13. Un vero uomo

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Il giorno dopo Ryker non aveva lezione ma Kaz non poteva stare senza far niente. 
Esaminò attentamente la lettera ricevuta da Wylan, con la mente fresca dopo una bella dormita e la solita tazza di caffè. Era da solo nel suo attico, essendo mattina, tra i corridoi c'era un po' di rumore ma non lo infastidiva anzi, gli ricordava che c'erano altre persone al suo fianco che gli obbedivano e lo contestavano, non solo la sua coscienza. 
La scrivania era nel suo usuale stato di ordine confusionario, come del resto era la mente di Kaz, ordinata meticolosamente ma con talmente tante informazioni da risultare confuse e superflue. La busta era stata messa sotto un libro dalla copertina antica, riguardava note e lezioni di economia e finanza. Lo sollevò e prese la lettera, le sue dita sottili sfioravano la carta, stando attento a non sbavare l'inchiostro. La lesse e rilesse ma con l'unico risultato di aumentare la sua preoccupazione. Una minaccia di morte, una di rapimento. Siamo nei guai per davvero, questa volta, si disse con aria nervosa, concentrato nel progettare un nuovo piano. 
Una cosa è sicura: c'è di mezzo Pekka, e se non direttamente lui, le Punte Nere con cui lavorano adesso lavorano. 

Stava tenendo d'occhio il Consiglio dei Mercanti con la collaborazione del mercante in rovina Hernerst Philias e tutta la situazione generale economica della città. Andare in giro personalmente sarebbe stato rischioso, così decise di affidare il compito a qualcuno degli Scarti. Fece chiamare Roeder, il suo nuovo spettro, per andare a terzo porto, l'area di approdo delle navi mercantili, dove avrebbe trovato un certo capitano che gli sarebbe potuto tornare utile. La missione di Roeder non era raccogliere informazioni ma darle, cercare di convincere il capitano a passare dalla parte degli Scarti, così avrebbero potuto iniziare a espandersi anche nell’ambito commerciale.
- Io sto solo dalla mia parte.- sembrava ringhiare deciso finché una bella mazzetta non gli fece cambiare idea. 

- Così facili da corrompere. - sussurrò Manisporche al rientro del ragazzo. 
- Non è proprio quello che vuoi tu?- gli chiese stranito da quel commento.
- Oh certo, in questo modo è tutto più facile. - rispose, - Ma è la prova che il nostro Paese sta precipitando nel baratro troppo velocemente. - 
E aveva ragione. Kerch era diventato lo stato della gente ingannevole, furba e malavitosa. Erano rimasti in pochi gli onesti o i benestanti e ancora di meno i benestanti onesti. Ketterdam, il grande polo commerciale, culla della nuova cultura mercantile, era ormai la madre di tanti ladri e altrettanti corrotti, marinai o politici che fossero.
- C’è qualcos’altro che posso fare per te, capo? - domandò Roeder alla fine del rapporto descritto. 
Molti non riuscivano a vedere Kaz come un capo effettivo, come qualcuno sopra di loro, da rispettare. La maggior parte gli dava del tu, parlava in modo confidenziale o addirittura, essendo anche più grandi di Kaz, alcuni Scarti lo chiamavano “ragazzino”, non lo sopportava.
- No, va bene così. Stà attento, potrei chiamarti di nuovo. - concluse, non ancora sicuro di quello che dovrà fare, mentre Roeder se ne andava. 

Ogni parola, ogni lettera su quel foglio gli faceva ribollire il sangue. Avrebbe voluto bruciarla, insieme a Pekka, Geels e tutta quella fetida città. Non ne poteva più nessuno di questa sua fissa, persino lui era stanco di attendere per la giusta vendetta. Poi qualcosa iniziò a farsi strada nella sua mente, una possibilità, un piano al quale avrebbe dovuto pensare prima. Era ovvio, Philias sarebbe stato le sue gambe, avrebbe riunito gli altri e coinvolto il suo Spettro. Potrebbe non piacerle. 

Nel frattempo, dalla parte opposta di Ketterdam, Ryker e i suoi amici erano a fare compere. Era una giornata particolarmente calda per essere primavera e, nonostante i ragazzi fossero in maggioranza, andarono tutti a fare un giro nella via dei negozi, sopportando le lunghe attese di Eve e Stepphy, una sua vecchia amica. Fortunatamente la profumeria e il negozio di videogiochi erano uno accanto all’altro e il gruppetto si divise per un bel po’. Ryker non era sicuro ma andò lo stesso con gli altri ragazzi, anche se non era un gran conoscitore di videogiochi. Probabilmente avrebbe preferito seguire le ragazze ma la sua dignità glielo impedì. Per circa soli cinque minuti. 
- Sul serio? Vuoi andare là dentro? - esclamò Christenian, - Ma che razza di uomo sei, che va a guardare i trucchi e gli smalti! -
- Io… non voglio guardare… ecco, è solo che… - balbettò.
- Lascialo in pace, Chris. Qui non si trova a suo agio. - disse Morguen con un tono più paziente e comprensivo, mentre cercava qualcosa sullo scaffale. 
Ryker ringraziò mentalmente il suo amico per non aver contestato la sua idea. Ryk era un ragazzo a cui non piaceva molto attirare l’attenzione su di sé e a volte aveva paura di esternare i propri pensieri per timore delle opinioni degli altri. Non gli veniva tanto facile farsi coraggio e buttarsi, per questo generalmente era silenzioso. 

Benvenuti a Ketterdam [IN CORSO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora