14. Incontri inaspettati

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Il pranzo all’accademia era semplice ma gustoso, certamente diverso da quello preparato in casa Hendriks. I ragazzi parlarono e risero mentre Jesper raccontava le sue divertenti avventure di quelle tante volte in cui la morte lo sfiorò, non parlando dei corvi, ovviamente. Terminato di mangiare, la maggior parte degli studenti tornò nei dormitori e Jesper avvisò Ryker che aveva qualcosa da dirgli, così uscirono in cortile. Eve aveva intenzione di riposarsi un po’, quindi si avviò verso la sua stanza non senza notare uno strano comportamento in Ryker. Sembrava agitato, come se stesse per invitare Imogen a cena, ma non aveva motivo di preoccuparsi, fino a poco prima era tranquillo con loro. Eve non sapeva bene se avesse ragione o se fosse solo un po’ gelosa, ma gelosa di che? Non siamo mica fidanzati! Eppure… qualcosa si insinuava dentro di lei, una sensazione che riconobbe ma non volle ammettere di provare. 

- Allora, cosa dovevi dirmi? - 
Passeggiavano lentamente nel cortile dell’accademia praticamente da soli, c’erano solo altre tre, forse cinque persone e questo metteva Ryker un po’ a disagio. Non sapeva cosa aspettarsi anche se non erano tanti i motivi per cui Jesper sarebbe potuto andare fino a lì. Il sole li riscaldava in modo gradevole, non era per nulla eccessivo anzi, poteva solo far bene a un’oscura città come quella.
- Ragazzo, congratulazioni! Sei stato scelto per far parte della banda più pazza e incasinata di sempre! - 
Il ragazzo gli rivolse uno sguardo confuso. 
 - Ryk, devo dirti che non sarà facile, al contrario. Kaz mi ha detto che stasera vuole incontarti, ci sarò pure io, tranquillo, probabilmente discuteremo del suo nuovo piano. - 
- Un momento, quale banda? E che piano? - rispose disorientato.
- Kaz, quel ragazzo un po' cupo e, beh strano, hai presente? - Ryker accennò ad un sì incerto.
- Quello del mercato? - si ricordò.
- Esatto, lui. Non dirlo a nessuno, mi sto fidando perchè sembri un tipo a posto ma dovrebbe essere un segreto. Lui è a capo di un’organizzazione criminale di cui faccio parte anch’io, gli Scarti. - sussurrò, 
- A quanto ho capito, ha visto del potenziale in te e…-
- In me? Un criminale? - Jesper lo ammonì di non parlare a voce troppo alta.
- Sì, in te, e adesso vuole affidarti un compito e integrarti nel suo piano. Non so quale sia per ora, serve a questo la riunione di stasera: ce lo spiegherà lui. - raccontava, -Probabilmente sarà una missione semplice, niente di pericoloso per un nuovo arrivato. Ha detto di farti trovare di nuovo al ponte di Zent alle 21:30 o poco prima. -
Pian piano Ryker iniziava a capire che da quella sera alcune cose sarebbero cambiate. Forse nel suo stile di vita, nel suo aspetto o nel suo comportamento, ma sperava che i rapporti con i suoi amici sarebbero rimasti invariati. 
- Ah, e questa volta, ti sta avvisando di non portare nessuno, vieni da solo, ti aspetterà lui. - 
Il ragazzo si innervosì un po’ a quelle parole, non sapeva se dover avere paura. 
- Rilassati e non parlare troppo con lui, non farlo incazzare prima di arrivare al punto di incontro, ti ci accompagnerà lui. - 
Adesso sì che sono rilassato, eh.  

La sera arrivò troppo in fretta, sia per Ryker che per Kaz. Erano già passate le 22:00 e Kaz era davvero irritato e stressato mentre aspettava impazientemente l’arrivo del ragazzo. Non era stata una giornata molto impegnativa ma Manisporche si sentiva davvero stanco e voleva solo condividere il suo piano con gli altri, assegnare loro i compiti e andare a riposare. La mattinata era stata abbastanza calda ma a quell’ora c’era ancora freddo, così stava appoggiato al muro accanto al suo bastone, con la gamba dolorante appesantita, avvolto nel suo completo classico verde bottiglia. Finalmente vide la sagoma di Ryker e la sua giacca gialla venire verso di lui, come non essere appariscenti. Il ragazzo tentò di farsi perdonare per il ritardo in modo onesto ma Kaz non gli rispose e zoppicò rapidamente verso la casa di Wylan. 
- Jesper ti ha spiegato tutto? - domandò.
- Sei davvero tu Manisporche? - era un dubbio che aveva fin dal primo incontro, gliene aveva accennato Morguen che conosceva meglio le leggende di Ketterdam.
- Perché, lo conosci? - fu l’unica risposta che gli diede Kaz.
- No, è per curiosità. - si mantenne vago.

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