12. Notte insonne

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Ryker scoprì che quella non era una prova quando Kaz gli chiese di girare tra i tavoli e servire i giocatori. Non poteva essere una prova, cosa doveva testare? Le sue abilità nel versare lo champagne? Ryker dubitava che servissero a qualcosa. No, quella non era una prova, era come una spiegazione. 
- Tu fa' caso ai giocatori, guarda i loro movimenti. - gli aveva consigliato, - Anche piccoli gesti ripetitivi. Sono molto importanti nel gioco d'azzardo. - 
Sembrava a tutti gli effetti una spiegazione, come quelle dimostrazioni pratiche che ogni tanto la signora Vallen concedeva ai suoi alunni nelle ore di fisica, solo forse un po' più utile. 
Kaz aveva capito che lui non sapeva praticamente niente di giochi d'azzardo, quindi sarebbe stato inutile farlo partecipare a qualche partita. Al cambio del turno, si sedette come mazziere in un tavolo da dove si poteva ammirare tutta la sala di quel piano, vedeva che Ryker stava facendo il suo lavoro, cercando di non esporsi troppo. 

Qualche volta lanciava un'occhiata anche ai suoi amici e scoprì che quella ragazza che ci aveva provato con lui aveva vinto almeno tre volte, gli altri due non ne sapevano niente di scommesse e carte, era evidente. 
Kaz si sorprese quando Imogen arrivò al suo tavolo con gli altri due ragazzi che le tenevano il cappotto e le vincite. La ragazza si accomodò in una comoda sedia rivestita con un telo celeste e osservò la partita facendo qualche commento. 
Eve e Chris stavano parlando per conto proprio quando iniziarono a stancarsi di quel posto in cui non riuscivano a sentirsi a proprio agio e questo mise Ryker, che non sapeva se poteva andarsene, ancor di più in imbarazzo. Eve e Chris abbandonarono quello che avevano in mano alla proprietaria che rispose in modo tra l'isterico e il  saccente, poi riportò la sua attenzione ai giocatori e a Kaz. I ragazzi individuarono Ryker che portava un piatto di ostriche a un tavolo e li andarono incontro.
- Noi ce ne andiamo, si è fatto tardi. - in realtà non sapevano che ore fossero, anche se era notte, l'assenza di finestre era disorientante. 
- Io sono stufa di queste stupide slot machine e di quelle carte inutili. - si era già irritata Eve, - Non puoi dire al tizio strano che te ne vai? Siamo usciti per divertirci, non per guardare o lavorare! - 
In effetti aveva ragione, Ryker non aveva osato porre domande, ma Kaz lo aveva fatto venire fin lì per girare tra tavoli di sconosciuti snob che spendevano i loro soldi in cose così insensate, per Ryker. Decise di andare a chiederglielo, e molto poco gentilmente, come faceva lui, disse - I bicchieri se li riempiono da soli, io non sono interessato a questo. -
- Non puoi andartene. - ordinò come se fosse legge. - Non senza di me. - 

Gli amici di Ryker gettarono la spugna e se ne tornarono ai dormitori, Imogen restò finché Kaz non finì il turno, il mazziere non poteva lasciare improvvisamente il tavolo senza dare nell'occhio. Ryker andò a cambiarsi, poi vide Kaz uscire con il suo cappotto dalla porta laterale, seguito da Imogen che, nonostante il suo evidente rifiuto, non lo mollava. Kaz avrebbe trovato un modo per sbarazzarsene mentre camminavano verso est.
- Cosa hai imparato oggi? - domandò inaspettatamente Kaz.  
Ryker fu preso alla sprovvista e rispose la prima cosa che gli venne in mente.
- Che la gente ricca spende soldi su cose inutili? - 
- Non sempre. - 
- Chi è ricco vuole esserlo ancora di più? - riprovò.
- Non male come interpretazione. -
- In realtà ho capito anche che con la giusta somma, pure il più feroce dei leoni diventa addomesticabile e che la gente crede a tutto quello che dici. - 
Sì, è più sveglio di quanto pensassi. 
- Ottima risposta. - finalmente Kaz ammise la sua approvazione. E quello equivale a un gran complimento da parte di uno come Brekker. 

Nel frattempo, Imogen (o Mindy, se preferite uno stile più Mean Girls) alternava il suo accompagnatore preferendo Ryker a quel maleducato di Kaz. Stavano un po’ più indietro, cercava di parlare con lui per far ingelosire Kaz ma non aveva capito che quei comportamenti infantili non servivano a niente. Man mano che lei mostrava i suoi lati perfetti da ragazza ricca e sofisticata, Ryker notava sempre di più i suoi lati peggiori, prima di tutto l’egocentrismo. Il ragazzo si rendeva lentamente conto che l’immagine quasi angelica di Imogen che si era creato nella sua mente, era quanto di più lontano ci potesse essere dalla realtà. 
Giunsero nel distretto finanziario, solo un po’ a ovest rispetto a quello universitario, Kaz li lasciò continuare per conto proprio.
- Ma non mi accompagni? Non è responsabile abbandonare una giovane ragazza da sola di notte per le strade di Ketterdam. Potrebbe essere pericoloso! - 
- Scusami, e io che sono? Aria?- ribattè Ryker, che avrebbe percorso la stessa strada. 
- Forse non sei tanto sveglia, ma non è difficile navigare fino all’accademia. - continuò. 
Lei rispose indignata e offesa in modo esagerato, richiamando l’attenzione dei pochi passanti che vagavano a quell’ora. 
- Avanti, finisce davvero così? - ma Imogen non ebbe neanche il tempo di chiedere a Kaz di rimanere qualche minuto in più che lui già era scomparso, mimetizzato sotto le ali delle tenebre. 
I due si avvicinarono stanchi verso una barca libera, Ryker salì per primo e controllò la stabilità dell’imbarcazione, un po’ vecchia come le altre ma ancora funzionale. Imogen si aspettava che il ragazzo si avvicinasse per aiutarla a salire ma non fu così. Era una ragazza troppo abituata alle comodità e al lusso per stare in un’orrenda squallida barchetta. Ovviamente lasciò remare Ryker, - Sei tu quello con i muscoli o no? Allora usali. - si giustificò. 

Benvenuti a Ketterdam [IN CORSO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora