigre o forse leone, non ne era sicuro. Leone... Una volta aveva sentito delle storie a proposito di... non gli veniva in mente.

In ogni caso, se loro non possono entrare qui, sarà il posto perfetto, si disse.
Ryker fece qualche passo indietro per ammirare meglio quale di quei vecchi fienili era riuscito a scatenare in loro tale soggezione.
- Tutto qui? Un uccello? Certo che questi delinquenti sono davvero dei temerari...-
Cosa ci poteva essere di spaventoso in un uccello? Quello non era di certo un grande palazzo di marmo, era una semplice costruzione un po' datata con il tetto a spiovente, tipico in quella città, delle piccole finestre, un normalissimo portone di legno e un'insegna, anzi un cartellone o come lo volete chiamare, con un uccello nero.
Ma forse non era l'uccello in sé che spaventava, forse era il capo di quel posto.
Da dentro usciva un odore familiare: alcool, quello buono, allora Ryker decise di attraversare quella porta.

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