16. Non tutti ci riescono

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- L’altro giorno mi ha contattato un certo Philias, un mercante attualmente al verde che vorrebbe risalire di stato sociale e magari anche portare alto il suo nome. - iniziò spiegando Kaz, - Abbiamo stretto un accordo: io lo aiuto economicamente e lui sfrutta le sue conoscenze per individuare Pekka e i suoi sottoposti. - 
Era da così tanto che Kaz voleva vendicarsi su Rollins che neanche gli altri corvi ne potevano più. Speravano solo di non distruggere le loro vite e i loro sogni continuando con questa ossessione. 
- Kaz, perchè non lo lasci arrestare dalla Stadwatch e la fai finita con questa storia? - 
Evidentemente l’opinione di Inej non era fondamentale in quel momento, quindi lui la ignorò. 
- Ho già pensato ai compiti da affidarvi. -
- Oh per tutti i santi, ci risiamo. - esclamò Jesper, che desiderava essere lasciato in pace.
- Non serve disturbare i santi, non faranno nulla per te. - disse sorprendentemente Ryker a metà tra essere serio e fare una battuta. 
Era tardi ed erano già abbastanza stressati, discutere della lettera di minacce sarebbe stato inutile anzi, avrebbe peggiorato la situazione, allora Kaz si sbrigò a spartire i compiti.
- Jesper, Ryker, - pronunciò voltandosi verso di loro, - domani voi andrete al Consiglio dei Mercanti presentandovi come dei giovani messaggeri di un mercante straniero venuto a Kerch. Direte che il vostro capo, Atlas Morovski, ha intenzione di intraprendere degli scambi qui a Ketterdam ma ha sentito di brutte storie su un tale Jan Van Eck. - 
Una strana sensazione si introdusse in Wylan non appena udì quel nome. Il tono di Kaz era freddo e piatto ma quelle parole uscirono con più rabbia delle altre. 
- Cercherete informazioni affidabili dal Consiglio, - continuò, - non voci di paese, che possano aiutarci a capire come stia gestendo i suoi traffici dalla prigione. - 
Jesper era sempre pronto a una nuova divertente missione e Ryker era sollevato che non dovesse affrontare scontri troppo presto ma la reazione non fu così serena per tutti.
L’idea di avere accanto Jesper rallegrò Ryker, sembrava uno di cui fidarsi, che sa cavarsela in ogni occasione. E poi aveva un certo fascino, il suo stile non passava inosservato, a partire dal suo modo di camminare intrepido e sicuro di sé. 

Wylan era agitato e non faceva nulla per nasconderlo. Nella sua mente si facevano strada diversi possibili crimini pericolosi che sarebbe stato costretto a compiere. Sapeva che era per una giusta causa, giustizia per lui e per i corvi, ma anche solo il pensiero di cosa era capace Kaz, lo metteva in soggezione. Non riusciva a stare fermo nemmeno sulla poltrona, giocherellava con un bottone della giacca mentre ticchettava con il piede destro ininterrottamente. Ansioso del compito che avrebbe dovuto svolgere, sussultò quando Manisporche dovette richiamarlo più volte. 
Jesper si alzò e fece il giro del tavolino per raggiungere il suo ragazzo, si piegò davanti a lui e cercò di tranquillizzarlo accarezzandogli il volto.
- Rilassati Wyll, - gli sussurrò, - non ti preoccupare, qualsiasi cosa succederà io sarò al tuo fianco e ti proteggerò. Fidati di me. - 
- Io mi fido di te, ma questo piano so già che ci rovinerà tutti. - 
- In ogni caso, faremo in modo che non succeda. Ricordati che sono sempre il più grande cecchino della città, ma che dico, di tutta Kerch! - sorrise con aria coinvolgente. 
- Non essere così modesto… - rise Wylan, avrebbe voluto ringraziarlo e dargli un dolce bacio ma Kaz intervenne e Jesper si allontanò troppo in fretta.
- Se avete finito con queste smancerie nauseanti, vorrei andare avanti. - 
L’espressione arrogante di Manisporche infastidì il rosso che dopo un po’ non ci fece più caso. 

- Tu e tua madre avete un compito molto importante: dovete tentare di corrompere la Stadwatch e di convincerli a essere dalla nostra parte o anche solo a opporsi a Pekka e Van Eck. Sarà difficile, lo riconosco, ma avrete successo. Il Consiglio delle Maree non vi ascolterà quindi non vi chiedo neanche di provarci. I poliziotti della Stadwatch sono spesso in giro lungo la costa, il loro capo invece esce dal suo edificio raramente. 
Parlate con il vicecapo. Se le cose dovessero mettersi male, ci sarà Inej a coprirvi le spalle. - annunciò deciso.
Ad un tratto però lo zemeni ruppe il silenzio e la tensione che si era creata esplose in una lite inutile, secondo Kaz. 
- Kaz, sai cosa stai dicendo? Sei cosciente che sono entrambi ricercati da dei criminali?! In questo modo li metterai in pericolo! Forse tu non ha ben capito...- 
Lui capiva, capiva fin troppo bene, ma come lui era disposto a tutto, anche gli altri sarebbero dovuti essere pronti. Kaz sapeva quanto Jesper ci tenesse, credimi, non sei l'unico, pensava. 
Era pericoloso, certo, ma dopo tutto, cosa non lo era di ciò che facevano? Nel Barile il confine tra giustizia e vendetta era molto sottile. La pietà non era consentita tra le piccole strade inclinate. Vincere. Sovrastare sui deboli, battere i più forti. Sopravvivere nella giungla di cemento. Erano questi i valori, se così si possono chiamare, che insegnava Ketterdam, Kaz non era l'unico a saperlo. 

Benvenuti a Ketterdam [IN CORSO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora