Capitolo 4 - Muri

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Ciao a tutti! Ed eccoci qua, capitolo lunghetto questo... spero che vi intrattenga :)

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Vengo svegliata da un rumore leggero alla porta, per un momento penso quasi di essermelo sognato.

"Sì?" Domando sottovoce, non aspettando di ricevere risposta.

La porta si socchiude e Lando infila la testa nello spiraglio.

"Sei sveglia?"

"Hai bisogno?" Sono confusa, fuori non c'è temporale. Mi sto preoccupando. Lando non dice nulla e si infila nel mio letto, abbracciandomi.

Resto un attimo interdetta e poi lo abbraccio come ho fatto la notte scorsa. Sono quasi sicura che sia un sogno.

Lui mi stringe un fianco, poi alza lo sguardo. "Sono davvero felice quando sono con te."

Sto per rispondergli 'anch'io' quando appoggia le sue labbra sulle mie. Devo avere uno sguardo allucinato perchè si discosta subito.

"Scusami, io non..."

"Non preoccuparti" dico mentre fisso il soffitto. Mi sento il cuore che batte fin dentro le orecchie. Il respiro corto. La mia diarrea verbale da nervosismo che sta per arrivare.

"Lo sai che è stato il mio primo bacio?" Mi lascio sfuggire sottovoce, temo quasi che non mi abbia sentito.

"Dovrei chiederti scusa"

"No non devi. Sono contenta che sia stato tu"

Una lunga pausa mi fa temere che si sia addormentato, ma mi sbaglio.

"So che non ti piace parlare di sentimenti, ma non ce la facevo più. Soprattutto dopo ieri sera. Alice, io credo che tu abbia iniziato a piacermi da tanto tempo, anche se esattamente non ricordo quando sia successo. Mi sono innamorato di te pian piano, senza neanche rendermene conto. Me ne sono accorto grazie a Carlos, quando parlando di quella che era la nostra amicizia mi ha fatto notare di quanto fossi possessivo nei tuoi confronti. 'Non è che sta iniziando a piacerti in un altro senso?' Devo ancora capire se la sua fosse una battuta. Ma cazzo se aveva ragione. Eri il mio pensiero appena sveglio, l'ultimo alla sera, di notte ti sognavo, di giorno eri la prima persona con cui volevo parlare. E mi meraviglio che tu non te ne sia accorta. Sei una brava osservatrice, e io non sono capace di nascondere i sentimenti così bene." Fa una pausa per prendere fiato "Forse... non ti interesso in quel senso, lo capirei."

Mi sta fissando. E io mi sento come un alce che sta per essere investito da un tir. Bloccato sulla carreggiata. Odio parlare dei miei sentimenti, odio essere messa all'angolo. Ma qui è come quando stai dando un esame e il professore chiede qualcosa che non sai. Devi buttarti, a costo di sfracellarti.

"Io... io non lo so... io..." Deglutisco e respiro. "Ho passato gli anni a costruirmi un muro attorno per proteggermi da un certo tipo di sentimenti. Non potevo permettermi altro che amori non corrisposti, e così è stato finora." Lo sento muoversi e capisco che se ne sta per andare "aspetta, per favore." Ma non mi ascolta, si leva la coperta di dosso. "Ti prego no, aspetta. ASPETTA CAZZO"

Si blocca. E' raro sentirmi urlare. Faccio paura quando succede, me lo dicono sempre. Lo afferro per l'orlo della maglietta. Deglutisco. Chiudo gli occhi. E mi lancio.

"Ho iniziato a seguirti sui social per scherzo, semplicemente perchè mi facevi ridere. Poi ho iniziato a capire la splendida persona che sei. E ti guardavo da lontano, con la timida ammirazione con cui si seguono certe persone che sai per certo di non riuscire mai ad incontrare. Ho partecipato a quel concorso per gioco, davvero non avevo mai considerato di poter vincere. La notte prima di parlare con te non ho dormito per l'emozione. E non ho dormito neanche quella successiva, perchè ero sicura al 100% che non ti avrei mai più sentito. Ti ho scritto quel lungo ultimo messaggio con uno smile, ma in realtà ero in lacrime. Poi inaspettatamente abbiamo continuato a parlarci, e pensavo di essere veramente in un sogno. Cercavo di tenermi distaccata, e poi è arrivato quel giorno. Avevo litigato con i miei genitori e ho passato un pomeriggio intero a piangere. Mi videochiami dopo che ti ho mandato un messaggio audio in lacrime. E come rispondi? Vestito con un improbabile gonna di paglia, imiti la canzone della hula di Timon e Pumbaa. Non ho mai riso così tanto in vita mia. E così ero cotta di te, irrimediabilmente. Ma non volevo permetterlo. Non potevo permettermi di perdere la tua amicizia per qualcosa che sarebbe finito in un vicolo cieco. Non potevo." 

My kind of drug // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora