20. Lotte e fuggitivi

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Il sangue si mimetizzava tra la giacca bordeaux e la sua classica camicia nera. Quello scontro con le Punte Nere non fece altro che peggiorare le condizioni della sua gamba, ma Kaz sopportava il dolore meglio di chiunque altro, o almeno così voleva credere. Si riposò per alcuni secondi ripensando a quella sera. Erano state tante le volte in cui Kaz Brekker aveva rischiato la vita e questa poteva essere considerata una delle più facili da evitare. Lui non sarebbe morto, non in quel modo. E quando accadrà, il mio eco riecheggerà per tutta la città, come in una fiaba dove non ci sono né buoni né cattivi, ma solo chi si fa sentire di più è il personaggio più importante.
Seduto in un vicolo scarsamente illuminato e vestito con colori scuri era difficile da notare ma al contrario, un ragazzo zemeni che sfoggiava un brillante camicia rosa seguito da quello che sembrava Ryker vestito di azzurro erano facili da individuare. I due correvano verso il punto di incontro, ma il dodicesimo rintocco... è suonato un'ora fa! Kaz si stupì che fosse così tardi, tutta quella azione, che era parsa rapidissima, gli aveva preso molto tempo. I ragazzi si stavano avvicinando, allora Kaz si alzò e fece loro segnale di entrare in quel vicolo.
- Che cazzo state facendo? - si sforzò di non urlare Kaz.
- Stiamo scappando, non vedi? - rispose Jesper come se fosse ovvio.
Si lanciarono rumorosi sguardi di sfida, i loro occhi urlavano in contrasto "chi vi ha detto di scappare e perché siete tornati a quest'ora?!" contro "mi pare che anche tu non hai seguito il piano, caro Kaz." Ogni secondo di silenzio in più era estenuante per Ryker che a un certo punto prese la parola e spiegò chiaramente a Manisporche cosa fosse successo.
- Non ho tempo per i raccontini, me ne parlerete dopo. - interruppe il ragazzo dopo poco, poi proseguì - Ora seguitemi, Nina ci aspetta. -
Jesper non realizzò immediatamente, ci volle un po' prima che urlasse meravigliato "Nina?". Ryker non conosceva questa Nina ma dalla reazione del ragazzo zemeni doveva essere una importante.
- Quando avevi intenzione di dircelo?! Da quanto Nina è a Ketterdam? -
Kaz rispose confessando di non sapere nulla, né quando si fosse imbarcata o perché fosse lì.

Quando arrivarono, i bestioni erano tutti addormentati o svenuti o immobili. Nina aveva fatto un buon lavoro anche se era difficile controllare tre cuori contemporaneamente.
- Un, sono messi male. - commentò Ryker.
Jesper non fece nemmeno caso ai corpi dei tre criminali che giacevano lì e non appena vide la ragazza, le corse in contro. Era così felice di rivederla che la abbracciò e non voleva lasciarla più.
- Tesoro, anch'io sono contenta ma adesso potresti... - esordì lei mentre lui lasciava la presa.
Jesper iniziò a porre infinite domande in modo insistente ma giustamente Nina disse che non era il momento per le chiacchiere e promise di parlarne un'altra volta, insieme a Inej, magari.
Velocemente Kaz presentò Ryker a Nina come "il suo nuovo acquisto", poi cercarono di capire cosa farne di quegli inutili giganti.
- Dobbiamo interrogarli, ovviamente! - intervenne Jesper, d'accordo con Kaz, - Dobbiamo sapere di più sulle Punte Nere e sulla loro alleanza con Pekka, no? -
L'idea di Kaz era più o meno quella appena descritta da compagno ma forse Ryker non approvava del tutto e con un atteggiamento incerto, tentava di trovare una soluzione alternativa ma alla fine si fece convincere e seguì le loro indicazioni.

Con molta fatica, portarono i tre in un edificio abbandonato non molto lontano e abbastanza nascosto. Era un vecchio capannone che probabilmente un tempo veniva utilizzato come una specie di fabbrica o un magazzino. Le travi in legno non sembravano tanto sicure secondo Nina ma l'importante era tenerli in un posto isolato, almeno per un po'. Jesper sbadigliò ricordando che era comunque notte fonda, era stanco e non era più abituato a tutta quell'attività ma gli era piaciuto di certo.
Intanto i neri e lucidi guanti di pelle di Kaz legavano le mani e i piedi di uno dei criminali, lo stesso stava facendo Nina ben sveglia, come se si fosse svegliata da una dormita rigenerante e fosse pronta all'azione. La pelle chiara scintillava nella luce diffusa in quell'ampia stanza e il trucco perfetto risaltava le sue labbra rosse. Sembrava ancora strano riaverla lì con loro, anche se non era passato molto tempo, a Jesper Nina era mancata come una sorella riapparsa.
- Ehi, sveglia! - schiaffeggiò il più grosso, - Sbrigati, non ho tutta la notte. -
- Cosa hanno fatto questi tizi, Kaz? - domandò ignara la ragazza.
Ryker si stupì del fatto che effettivamente lei non sapeva cosa fosse successo e nonostante questo, si schierò immediatamente dalla loro parte, facendo del male a quelle persone. Criminali, si beh, in teoria anche loro lo so adesso, ehm noi, noi lo siamo.
- Dunque signori, - Manisporche prese la parole cominciando il suo lavoro, - ci è giunta voce che voi della Punte Nere avete stretto un patto con i Centesimi di Leone. -
- Cosa? Non ne so niente! - si difese uno di loro.
- Non era una domanda. - disse Jesper accanto al suo amico.
- Voi, cari signori, - continuò Kaz, - avete intenzione di assecondare il vostro capo in questo accordo, si o no? -
- Ti ho detto che non sappiamo nulla di questa storia! - ripeté urlando l'uomo.
- E io ho detto si o no. - disse con estrema calma avvicinandosi pericolosamente mentre prendeva qualcosa dalla tasca.
- Sai cos'è? Certo che lo sai, lo hai visto poco fa, all'osteria. - mostrò loro l'accendino con cui fece prendere fuoco al locale solo mezz'ora prima.
- Non ci facciamo intimidire da un ragazzino e da un po' di fuoco, piccolo stronzetto! -
- Ah si? -
Sembrava lo stessero mettendo alla prova, come per verificare che lui fosse il vero Manisporche. Se il ricordo di una morte scampata non bastava a intimidirli, allora Kaz avrebbe tirato fuori tutti i suoi assi pur di ottenere dei risultati, dopo quello che aveva sopportato quella sera.

- È evidente che il fuoco non vi spaventa più, certo, siete già scampati all'elemento più imprevedibile di tutti. - commentò il ragazzo mentre si allontanava di pochi passi e riposava l'accendino.
- Niente vi fa paura ormai, vero? -
Ci fu silenzio tombale lì dentro, si univano soltanto le leggere voci dei cittadini per le strade circostanti.
- Quindi nemmeno questi vi fanno paura, vero ragazzi? -
Manisporche estrasse uno dei suoi appuntiti grimaldelli, sembrava uno strano strumento di tortura ed era proprio quello l'effetto che desiderava ottenere. Girò dietro quegli uomini che legati in quel modo somigliava più a enormi salami, si abbassò dietro quello al centro e chiese a Ryker di tenerlo fermo.
- Oh io credo che a questo non potrete sfuggire tanto facilmente. -
Impugnò l'attrezzo, tirò indietro la testo del tizio e cominciò a far strisciare il ferro appuntito sulla sua liscia guancia appena rasata. Disegnava lentamente un taglio abbastanza profondo dal mento verso l'alto, sul viso si apriva una ferita da dove sgorgava sangue ancora più lentamente.
Era come se tutto si fosse bloccato e attendere solo una risposta dall'uomo a terra. Tutto andava molto piano mentre lui cercava di non urlare.
- Avanti, dimmelo, lo so che lo sai. È inutile nasconderlo: cosa vuole fare Pekka? Perché si è alleato con voi? -
L'uomo insisteva ancora di non essere a conoscenza dei piani di Pekka o di Geels, il suo luogotenente.
- Sei molto bravo a mantenere i segreti ma lo sai che con noi la gente come te fa una brutta fine? - continuò tagliando a metà viso, - Fra poco raggiungo l'occhio, quindi se non vuoi essere accecato è meglio che ci racconti tutto, va bene? Lo stesso vale per voi altri! -
Kaz imprecò qualcosa sottovoce che Ryker non sentì. Stava trattenendo quell'uomo come meglio poteva ma la visione del sangue non gli faceva poi tanto piacere.
Silenzio di nuovo.

Forse questo metodo non funziona più.
Manisporche si alzò e Ryker fece lo stesso mentre il tizio faceva un sospiro di sollievo, contento di avere entrambi gli occhi al loro posto. Kaz allora pensò di dover ricorrere alla forza ma non c'era uno di loro più forte quindi affidò a Jesper l'incarico, che accettò volentieri, almeno in questo modo mi tengo sveglio.
- A chi per primo? Non sono così potente ma i miei anelli fanno male, oh sì che fanno male! -
Decise di sganciare un bel pugno all'uomo di prima, deciso e veloce. Dopo pochi secondi anche il labbro iniziò a sanguinare insieme alla guancia. Le gocce rosse scendevano lungo il mento e sporcavano il resto della camicia bianca bruciacchiata.
- Ha una buona resistenza, sarebbe stato meglio se ti fossi unito a noi. - poi Jesper ci pensò un attimo e gli propose più per scherzo, - Vuoi unirti ai corvi? -
- Neanche sotto tortura! -
- Ma sei già sotto tortura, tesoro. - intervenne Nina.
Il ragazzo sganciò un altro destro, più forte del primo, l'uomo sputò di disgusto verso le sue lucide scarpe, c'era più sangue che altro.
- Allora, avete intenzione di risponderci o volete che continui a picchiarlo? Io mi diverto, non so voi. - continuò lui.
Quella frase fece riflettere Ryker su un probabile problema di doppia personalità riguardo Jesper. Non riusciva ancora a capire come potesse trasformarsi da un dolce ragazzo scherzoso a uno spietato assassino. Si chiedeva di nuovo perchè avesse accettato di entrare in una banda di criminali e se ne fosse davvero capace anche lui di comportarsi così naturalmente, pensò di no, almeno per adesso. Non era abituato a vedere gente del genere o stare insieme a loro, quella determinazione mista a crudeltà che era uscita fuori dai ragazzi era molto lontana da lui. Chissà se un giorno si sarebbe adattato, se sarebbe diventato come loro, si augurava di no.

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