9. Le strade sono il suo palcoscenico

142 8 1
                                    

Era ora di pranzo e Ryker iniziava ad avere fame ma Kaz lo anticipò avvisandolo che avrebbero pranzato solo dopo la seconda prova. 
- Posso sapere almeno dove stiamo andando? - Effettivamente camminavano da quello che gli sembrava un’eternità, anche se erano solo dieci minuti circa. 
Stavano seguendo la linea costiera nord, il lato dove approdavano la maggior parte di navi lussuose e turistiche. 
- Da quanto sei in questa città? - domandò ragionevolmente Kaz. Qualsiasi abitante di Ketterdam conosceva quella strada o poteva facilmente intuire la destinazione, evidentemente lui non era in città da molto e non era mai stato da quelle parti. 
- Da un anno, più o meno. Si vede tanto? - 
- Solo se fai domande del genere. Comportati come se conoscessi la zona, non guardarti troppo intorno e non fare troppe domande. - 
- Tranquillo, so cosa devo fare. - rispose a tono. Forse era più sveglio di come sembrava.

Finalmente erano arrivati, allora Kaz, con fare teatrale, presentò per la prima volta a Ryker l’altro lato della città che conosceva fino a quel momento.
- Benvenuto al Coperchio. -
Ryker rimase qualche attimo ad ammirare quel viale leggermente ricurvo verso il basso, si stupì per quanto fosse diverso dai posti in cui aveva vissuto ma era sempre con un certo stile non antico, proprio vecchio e decadente, i palazzi con meravigliose facciate nascondevano angoli bui malridotti. In realtà quel dettaglio rendeva la zona analoga al Barile, ma lui la vedeva con gli occhi estranei di un qualsiasi turista che visita quell’area costiera per la prima volta. 
Intanto Kaz avanzava indifferente e Ryker fece una breve corsetta per stargli al passo, nonostante abbia una storta, va veloce, pensò, evidentemente quella “storta” non sembrava un problema, almeno non ora. 
Camminarono lungo il viale immersi tra la gente vestita in modo un po’ stravagante, fino ad arrivare davanti a un grande portone colorato, decorato da eleganti incisioni e piante esotiche ai lati. Kaz conosceva quel posto e la sua direttrice abbastanza bene, non gli era mai piaciuto più di tanto. Ryker invece cercava di indovinare che cosa si celasse al suo interno, di cosa fossero simbolo quelle decorazioni vistose e che a cosa alludesse il nome dell’edificio.
- Il Serraglio? Che significa? - chiese ingenuamente, ma non ottenne risposta, solo il silenzio di Kaz mentre lentamente indugiava nell’attraversare l’uscio.

La costruzione si estendeva in diversi piani, da fuori si notavano le finestre dei primi due aperte ma con delle particolari sbarre dorate, come se la gente al suo interno fosse in una gabbia, sì, in una gabbia di lusso. 
E in effetti era proprio quello. 
Kaz spiegò velocemente al ragazzo la sua idea: avrebbe dovuto fingersi il messaggero di un mercante che voleva acquistare il Serraglio, la sua missione era di convincere Miss Heleen Van Housen, la proprietaria, che quello sarebbe stato “l'affare del secolo” e che le conveniva vendere il locale. Ryker ascoltava con attenzione e si preparava, divenne serio e concentrato, sembrava la prova generale del suo futuro. 
- In questo mondo, il denaro ha un valore diverso tra Paesi e persone, soprattutto per i mercanti e gli schiavisti come lei. Queste cose non le insegnano a scuola. -
Schiavisti… Già, schiavisti, ci sono ancora e ancora ci saranno. Lui che non si era mai imbattuto in un personaggio come Tante Heleen, adesso si trovava a doverla fronteggiare. E non è facile convincere Tante Heleen di qualcosa che non vuole fare. 
Kaz era curioso di vedere come se la sarebbe cavata, forse era una prova difficile ma in questo modo avrebbe capito subito quanto valeva. Se fosse stato solo un curioso studentello incapace l'avrebbe abbandonato lì a imparare a strisciare fuori, ma se avrebbe portato buoni risultati, allora forse gli avrebbe dato una possibilità.
Ad un tratto venne in mente a Ryker che i mercanti indossavano il nero e Kaz un po' controvoglia accettò lo scambio di soprabiti. Potrebbe essere divertente, pensò Manisporche, poi si tolse il cappotto restando con un insolito completo rosa pallido e bianco: era il suo travestimento da comune aiutante, così avrebbe assistito alla conversazione. 

Attraversarono il lungo corridoio d'ingresso che si apriva su un immenso salotto riccamente ammobiliato con divanetti colorati, un'invitante area "accoglienza" e un sofisticato angolo bar. Si avvicinarono al bancone per chiedere dove potessero incontrare Heleen Van Housen e il barista indicò un altro corridoio a destra. 
- Dovrebbe essere nel suo ufficio, signori, vi faccio accompagnare. - disse con le mani già impegnate a comporre il numero interno. Dopo pochi minuti, giunse una splendida ragazza probabilmente di venticinque anni che li condusse nell’ufficio. Mentre Ryker osservava il modo in cui quel perfetto tailleur avvolgeva dolcemente le curve della ragazza, gli venne in mente che forse avrebbe dovuto pensare a come argomentare la discussione: come si fa a convincere qualcuno del contrario? 

Benvenuti a Ketterdam [IN CORSO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora