3. Sono tornati

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Ryker stava ancora dormendo beato nel suo letto quando la sveglia e il suo compagno di stanza iniziarono a strillare. Christenian stava già facendo degli esercizi di ginnastica per svegliarsi in forma, roba che Ryker non avrebbe fatto neanche pagato. Voleva godersi altri "cinque minuti" il comfort del materasso e il tepore delle lenzuola, poi si ricordò che era meglio non far arrabbiare l'insegnante della prima ora.

Un po' gli mancava casa sua, i suoi amici e la sua famiglia. Era lì da circa un anno e pensava di conoscere già la città ma quella situazione lo incuriosiva e spaventava allo stesso tempo. 
Lui veniva da una modesta città nell'isolotto a sud est di Kerch, i suoi genitori erano dei gentili allevatori, la sua sorellina aveva ancora solo sette anni e suo fratello tredici. Fin da piccolo, non gli è mai piaciuto molto vivere in campagna, e compiuti i quindici anni, chiese di andare nella capitale, la grande Ketterdam, vivace e dinamica. Una delle sue grandi aspirazioni era di diventare un mercante importante, di quelli che si riconoscono anche solo nominandoli. 

Già, voleva essere un mercante di seta e stoffe pregiate, avere una grande casa lì a Ketterdam con diverse stanze, molti quadri e una sala da musica. Magari avere pure un'altra casa nelle Isole Erranti o nelle Colonie del Sud, luoghi paradisiaci dove passare le vacanze estive in pace e serenità, lontano dalla nebbia e dalle preoccupazioni cittadine. E una bella moglie, quello non guasta mai, con una pelle chiarissima, i capelli rossi e gli occhi azzurri. Viaggiare da Shu Han a Novy Zem per acquistare i materiali più eleganti, conoscere i vari popoli che abitavano quelle terre, inoltrarsi tra i mari del suo mondo e ammirare gli splendidi tramonti con la sua dolce metà. 
Era presto per fare progetti, così lasciò i suoi sogni nel cassetto e tornò alla realtà.

Il mancato riposo della notte prima lo attirava verso il letto come la forza di gravità fosse aumentata improvvisamente. Alla fine, la sera prima, era riuscito a ritrovare la strada dopo aver chiesto ad almeno quindici baristi e avere incontrato qualche barbone, due ragazze troppo svestite per le temperature notturne e un possibile ladro poco esperto. Erano le 4:20 quando finalmente aveva intravisto il cancello dell'accademia semiaperto e Dwenn che sorvegliava la guardia distesa a terra. Forse era appena entrato anche lui o l'aveva semplicemente aiutato a non farsi scoprire. 

Mentre Ryker si alzava controvoglia e si vestiva velocemente, ripensò alla serata precedente: sapeva qualcosa del Coperchio anche lo frequentava raramente, ma non gli era sembrato di aver mai sentito parlare di un posto che ha a che fare con i corvi. Conosceva delle storie di grandi bande di quella città come i Centesimi di Leone, il quale capo possedeva quasi metà dei locali notturni della città. Aveva sentito di un posto chiamato Palazzo di Smeraldo, anche se non sapeva dove si trovasse, e di una prigione dove facevano cruenti spettacoli di lotte tra sfortunati prigionieri e bestie fameliche. 
Gli piaceva quella città, forse era un tantino cupa e doveva stare attento ai luoghi che frequentava, soprattutto se raccomandati dall'amico Dwenn. Aveva sempre amato il mare, così mutevole e misterioso, lo rasserenava. Adorava passeggiare tra le strade illuminate, attraversare i canali che caratterizzavano Ketterdam, le botteghe sparse ovunque per la città. Adorava persino i misteri e i crimini che le storie raccontavano di quel posto, era sempre stato curioso. 

Adesso sedeva in classe a lezione di chimica, il suo sguardo ancora dormiente era rivolto all'esterno. Fuori i primi germogli iniziavano a sbocciare e il cielo sembrava più sereno del solito, certo, sempre con un filo di nebbia grigia, ma le giornate cominciavano ad allungarsi e il sole intiepidiva l'aria. Di pomeriggio, pensava, potremmo andare a passeggiare lungo la costa, magari dal lato della Baia di Hanraat. 
- Signor Nyx? Signor Nyx! Mi sta ascoltando? - lo richiamò l'insegnante. Lui cercò di scusarsi e di seguire quell'interminabile lezione. 

L'ora seguente ebbero arte, già meglio: la Signorina Harett era davvero simpatica e molto carina come donna, cosa che rendeva arte una delle materie preferite dagli studenti. 
Veramente a lui piaceva l'arte, non l'insegnante. I suoi occhi si posavano spesso su Imogen, una ragazza del suo stesso anno con la quale non aveva ancora avuto il coraggio di parlare. Non la conosceva di carattere ma sembrava così dolce e delicata con la sua pelle di porcellana, gli occhi chiarissimi e le sue maniere sempre educate. A volte sembrava quasi di cristallo, come se a un tocco sbagliato si potesse rompere in mille frammenti. 

La sua amica Aevion Phar gli diceva che non doveva avere paura o sottovalutarsi, che era un ragazzo fantastico e che sicuramente Imogen avrebbe apprezzato le sue qualità. Si beh, puo' darsi, ma era insicuro, non ce la faceva. 
Lui era un tipo che rifletteva, a volte anche troppo, che doveva esserne certo o non avrebbe fatto quella scelta, un tipo un po' pauroso che stava lentamente provando a uscire dal guscio grazie ai suoi nuovi amici e agli incontri segreti con Dwenn. In realtà, inizialmente aveva pensato di dover rompere l'amicizia con lui, non era conosciuto per essere un perfetto modello tra i ragazzi, anche se aveva solo due anni in più. 
Chissà se quel ragazzo frequenta l'accademia. Ryker pensò a Jesper: non sembrava così grande da aver già terminato gli studi tuttavia non aveva l'aria da studente accademico. Gli venne in mente il suo sguardo gentile e divertito, lui e Chris sarebbero stati ottimi amici. Forse poteva invitare anche lui per la passeggiata quel pomeriggio, gli avrebbe sicuramente fatto piacere. 

Durante la pausa pranzo propose la sua idea ai compagni e stabilirono di incontrarsi verso le 17:10 al cancello. Gli orari liberi della scuola erano molto vasti: la mattina si svolgevano le lezioni, poi I cancelli restavano aperti, si poteva rientrare al massimo alle 23:00 nei giorni settimanali e alle 3:00 nel weekend, con tolleranza di mezz'ora. 

Eve gradì molto il fatto che la stagione fredda stesse finendo, le piace il sole e il caldo e non vedeva l'ora di tuffarsi in mare con la migliore amica Hanya non appena il sole avrebbe iniziato a riscaldare di più l'acqua. Chris avrebbe fatto una partita di beach volley con dei suoi amici sportivi e Ryk sarebbe rimasto ad abbronzate la sua delicata pelle facendo attenzione a non scottarsi troppo. Morguen invece era più favorevole alla campagna o alla montagna, anche se a Kerch non ci sono tante montagne. 
Quella sarebbe stata la prima estate che passavano insieme ed erano impazienti di viverla come meglio potevano! 

Anche se era già mattina inoltrata, a casa Hendriks regnava il silenzio. Dopo l'arresto di Jan Van Eck, la casa era stata ribattezzata con il nome della madre di Wylan. 
Molte finestre erano già state spalancate e i raggi solari illuminavano gli eleganti corridoi e la grande sala da pranzo. La servitù girava tra il salotto e la cucina al piano terra, sistemando le stanze e preparando la colazione. Marya stava lentamente scendendo le scale mentre sotto i suoi piedi il legno scricchiolava ogni tanto. Si sentiva benissimo, era felice di vivere lì, libera e di nuovo importante, senza Jan. 
Fece colazione, andò nella stanza della musica e presa di ispirazione si mise a suonare il pianoforte. Nonostante fosse una melodia tranquilla, riuscì a interrompere il sonno del figlio nella stanza al piano superiore. A quel punto, Wylan non riuscì più a dormire. Rimase nel soffice letto a contemplare quella canzone che stranamente non conosceva e poi andò a svegliare dolcemente, come suo solito, Jesper che ancora sprofondava tra le lenzuola nel buio. 

Quel fannullone non aveva intenzione di alzarsi ma non poteva stare tutto il giorno a dormire. Certo, se sta al Barile fino alle 3:00, mi pare ovvio che faccia così, si diceva il rosso.
- Mi spieghi che cosa fai là fino a tardi? Se continui a perdere i miei soldi, ti caccio da questa casa! - Wylan provò a rimproverarlo ma era come parlare con un muro. L'unico segno di vita di Jesper erano dei mugugni di risposta e il solito - Fammi dormire ancora un po'. -  
- D'accordo! - si arrese il ragazzo, poi uscì dalla camera e percorse le scale. 

Stava per andare nel cortile a godersi quella splendida giornata, quando il campanello risuonò e Wylan andò ad aprire. Il maggiordomo si offrì di farlo ma chiunque avesse aperto la porta, non trovarono nessuno da accogliere. 
Wylan fece qualche passo verso l'esterno e gli sembrò di vedere un'ombra correre lontano. Si spinse ancora un po' fuori, ma non c'era anima viva. Rientrando, sentì che aveva calpestato qualcosa, dette un'occhiata per terra e vi trovò una busta chiusa. Chiese al maggiordomo di decifrare l'intestazione.

Per il Signor Wylan Van Eck 
Da un vecchio amico 

Questo era l'unico indizio sul mittente sconosciuto. Decise di prenderla e farsela leggere attentamente più tardi, dopo una buona cioccolata. 

Benvenuti a Ketterdam [IN CORSO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora